Rivista "IBC" XXI, 2013, 4
musei e beni culturali / didattica, progetti e realizzazioni
Il progetto "Museo in Corsia. Percorsi archeologici in un reparto pediatrico", sviluppato da chi scrive nel 2011, nell'ambito di una tesi di laurea discussa presso la Facoltà di conservazione dei beni culturali dell'Università di Bologna,1 nasce dal desiderio di alleviare il disagio dei bambini ricoverati in ospedale. Bambini che necessitano non soltanto delle cure mediche indispensabili ma anche di stimoli per poter vivere questa difficile esperienza nel modo meno traumatico possibile. Grazie all'attività di volontariato svolta presso un reparto pediatrico ho potuto constatare quanto sia importante fornire a questi pazienti un momento alternativo alla routine ospedaliera, che permetta loro di evadere dalla sofferenza e dall'apatia derivanti dalla malattia e di ritrovare, anche solo per un minuto, il sorriso e la curiosità propri della loro età. Queste considerazioni mi hanno portato a elaborare un progetto che, arricchendo il percorso già intrapreso in ospedale, potesse attirare l'attenzione degli utenti particolari a cui si rivolge, e insieme garantire quelle continuità che sono essenziali per il loro benessere fisico e psicologico.
Il proposito alla base di "Museo in Corsia" è semplice e si fonda su due considerazioni fondamentali: se da una parte appare chiaro che i bambini ricoverati, di fatto costretti all'interno della struttura ospedaliera e privati della loro quotidianità, necessitano di un rassicurante contatto con il mondo esterno, dall'altra è altrettanto importante considerare che, per tutti coloro che non appartengono alla realtà bolognese, quella ospedaliera rischia di essere la prima e spesso l'unica modalità di approccio con la città che li ospita. Il progetto mira quindi a portare la storia di Bologna direttamente all'interno del reparto, offrendo ai piccoli pazienti e alle loro famiglie la possibilità di conoscerne il patrimonio culturale attraverso le principali testimonianze materiali conservate nel territorio.
Si tratta, nel concreto, di proporre le collezioni di alcuni dei musei più significativi del panorama bolognese mediante una serie di attività da svolgersi in corsia: fondendo i temi dell'infanzia e dell'archeologia, queste attività possono coinvolgere i bambini sia a livello ricreativo che educativo, diventando così uno strumento alternativo di trasmissione culturale, caratterizzato da un approccio ludico. I percorsi prevedono la presentazione diretta dei musei presi in considerazione e la possibilità di effettuare eventuali approfondimenti e laboratori sull'esempio di quelli che normalmente si svolgono nelle aule didattiche museali.
Un'offerta di questo tipo, decisamente atipica rispetto ai soliti canali di comunicazione, può risultare efficace per attirare l'attenzione di un pubblico così particolare. All'interno di un ospedale infatti, dove le possibilità di distrazione sono minime, le sensazioni vengono amplificate e qualsiasi proposta appare decisamente più attraente di quanto non sarebbe nella quotidianità. Ciò vale sia per i familiari che assistono i bambini, sia per i bambini stessi che, attraverso un contatto diretto ed esperienziale con gli argomenti proposti, possono scoprire nuovi interessi ed essere stimolati ad approfondirne la conoscenza una volta rientrati alla normalità.
