Rivista "IBC" XVIII, 2010, 3

territorio e beni architettonici-ambientali / progetti e realizzazioni, pubblicazioni

Un'opera raccoglie per la prima volta tutti i dati relativi alle piante spontanee presenti nel territorio di Modena. E segnala, oltre a quelle già scomparse, le specie oggi a rischio di estinzione.
Nomi, fiori, diversità

Alessandro Alessandrini
[IBC]

A Modena la ricerca floristica ha prodotto, soprattutto nel passato, risultati di grande valore. Qui si sono formati, o hanno lavorato, studiosi che poi hanno realizzato Flore nazionali che, nel caso di Adriano Fiori e della sua Flora Analitica d'Italia, hanno accompagnato la ricerca italiana per decenni. Nonostante queste tradizioni, però, il territorio modenese non aveva mai finora avuto una propria Flora, cioè un elenco generale aggiornato e completo delle piante spontanee. I due precedenti repertori erano infatti riferiti al "Modenese e Reggiano", cioè all'antico ducato preunitario, e avevano visto la luce, rispettivamente, nel 1882, a opera di Giuseppe Gibelli e Romualdo Pirotta, autori della Flora del Modenese e del Reggiano, e nel 1947 grazie al lavoro di Giorgio Negodi: Flora delle Province di Modena e Reggio Emilia. La Flora del Modenese recentemente pubblicata costituisce quindi il primo catalogo della diversità floristica dedicato al territorio modenese.1

L'esplorazione di un territorio alla ricerca di piante richiede costanza, capacità e metodo. Tutti gli ambienti sono da indagare; da quelli più nobili e gradevoli, come le alte montagne, che ospitano una flora rara e spesso di grande bellezza, a quelli difficili e inospitali, come i terreni argillosi della collina, fino a quelli poco invitanti, ma non meno importanti, come i coltivi e gli ambienti urbani. La flora, infatti, è costituita da numerose piante, ciascuna delle quali mostra un comportamento ecologico peculiare, e ciascuna specie va cercata nei luoghi e nei momenti giusti. La realizzazione della Flora del Modenese è stata dunque possibile grazie a diverse forze concordi e coerenti: tra tutti i contributi vanno ricordati quelli della Provincia di Modena e dell'Università di Modena e Reggio, oltre a quello dato dall'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna (IBC).

L'opera prende origine, in primo luogo, dalle esplorazioni di un gruppo di ricercatori tenaci e appassionati, che per decenni hanno raccolto dati con l'obiettivo di formare un catalogo completo e aggiornato. Questa risorsa di conoscenze analitiche ha formato il nucleo fondamentale intorno a cui sono state sviluppate l'analisi delle conoscenze storiche e, in generale, la ricerca e la sistemazione dei dati che in precedenza erano stati prodotti sull'argomento. Inoltre, presso l'IBC, è in corso di realizzazione un archivio generale della flora regionale, in cui confluiscono sia dati bibliografici storici e attuali, sia dati da erbari, sia dati freschi originali, derivanti dall'attività degli esploratori di oggi. Questo archivio costituisce un corpus informativo di notevoli dimensioni, che permette di operare sintesi, elaborazioni e confronti.

Tra le analisi ad hoc svolte per la realizzazione della Flora va sottolineata la ricerca presso l'Erbario storico conservato all'Orto botanico universitario di Modena. Qui si trovano i campioni essiccati che sono stati raccolti da precedenti studiosi, in particolare dai già citati fondatori Gibelli e Pirotta, da Adriano Fiori e da Antonio Vaccari. Quest'ultimo è uno studioso di ambiente non accademico, che ha raccolto campioni per molti decenni e aveva in animo di realizzare una Flora del territorio modenese. Inoltre molti campioni sono stati rinvenuti grazie a una ricerca svolta presso l'Erbario dell'Orto botanico di Napoli, dove sono conservate le raccolte di due autori di scuola bolognese e modenese che hanno agito tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento: Giovanni Ettore Mattei e Domenico Riva.

L'analisi dei campioni di erbario ha permesso di raggiungere alcuni importanti e solidi risultati. In primo luogo è stato possibile accertare l'identità di piante segnalate ma che per ragioni diverse erano da verificare. Inoltre è stata confermata l'effettiva antica presenza di piante che poi sono scomparse a causa della distruzione degli ambienti di vita, principalmente ambienti umidi e boschi della pianura o delle prime colline. È stato infine verificato che alcune segnalazioni storiche erano errate e che, quindi, le piante a suo tempo indicate sono da eliminare dalla flora provinciale e in alcuni casi regionale.

Uno dei criteri che ha guidato gli autori è stata la consapevolezza che la flora, a saperla leggere e interpretare, costituisce un insieme di dati che riflette lo stato del territorio: se infatti, come si è già accennato, ciascuna specie vive in determinate situazioni ecologiche, esse indicano condizioni più o meno ampie di clima e di suolo, e la loro presenza in un'area, il loro status, sono il risultato di un percorso storico antico, che a volte parla di fasi climatiche del tutto diverse da quella attuale. Non va poi sottovalutato un altro aspetto: nel corso del tempo la flora cambia e quindi i cataloghi che sono stati compilati in passato oggi non sono più validi, o comunque richiedono aggiornamenti più o meno profondi. Le diverse specie modificano la loro presenza, divengono più frequenti oppure rare fino al punto di scomparire; compaiono e poi si diffondono, a volte in pochissimo tempo, entrando in competizione con la flora preesistente. L'analisi delle modificazioni del patrimonio floristico, effettuata col confronto tra le conoscenze storiche e quelle attuali, rende quindi evidenti le trasformazioni del territorio e permette di interpretarle.

