Rivista "IBC" XVIII, 2010, 2

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / interventi, progetti e realizzazioni, leggi e politiche, pubblicazioni, storie e personaggi

Un legame sempre più stretto unisce chi trasmette cultura e chi affronta la malattia mentale. Diamo voce all'esperienza di un giornale autogestito che resiste alle chiusure con la sola forza delle parole.
Oltre il muro

Vittorio Ferorelli
[IBC]

Nel confine. Era questo il titolo dello spettacolo messo in scena la sera del 14 gennaio 2010 al Teatro consorziale di Budrio, nel Bolognese. Con l'ultima replica, gli attori del Dipartimento di salute mentale dell'Azienda sanitaria di Ferrara e dall'Accademia della Follia chiudevano il cartellone di "MoviMenti". La rassegna, inaugurata lo scorso ottobre, è uno dei frutti del progetto "Teatro e salute mentale", promosso nel 2008 dalla Regione Emilia-Romagna e dalla quasi totalità dei dipartimenti che operano sul territorio. Alla fine di novembre, per valorizzare ancora di più questa singolare contaminazione tra palcoscenico e salute della psiche, la tournée delle 5 compagnie coinvolte è stata concentrata in un vero e proprio festival, tenutosi a Bologna.1

Non è che un esempio, il più recente e articolato, di una tendenza in atto da anni: il legame sempre più stretto tra chi fa e trasmette cultura, e chi è impegnato ad affrontare i malesseri dell'anima. Qualche politico di scarsa statura liquiderebbe il tutto con una battuta, magari accomunando i due ambiti sotto l'etichetta del "culturame". Ma a smentire gli umoristi di bassa lega c'è la qualità (alta) delle tante iniziative realizzate. Si pensi al lavoro quotidiano del Centro "San Lazzaro" di Reggio Emilia, che, in attesa del futuro museo, documenta quasi due secoli di sofferenze, di cure e di creatività un tempo recluse.2 Si pensi ai progetti che hanno aperto il Museo archeologico nazionale di Ferrara e il Museo della marineria di Cesenatico ai pazienti in cura, coinvolgendoli nelle fasi di scavo, di analisi e di ricomposizione dei reperti, o nel restauro di una vecchia barca a fianco dei maestri d'ascia.3 O ai laboratori di scrittura organizzati in varie città, con la collaborazione di biblioteche, scuole pubbliche e associazioni.4

La scrittura, appunto. Per dare voce a uno dei tanti innesti tra creatività e resistenza alla discriminazione, abbiamo scelto un progetto che vive proprio di parole. Uno di quei progetti silenziosi, che non danno luogo a incontri pubblici o a ribalte clamorose, ma vivono appartati. Dal 2002 al 2009 gli ospiti e gli amici della Comunità "La Barattiera" di Piacenza hanno dato vita a un giornale tutto loro, il "Barattiera News", che in sette anni ha pubblicato quasi ottanta numeri, oltre un migliaio di pagine e più di trecento disegni, realizzati da una quarantina tra autori e autrici (www.barattieranews.altervista.org). L'esperienza è stata così positiva da averne fecondata un'altra, ancora più ambiziosa: nel 2007, infatti, è nata "Radio Shock", l'emittente del Dipartimento di salute mentale piacentino, che trasmette da tutte le radio locali cittadine e naturalmente anche in rete (www.radioshock.biz).5

Il giornale, rigorosamente autoprodotto, racconta il dolce e l'amaro della vita di ogni giorno, il passare delle stagioni, l'arrivo dei nuovi ospiti e il saluto a quelli che se ne vanno, ma registra anche tutte le occasioni di viaggio, di scoperta, di crescita. Di cultura, insomma. Apriamo quindi, ai nostri lettori, alcune di queste pagine, quelle più vicine ai temi di "IBC": le visite ai musei, le gite nei parchi, le serate a teatro, la conoscenza e la difesa del proprio territorio. Alla fine di ogni brano, tra parentesi, sono citati i fascicoli di provenienza. I testi sono riprodotti integralmente, senza alcun intervento redazionale correttivo o "normalizzante", così come sono stati pubblicati su "Barattiera News", che non prevede alcun filtro tra gli autori e la loro scrittura. Una libertà di espressione a cui qualcuno, forse, guarderà con invidia, e che a tutti potrebbe insegnare qualcosa.6


"Espressione artistica e psicosi"

Tra il 12 e il 19 Ottobre, si è tenuta una mostra di pittura, organizzata dal centro diurno.