Le istituzioni museali ritenute maggiormente rappresentative e coinvolte nel progetto sono:
· il Museo civico archeologico di Bologna, e in particolare la sua collezione egiziana, che con i suoi oltre 3.500 pezzi è considerata una delle più importanti d'Europa per la varietà e la qualità degli oggetti che conserva;
· il Museo della preistoria "Luigi Donini" di San Lazzaro di Savena, che attraverso reperti originali e ricostruzioni tridimensionali mostra l'ambiente e le fasi del primo popolamento umano del territorio;
· il Museo nazionale etrusco "Pompeo Aria" di Marzabotto, che sorge sul sito dell'antica città di Kainua e rappresenta un unicum in ambito etrusco per il grado di conservazione del suo impianto urbano.2
Il destinatario specifico del progetto è il Reparto di pediatria d'urgenza della Clinica pediatrica "Gozzadini", nel Padiglione 13 del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna, dove vengono accolti tutti quei pazienti di età compresa tra 0 e 18 anni che, indipendentemente dal tipo di diagnosi, necessitano di ricovero in seguito alla manifestazione di una patologia acuta o alla riacutizzazione di una malattia cronica. Si tratta di un reparto decisamente complesso, in cui opera l'associazione di volontariato "Bibli-os'", che vi gestisce un servizio di biblioteca rivolto ai pazienti e ai loro familiari e che ha inserito "Museo in Corsia" tra le sue attività, garantendone così la legittimazione all'interno dell'ospedale.3
Il progetto si sviluppa attraverso una serie di percorsi tematici che, utilizzando diverse metodologie di comunicazione, propongono tre fasi di approfondimento distinte e autonome, ma complementari tra loro. Ogni fase corrisponde a una precisa attività didattica e prevede un coinvolgimento facoltativo degli utenti, per consentire loro di avvicinarsi ai diversi percorsi rispettando patologie, tempi ed esigenze personali. Mentre la prima e la terza fase presuppongono una fruizione passiva e autonoma, la seconda implica una partecipazione attiva dei bambini e necessita della mediazione di un operatore didattico specializzato.
1) Pannelli illustrati
La prima fase coinvolge direttamente i musei inclusi nel progetto: prevede la realizzazione di tre pannelli da collocare in reparto, ognuno dei quali è dedicato a una delle istituzioni considerate, proponendo una sintesi degli elementi che la caratterizzano e permettendo un approccio veloce e immediato.
Ogni pannello è suddiviso graficamente in tre sezioni che ne organizzano il contenuto:
· nella parte superiore trova spazio una breve descrizione del museo e del periodo storico che esso testimonia, per offrire una contestualizzazione dell'argomento trattato e consentire anche a chi non conosce la materia di comprenderne i caratteri generali;
· nella parte centrale sono inserite le immagini dei pezzi più rappresentativi delle collezioni, accompagnate da una didascalia con i riferimenti essenziali;
· nella parte inferiore il dato museale viene ripensato in funzione ludico-educativa mediante l'uso di quiz e disegni a forte impatto visivo, legati al contesto storico e culturale del pannello di riferimento, per fornire ai bambini semplici nozioni attraverso una modalità di facile apprendimento come il gioco.
In accordo con il personale sanitario si è deciso di collocare i pannelli affiancati in una stessa parete, in un'area centrale e ben visibile, per focalizzare l'attenzione sull'iniziativa e offrirne una visione complessiva e organica.
2) Laboratori didattici
Questa fase propone una serie di attività guidate che, tramite il contatto esperienziale, consentono ai bambini di approfondire alcuni temi presentati nei pannelli e di avvicinarsi al mondo dell'archeologia in modo creativo e divertente.
Si tratta di laboratori di tipo pratico, suddivisi per grado di difficoltà e per fasce di età, che i piccoli pazienti possono svolgere all'interno della sala gioco gestita da "Bibli-os'" o direttamente nelle proprie stanze se impossibilitati a spostarsi.
I temi sono direttamente collegati alle collezioni presentate, mentre la durata e le metodologie devono prevedere un buon margine di flessibilità per adattarsi alle caratteristiche dei fruitori, al loro livello di collaborazione e agli eventuali limiti fisici derivanti dalla patologia o dai trattamenti sanitari in atto.
In linea generale si è stimata una durata media di circa 20 minuti per laboratorio e si sono individuate diverse modalità di realizzazione in relazione all'età degli utenti, tutte volutamente elementari per garantire un risultato gratificante: attività di manipolazione e disegno per i bambini da 4 a 7 anni, e di sperimentazione delle scritture antiche per i bambini da 7 a 12 anni.
Per quanto riguarda la frequenza dei laboratori si è stabilita una cadenza settimanale degli incontri, che si svolgono indicativamente ogni mercoledì pomeriggio dalle 16 alle 18, durante il turno pomeridiano dei volontari.
3) Materiali didattici
Quest'ultima fase può essere intesa sia come punto di partenza per attrarre i pazienti impossibilitati a visionare i pannelli o a seguire i laboratori, sia come strumento per ulteriori approfondimenti.
