Rivista "IBC" XVIII, 2010, 2
biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni
Una biblioteca pubblica sempre più aperta e attiva nel garantire al maggior numero di cittadini l'accesso alla conoscenza e all'informazione. Un servizio sanitario capace di progettare un percorso di cura complessiva del paziente, che tenga conto del contesto e che promuova la crescita e il benessere dell'individuo. Un volontariato attento ai nuovi bisogni, capace di cogliere e partecipare alla realizzazione di nuovi servizi rivolti in particolare ai cittadini in condizioni disagiate. Una scuola che educhi gli studenti alla responsabilità sociale, soprattutto nei confronti dei più fragili. Dall'incontro di questi quattro soggetti, uniti dallo stesso atteggiamento "amichevole" verso i cittadini, è nato il progetto "Letto a letto. La biblioteca in Ospedale".
Il Comune di Correggio (attraverso la Biblioteca "Giulio Einaudi"), l'Azienda sanitaria locale di Reggio Emilia (tramite l'Ospedale "San Sebastiano"), l'Auser - Associazione per l'autogestione dei servizi e la solidarietà, e l'Istituto tecnico "Luigi Einaudi" (al quale presto si aggiungerà anche il Liceo "Rinaldo Corso") hanno unito le forze per dar vita a un'importante iniziativa culturale, connotata anche da un valore sociale. Obiettivo: mettere a disposizione materiali (libri e periodici, ma anche dischi e film) e attività di animazione che aiutino le persone ricoverate, e i loro parenti, a trascorrere in maniera meno pesante il periodo vissuto in ospedale.
Alla base del nostro progetto c'è il diverso atteggiamento nei confronti di chi è ricoverato in ospedale, un atteggiamento che nel corso degli ultimi anni è maturato in primo luogo all'interno delle strutture sanitarie, ma anche nelle biblioteche. Per la verità non è che abbondino in Italia le esperienze di promozione del servizio bibliotecario, o anche semplicemente della lettura, negli ospedali. Non è un caso se l'esperienza forse più nota in tal senso - realizzata a Bagno a Ripoli e in altri ospedali fiorentini - risale solo a una decina di anni fa, e la giornata di studi che nel 2003 ne coronò il successo rappresentò forse la prima occasione di confronto a livello nazionale su questo tema.1
Né probabilmente è casuale che solo nel 2007 siano state tradotte e pubblicate in Italia alcune linee guida dell'International Federation of Library Associations (IFLA) dedicate all'organizzazione di servizi bibliotecari per gruppi di utenti svantaggiati, fra cui le Guidelines for libraries serving hospital patients and the elderly and disabled in long-term care facilities (www.ifla.org/VII/s9/nd1/iflapr-61e.pdf), redatte dall'IFLA nel 2000 dopo le quattro precedenti raccomandazioni per le biblioteche ospedaliere pubblicate fra il 1960 e il 1984.2 I presupposti di tali linee guida sono così sintetizzabili:
· i libri e le altre tipologie di documenti hanno valore intrinseco per tutti;
· in modo diverso e personale per ognuno, libri e altri documenti forniscono l'opportunità di informarsi, divertirsi, ricevere ispirazione, riflettere e imparare;
· tutti gli individui, compresi quelli che temporaneamente o permanentemente devono risiedere in istituzioni di cura, dovrebbero avere il diritto di accedere a libri e risorse documentarie adatti ai loro bisogni e interessi;
· i libri, la lettura e altre risorse documentarie possono esercitare un'influenza positiva sulla guarigione di chi è ammalato. In particolare viene sottolineato "anche il ruolo della biblioteca quale agente terapeutico; in altre parole distraendo i pazienti dalle loro malattie e tenendoli impegnati in attività positive, la biblioteca favorisce la guarigione [...] od offre comunque la terapia di prospettive nuove e stimolanti".
Nel contempo, sul versante delle strutture sanitarie si è consolidata la convinzione che il malato debba essere considerato come una persona a cui vanno garantite in primo luogo le cure mediche necessarie, ma a cui va anche assicurato un percorso di cura che contempli un benessere dell'individuo complessivo, che si traduca nella migliore qualità della vita compatibile con la sua condizione di ammalato, facendo in modo quindi che il paziente possa mettersi in relazione e interagire con gli altri, trascorrendo anche momenti lieti, di svago. La biblioteca in ospedale, perciò, intende offrire un'opportunità in più, per i degenti e per chi li assiste, di vivere la loro permanenza in ospedale in modo migliore.