All'inaugurazione c'erano tutte le massime autorità psichiattriche di Piacenza, che si alternavano al microfono.

Folti applausi dal pubblico, ma quello che è stato applaudito di più è stato Ron Coleman, che è stato dichiarato pazzo dieci anni con la schizzofrenia e poi è guarito si è messo a parlare contro la psichiattria come viene attualmente applicata, ed ha ricevuto un sacco di applausi anche dai suoi avversari, un ovazione.

La mostra ha avuto successo, c'erano un sacco di curiosi che si aggiravano tra le quinte. Sono stati esposti pochi quadri perchè l'ambiente è troppo piccolo, e ci sarebbero stati altre pitture che meritavamo di essere esposti, ma per ragioni di spazio non si è potuto fare.

C'è stato un rinfresco di succulente varietà di paste e di salatini, gli psichiattri sono stati i più ingordi.

Livio

[I, 2002, 2, p. 3]


La "Vera" storia della Barattiera

Noi non conosciamo la vera storia della casa che ci ospita, e così ciascuno di noi ha pensato a quale potessero essere gli avvenimenti che sono accaduti tra queste mura. Da questo numero iniziamo a pubblicare alcune versioni e continueremo per alcuni numeri a venire.

Claudio


La "VERA" storia della Barattiera secondo Giuseppe

Nel 325 Avanti Cristo aveva preso il nome per la prima volta, nonostante il tempo passato su un poggioletto sorgeva una casupola di sassi chiamata con il nome di Barattiera.

Nel 35 Avanti Cristo le genti si erano disperse e così anche i basamenti dei nonostanti fondamenti e così ancora una volta la Barattiera si trasformò e divenne un posto dove i piccoli uomini lavoravano portando sassi e fascine per ricostruire il posto.

Un pò più lontano nel tempo in pratica la gente si spingeva a una sola cosa non volere la barattiera. Dopo esistette un periodo di valli con grandi piante con un verde immenso che stava sull'acqua, si arrivò in citta', nella mia citta'. All'inizio la storia comincio' proprio vicino al Po, dove esistevano incontri ravvicinati con mercanti di spezie e preziose tele, anche orientali. Poi la gente della citta' ebbe qualche cose da obbiettare sul fatto che si diceva che gente come quella della Barattiera era sospetta di fare magie e superstizioni. Cosi' questa era fini' lungo le falde del Po e la popolazione si costitui' alla citta' e divennero al mondo d'oggi gli abitanti dell'uscite periferiche della citta'. Gia' esisteva un posto all'uscita fra l'aria della citta' che si chiamava Besurica, perche' esistevano due amanti, dei quali si sapeva che purtroppo non potevano stare insieme e si sapeva che riversi nell'aria si "barattavano" i loro baci.

E' qui in una strada "come tante" del quartiere dove si infiltro' qualcosa che divenne fra le famiglie del posto e dopo molte generazioni si ricordano le persone che si misero a costruire la casa della "Barattiera". Oggi nonostante ci fossero alcuni "detti" sul fatto che la casa fosse abitata da presenze un po'strane. A questo punto devo dire la verita' anch'io a volte sento e vedo cose un po' strane. Mi dico che questo succede perche' piu' volte e' successo che in tutto questo tempo ad iniziare dalla piccola gente nera passando fra la gente miraggiosa, luoghi abominevoli, paesi da conquistare. Nonostante tutto arrivo' l'uomo con la propria famiglia ma anche su questo si dicono cose un po' macabre ed agghiaccianti. Ma noi siamo abbastanza tranquilli sul fatto di poterci stare. Una volta alla comunita' la "Sorgente" mi e' stato chiesto di venire a visitare il "posto" : non c'era neancora la casa, e' cosi' che vidi il posto e dopo tempo fui onorato a trasferirmici, ed ora eccomi che mediante il posto abbiamo dato il nome alla "Comunita'" la "Barattiera".