Nel primo caso è possibile usufruire di schede impostate sui principi della didattica ludica, appositamente elaborate e lasciate a disposizione del reparto, che prevedono immagini e giochi modulati sulle diverse caratteristiche dei pazienti:
· semplici disegni da colorare con soggetti inerenti i temi dei pannelli per i bambini da 4 a 7 anni;
· tracciati, cruciverba e schede illustrate da completare per i bambini da 7 a 12 anni;
· giochi enigmistici complessi, come rebus e crucipuzzle, rivolti agli adolescenti.
Nel secondo caso si possono sviluppare ulteriormente gli argomenti trattati consultando i cataloghi e le numerose pubblicazioni didattiche che i musei hanno donato a "Museo in Corsia" e che rimangono a disposizione di pazienti e visitatori presso la biblioteca gestita da "Bibli-os'".
Il progetto, accolto con entusiasmo e grande sensibilità da parte di tutti i soggetti interessati, è stato attivato nel gennaio del 2012 ed è tuttora in corso di svolgimento. I risultati ottenuti in quasi due anni di sperimentazione superano le previsioni di partenza e rivelano grande interesse da parte dei pazienti e del personale presente in reparto.
Per un'analisi sull'effettiva partecipazione del pubblico, è necessario tener conto delle diverse modalità di fruizione che caratterizzano la proposta. Se da una parte, infatti, non è possibile avere riscontri numerici relativi alla consultazione dei pannelli e delle pubblicazioni didattiche, in quanto si tratta di fasi facoltative e autonome, dall'altra è facilmente quantificabile l'adesione dei bambini ai laboratori. Buona parte dei pazienti coinvolti si è dimostrata divertita e incuriosita dalle attività svolte e dalle informazioni fornite, al punto che alcuni di loro hanno chiesto ai genitori di essere accompagnati ai musei una volta dimessi dall'ospedale. Benché non sia possibile verificare quante famiglie si rechino effettivamente in visita alle strutture presentate, questa dichiarazione di interesse è decisamente rappresentativa del contributo che una didattica impostata sulle metodologie ludiche può offrire. A conferma, e per concludere, si riportano le testimonianze di alcuni pazienti e delle loro famiglie, testimonianze che attestano in modo significativo il raggiungimento degli obiettivi previsti e l'efficacia del progetto:
Elisa R. (6 anni): "Mi sono divertita molto. Vengo spesso".
Alessandro P. (5 anni): "Ho fatto il mio fossile col Das, così me lo porto a casa e lo metto sul comodino per ricordarmi che in ospedale mi sono divertito".
"Anna T. R. e i suoi genitori vogliono, in queste poche righe, esprimere quanto positivo e apprezzato sia stato il contributo apportato dall'iniziativa 'Museo in Corsia'. Questo progetto e il modo in cui è stato condotto è riuscito a suscitare interesse e curiosità, per i contenuti trattati, sia nei grandi che nei più piccini. Ha stimolato dialoghi, domande e approfondimenti, oltre ad avere contribuito a fornire un importante momento di distrazione alla nostra piccola 'paziente'. Grazie tante".
Note
(1) Tesi di laurea in Museografia e Museologia, Università degli Studi di Bologna, Facoltà di conservazione dei beni culturali, anno accademico 2011-2012. Laureanda: Siriana Zucchini; relatore: professoressa Elena Latini; correlatore: professor Alberto Cottino.
(2) Meritano un ringraziamento particolare: Paola Giovetti, direttrice del Museo civico archeologico di Bologna, Gabriele Nenzioni, direttore del Museo della preistoria "Luigi Donini" di San Lazzaro di Savena, Paola Desantis, direttrice del Museo nazionale etrusco "Pompeo Aria" di Marzabotto, e i loro rispettivi staff, che con grande sensibilità e professionalità hanno creduto in me e nel mio progetto accettando di collaborare alla sua realizzazione.
(3) Infinita riconoscenza per il prezioso sostegno e la disponibilità dimostrata vanno al responsabile dell'Unità operativa, il professor Filippo Bernardi, al personale sanitario del reparto, in particolar modo alla coordinatrice infermieristica Manuela Mancini, e alla presidente dell'Associazione "Bibli-os'", Ilaria Gandolfi: il loro appoggio e la loro generosità hanno reso possibile l'effettiva concretizzazione del progetto in reparto.
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