Il progetto "Letto a letto" è stato proposto originariamente dalla Biblioteca comunale "Giulio Einaudi" e fatto proprio dagli altri soggetti, dopo una serie di incontri e approfondimenti che ne hanno definito la finalità e gli aspetti organizzativi, nonché la "parte" affidata a ognuno dei partner. Il piano prevede l'istituzione, presso l'ospedale, di una biblioteca dotata di un certo quantitativo di libri, riviste, CD musicali e film in DVD, consultabili o prestabili gratuitamente. Questi materiali hanno finalità e caratteristiche legate all'intrattenimento e al tempo libero: lo scopo principale del servizio, infatti, è portare sollievo e svago a persone che sopportano, oltre a disagi fisici e psicologici, anche noia e stress. Pertanto, almeno per il momento, il servizio non ha alcun compito connesso all'informazione medico-scientifica, tanto meno di livello professionale. Gli iscritti possono anche prenotare i libri collocati nella Biblioteca comunale, che garantisce il supporto tecnico al servizio, l'incremento e l'aggiornamento delle raccolte nonché il coordinamento del progetto.
I volontari, dopo aver seguito un apposito corso di formazione, assicurano l'apertura della biblioteca in ospedale, in giorni della settimana e in orari prestabiliti. È prevista anche l'organizzazione di momenti di "lettura ad alta voce" e di animazione, realizzati principalmente da studenti volontari. Il progetto "Letto a letto", infatti, si è arricchito grazie all'incrocio e alla stretta collaborazione col progetto "ER. Studenti in prima linea". Avviato nel 2006 dall'Istituto tecnico statale "Luigi Einaudi", in questi anni ha coinvolto diverse decine di studenti volontari che, coordinati da alcune insegnanti, si recano nel reparto di riabilitazione neurologica intensiva del "San Sebastiano" due pomeriggi alla settimana per tenere compagnia ai degenti: leggendo libri, guardando film, giocando a carte o anche semplicemente chiacchierando.
Del resto, "Letto a letto" assegna al volontariato un ruolo fondamentale. Certamente per ragioni economiche, ma anche per l'esplicita connotazione sociale del nuovo servizio. Proprio per dare centralità e stabilità a questo apporto del volontariato si è scelto di rivolgersi a un'associazione consolidata, verso la quale indirizzare anche singoli cittadini che avevano offerto alla Biblioteca comunale la propria disponibilità a lavorare per questo specifico progetto. Ci è sembrata la strada migliore, tanto più per un'iniziativa che proprio sulla continuità e sulla capacità di entrare nel cuore della città poggia la sua possibilità di successo. Da un confronto con alcune associazioni già impegnate in attività di volontariato svolte in ospedale, è emersa la disponibilità dell'Auser a diventare partner di questo progetto.
I compiti di ciascuno dei "soci" coinvolti nell'impresa sono stati fissati in una lettera di intenti che si trasformerà in una vera e propria convenzione quando il progetto andrà a regime. La realizzazione del progetto, infatti, prevedeva due fasi. La prima delle quali riguardava solamente il reparto di riabilitazione neurologica intensiva.
Si tratta di un reparto molto qualificato, rivolto a lungodegenti affetti da gravi patologie neurologiche provenienti da tutto il territorio nazionale. I parenti, per stare vicini e accudire i loro cari, spesso sono costretti a trasferirsi a Correggio da città lontane per diversi mesi, di fatto trascorrendo gran parte del loro tempo in ospedale, con lunghi periodi della giornata in cui, al dolore e alla preoccupazione per i loro cari, si aggiungono la solitudine e la noia. In questo reparto, dove sono ricoverati anche pazienti giovani coinvolti in incidenti stradali o di lavoro, per sottoporsi a difficili e lunghe terapie riabilitative, nel 2006 aveva preso avvio il progetto "ER. Studenti in prima linea" di cui si è detto. Era naturale che la fase iniziale, e per certi versi sperimentale, del progetto venisse collocata proprio in questo reparto. Al suo interno, quindi, è stata allestita una piccola biblioteca inaugurata il 26 marzo 2009, con un'ampia partecipazione di operatori sanitari ma anche di cittadini.
In questo primo anno di vita l'esperienza si è consolidata. Gradualmente è stato acquistato, catalogato e messo a disposizione un apposito patrimonio documentario di circa 600 unità (fra libri, periodici, film in DVD e CD musicali), alle quali se ne sono aggiunte a rotazione alcune altre centinaia già presenti presso la Biblioteca "Einaudi". Fra aprile 2009 e marzo 2010 la biblioteca in ospedale è stata aperta 115 volte; inizialmente i pomeriggi di apertura erano 2 (per la durata di 2-3 ore), diventati 3 a partire dal novembre scorso. In questo stesso periodo sono stati effettuati circa 750 prestiti, mentre le iscrizioni sono diventate quasi un centinaio (comprese quelle di alcuni operatori sanitari). Col tempo la biblioteca è diventata un punto di incontro per i pazienti del reparto di riabilitazione e per i loro parenti, ma anche un riferimento per pazienti e operatori di altri reparti. Tutto questo è stato possibile in primo luogo grazie al lavoro dei volontari dell'Auser, che nonostante un certo turnover sono raddoppiati, passando dalla ventina iniziale all'attuale quarantina (di cui solo due sono uomini).