Il Modenese è un territorio ricchissimo di ambienti, diversi sia in termini geologici che climatici. Dalla pianura bassa alla vetta del Cimone si susseguono ambienti fluviali, calanchi, boschi, rupi, prati, zone umide, che vanno a formare un mosaico ricchissimo di habitat e quindi di flora. Le analisi presentate nel volume permettono di interpretare la composizione della flora nelle diverse fasce altitudinali e nei diversi ambienti. Da flore di ambienti caldi e con forte impronta mediterranea delle colline si passa a compagini floristiche di ambienti freddi e con prevalenza di specie boreali.

Anche le attività umane incidono in modo più o meno profondo e determinante sul mosaico ambientale, in certi casi arricchendolo e permettendone la conservazione, in altri invece degradandolo e causando impoverimento e semplificazione. Una delle più forti modificazioni che risulta evidente dal confronto tra i dati storici e quelli attuali è l'aumento delle piante "alloctone", cioè originarie di aree molto lontane, giunte nel Modenese in conseguenza di attività umane. Si tratta, a volte, di piante coltivate e spontaneizzate, ma, molto più spesso, di piante introdotte inconsapevolmente, che si inseriscono in ambienti fragili e minacciati, entrando in competizione con la flora nativa: gli esempi più preoccupanti si registrano negli ambienti fluviali e in generale in quelli umidi.

La parte speciale del volume è costituita dall'elenco delle piante note nel Modenese, ordinate secondo l'alfabeto; un ricco apparato di rimandi permette di localizzare la trattazione anche partendo da una denominazione diversa (da un sinonimo). A ciascuna specie sono associati alcuni dati generali sintetici: come il tipo di distribuzione geografica, gli ambienti in cui vive, le fasce altitudinali; questi dati sono stati la base per le diverse elaborazioni che sono state sviluppate per offrire al lettore un quadro sintetico delle caratteristiche della flora modenese e della sua distribuzione nel territorio. Le note sottolineano i motivi di interesse, i problemi sistematici e identificativi e lo stato di conservazione.

Vengono inoltre identificate le piante illustrate nell'iconografia, presente nel volume e suddivisa in immagini riprese dal vivo e immagini realizzate nell'Erbario modenese. Ma la gran parte delle immagini (relative a oltre ottocento specie diverse) è presentata nel CD-ROM che accompagna il volume e nel sito web, da cui si può scaricare la versione elettronica della pubblicazione: flora.provincia.modena.it. Il sito e il CD contengono l'archivio completo dei dati (oltre cinquantamila), interrogabile grazie alla possibilità di applicare filtri di selezione: il CD permette di usarne solo uno, quello della collocazione sistematica; nel sito sono possibili interrogazioni complesse e integrate su ulteriori caratteristiche: ambienti, fasce altitudinali, forma biologica, distribuzione geografica (corologia).

Per finire, alcuni dati sintetici. La Flora del Modenese tratta oltre duemiladuecento entità vegetali diverse. Di queste ne sono accertate attualmente quasi milleottocento; tra le piante non confermate, sono 77 quelle sparite, soprattutto a causa della scomparsa degli habitat di vita, in particolar modo degli ambienti umidi. Tra le piante rinvenute di recente, come si è già detto, sono molto numerose quelle non appartenenti alla flora nativa. Si tratta di fenomeni specifici dell'area indagata, ma vanno collocati in un contesto più generale, che coinvolge tutto il territorio italiano e non solo. La perdita di biodiversità e la sua degradazione sono infatti tendenze ormai planetarie e derivano da un uso incauto e spesso sconsiderato di un patrimonio che invece andrebbe meglio conosciuto e più efficacemente protetto e conservato.

Anche per questo motivo l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2010 "anno della biodiversità". Purtroppo i risultati concreti sono stati assai pochi. La Flora del Modenese vuole anche essere un contributo di conoscenza per la conservazione di questa biodiversità: grazie a una "lista di attenzione", infatti, sono state identificate precisamente le specie che necessitano controlli e cure, dal monitoraggio delle popolazioni all'ideazione e realizzazione di progetti di conservazione attiva. L'importanza di repertori di questo tipo, oggi, non sta solo nella documentazione ma soprattutto nella capacità di fornire indicazioni di priorità nelle azioni volte a conservare. Molte sono, purtroppo, le specie a rischio di scomparsa: la loro tutela efficace è una responsabilità comune.


Nota

(1) Flora del Modenese. Censimento, analisi, tutela, a cura di A. Alessandrini, L. Delfini, P. Ferrari, F. Fiandri, M. Gualmini, U. Lodesani e C. Santini, Modena - Bologna, Provincia di Modena - Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010.

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