[II, 2003, 11, pp. 6-7]


La mostra di Ligabue

In Novembre ci siamo recati a visitare la mostra di Ligabue a Orzinuovi in provincia di Brescia.

Nonostante il tempo un po' grigio, la giornata è stata abbastanza bella perchè anche la mostra era molto bella. Siamo entrati senza pagare e vorrei però spiegare i quadri da come colpivano. Infatti io pensavo che Ligabue fosse un artista che si rifaceva a cose colorate molto spente e scure, invece mi ha colpito molto la vivacità dei colori. Molto strano che invece agli autoritratti come avrei pensato fossero pure loro il suo stile di questi c'era soltanto qualcuno. Invece a mia meraviglia ho apprezzato molto il suo secondo stile che si dimostrava molto vago sui colori un po' sgargianti che colpivano l'occhio. Tigri, leoni, e ghepardi erano così colorati e spiegavano la vita intrinseca di una psicologia che era continuamente in lotta con se stesso, forse la sua stessa vita, che io pensavo tanto spenta, era invece da lui intuita come delle colorate a meraviglia, fiere con scettri come volesse essere parte della propria vita, che io avrei pensato da un inverno colorato nero-marrone e grigio invece molto più vivacemente, una continua lotta con le cose che lui riusciva ad esternizzare. E così sono riusciti dei quadri meravigliosi sia come colori che come espressione.

Mi ha colpito molto una tela di un gatto con un falco pellegrino perchè diverso da tutti gli altri, ma molto vivace di colori.

Giuseppe

[II, 2003, 15, p. 18]


Escursione all'Isola Serafini

Siamo andati sull'Isola Serafini sul Po, io, Luca ed Ernestino.

In riva il Po sono sceso vicino al fiume ed è pericoloso a scendere perché se cadi finisci in Po e rischi di ammazzarti.

Dopo siamo risaliti e sono salito velocemente e per salire così veloce ne devo avere così di salute. Ero così preoccupato vicino al Po che dopo avere fatto la pipì nell'allacciare i pantaloni ho rotto la cintura.

L'aria del Po da molta salute altroché, lo dice anche Ernestino che è nato in questi posti, per dirlo Ernestino deve essere vero.

Dopo siamo andati dove fanno la corrente elettrica, poi siamo andati in un bar che era chiuso così ne abbiamo trovato un altro aperto. Nel bar ho preso un caffè ed ho fumato una sigaretta.

Dopo siamo andati con Luca, che è andato a comprare la canna da pesca e i vermi per pescare.

Sono stato emozionato a vedere il Po, io che sono nato lontano, a Milano, anche se avevo paura sono stato contento che ho preso l'aria buona del Po tutta salute, tanta salute.

Gian Franco

[III, 2004, 24, p. 7]


Gita nei luoghi Verdiani

Alla fine di Aprile ci siamo recati con la Caposala a Fontanellato.

La prima cosa che abbiamo visitato è stata la Rocca S. Vitale che è un Castello circondato da un fossato e dentro il Castello c'erano dei quadri antichi e degli arredamenti antichi e il Lallo voleva sedersi su una sedia antica che era del 1300 e allora la guida ha vietato al Lallo di sedersi. Poi ci siamo recati al Santuario di Fontanellato e c'era un libro dove abbiamo firmato e chi ha scritto delle preghiere che si trovava sotto la Statua della Madonna. Dopo aver mangiato al sacco ci siamo recati a visitare il Teatro di Busseto e la guida ci ha raccontato che il Teatro è stato costruito in onore di Giuseppe Verdi però Giuseppe Verdi non c'era mai stato dentro perché non andava d'accordo con i Bussetani.