Ma la cosa più importante è che in questo primo anno di esperienza si è consolidato un rapporto positivo e di stretta collaborazione fra i vari soggetti promotori del progetto. Questo permette di guardare con fiducia all'avvio, e soprattutto alla "tenuta", della seconda e più impegnativa tappa, ovvero l'apertura di una vera e propria "Biblioteca dell'Ospedale", prevista per il mese di giugno. Avrà una sede dedicata, collocata in un'area nuova del "San Sebastiano" destinata ad attività di socializzazione rivolte ai pazienti. Accanto alla Biblioteca, infatti, vi sarà una sala per la navigazione in Internet e un ampio spazio per la visione collettiva della TV; una "piazza" coperta dotata di poltrone e tavoli farà da connettore tra questi spazi e consentirà una loro "espansione", fornendo la sede per periodiche attività di lettura ad alta voce, cineforum, piccoli spettacoli.
Una nuova e più ampia sede, una maggiore dotazione documentaria e una collocazione più centrale metteranno in grado la Biblioteca di servire tutti i reparti e gli utenti del nosocomio, che ospita circa 110 posti letto (oltre a molte attività ambulatoriali) e nel quale operano circa 250 dipendenti (fra medici, infermieri, tecnici, amministrativi e altri operatori). Nei mesi successivi si valuterà se rendere più capillare il servizio di prestito tramite un carrello "circolante" nei diversi reparti. Ci si propone altresì di incrementare "Letto a letto", allargando progressivamente ad altri reparti l'esperienza di lettura ad alta voce e di animazione condotta da studenti volontari dell'Istituto tecnico e del Liceo.
Le attività che nascono dalla collaborazione tra soggetti diversi sono probabilmente le più ricche e stimolanti, perché godono dell'incontro di una molteplicità di competenze, di sensibilità e di strumenti che vengono messi a disposizione di un obiettivo condiviso. Ma sono anche quelle più "delicate", proprio per questa pluralità e diversità di attori. Va quindi particolarmente curata la condivisione degli obiettivi e dei percorsi di attuazione e di verifica; attraverso un confronto permanente, aperto e rispettoso, attuato con spirito collaborativo e non concorrenziale. È un'attività che richiede molto tempo, cura e disponibilità; che tuttavia diventa più facile quando ciò che accomuna è un obiettivo alto, una forte ed esplicita valenza solidale, in grado di mobilitare le competenze professionali ma anche il richiamo alla cittadinanza attiva. Chiunque faccia un mestiere sentendosi parte di una comunità, non può che operare in sintonia con chi si impegna volontariamente, non perché è obbligato ma solo perché crede nell'utilità sociale di ciò che fa.
Forse sono state considerazioni come queste a portare una prestigiosa giuria, presieduta da Tullio De Mauro, ad assegnare quest'anno al Comune di Correggio la seconda edizione del premio nazionale "Città del libro". L'iniziativa, promossa dalla Associazione Forum del libro, dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni e le attività culturali e dall'Associazione nazionale dei comuni italiani, intende dare un riconoscimento ai comuni più attivi sul piano della promozione della lettura, per evidenziare e sostenere il potenziamento dell'offerta di lettura, soprattutto nelle realtà più disagiate. La città di Correggio, in particolare, è risultata vincitrice della sezione "Comunità" con il progetto "La biblioteca in ospedale - Studenti in prima linea". "Per la volontà" - si legge nella motivazione - "di favorire l'integrazione tra soggetti diversi [...] portandoli ad apprezzare il valore del volontariato come sistema unificante di questa società."
Note
(1) Leggere in ospedale e in condizioni di disagio. Progettare e diffondere servizi di lettura cooperando tra biblioteche pubbliche, aziende sanitarie e associazioni di volontariato. Atti della giornata di studio, 6 giugno 2003, a cura della Biblioteca comunale di Bagno a Ripoli, Bagno a Ripoli (Firenze), Comune di Bagno a Ripoli, 2004.
(2) Biblioteche per tutti. Servizi per lettori in difficoltà, a cura della Commissione nazionale Biblioteche pubbliche, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2007.
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