Ci siamo recati a visitare la Casa Natale di Giuseppe verdi e la guida era una certa persona anziana che ci raccontò la vita del compositore, in particolare ci raccontò che Giuseppe Verdi era rimasto vedovo molto Giovane ed erano morti anche i figli. Allora Giuseppe Verdi si unì con Giuseppina Strapponi che però all'epoca era considerata una donnina allegra perché aveva avuto un figlio senza essere sposata e dai Bussetani era considerata una poco di buono e i Bussetani gli sputavano in faccia e così Giuseppe Verdi andò ad abitare sul Piacentino.

Nella stanza dove nacque Giuseppe Verdi c'erano delle persone che cantavano in onore di Giuseppe Verdi. Vicino alla casa di Giuseppe Verdi c' era la Chiesa di Roncole dove è stato battezzato Verdi e c'era l'organo dove lui poteva suonare che sapeva suonarlo a 4 anni.

Infine al cimitero di Roncole abbiamo visto la tomba Giovannino Guareschi che era uno scrittore che ha scritto Don Camillo e Peppone.

E' stata una bella giornata.

Marilena

[IV, 2005, 33, p. 8]


Una serata a teatro

Una sera siamo andati a Teatro al Municipale di Piacenza a vedere un'opera che raccontava la storia di un padre pazzo, che aveva in testa che sua figlia non era sua veramente sua figlia. Allora la moglie chiamò un dottore ed anche a lui questo padre gli disse di essere sicuro che sua figlia non era sua figlia. Allora il Dottore d'accordo con la moglie di questo uomo gli mise perfino i vincoli e lo legò alla sedia. Va finire la storia che la figlia che l'aveva avuta veramente con sua moglie però lui aveva la fissazione che questa ragazza non fosse sua figlia. Così questo padre morì pazzo convinto che sua figlia non fosse sua figlia. La morale però di questa storia non l'hò capita. Mi è piaciuto andare a teatro, anche se era una storia triste. Quando ho visto che legavano il padre pazzo, mi è venuto in mente quando una volta alla Sorgente mi hanno legato a letto, per pochi minuti.

Marilena

[VI, 2007, 54, p. 6]


Il muro

Sono arrabbiata perché stanno costruendo un muro vicino alla nostra comunità ed hanno buttato giù la nostra rete di recinzione per fare questo muro ed anche una pianta. Questo muro ci toglie il panorama e sarà ancora peggio quando costruiranno le case. Da quella parte c'era un verde tanto bello, che era meraviglioso vederlo, ma adesso con questo muro non si vede più niente. Quando ci saranno le case mi potranno vedere dalla finestra della mia camera quando mi vesto e mi spoglio. Dovrò stare attenta a stare nuda anche nella mia camera e questa cosa non mi piace mica tanto. Speriamo che le case che costruiranno non abbiano finestre di fronte alla mia, perché se no ho paura che mi spiano, quando sono nuda. Io chiedo al Sindaco d'intervenire e bloccare queste costruzioni; ma io chi sono per poter parlare con il Sindaco di Piacenza ? A me non mi ascolta di sicuro, perché quelli che comandano non mi ascoltano mai. Speriamo che questa volta mi ascoltino e blocchino i lavori.

Marilena

[VII, 2008, 66, p. 4]


Gli emigranti

Groppallo oggi c'è qualcosa di nuovo, stanno ritornando i francesi in un fremito attivo. Rivedano la terra che li ha costretti ad emigrare, rivedono le case che hanno dovuto lasciare. Giocano a bocce, bevano il Pernot, sono in piazza alla Balotta, sono ritornati in massa "alla calata". Per le belle francesine, i vitelloni del luogo, che sono bonari, ma non sanno una parola di francese. Le francesine scandalizzano con abbigliamenti audaci, sono frizzanti come coppe di champagne, quando ripartano lasciano un po' di malinconia negli occhi di qualcuno. Gli emigranti raccontavano storie intense come delle immense luci di Parigi. Invece quando ritorneranno di Groppallo ricorderanno un muggito di una mucca, il latte fresco appena munto, le passeggiate, le fontane fredde e i funghi saltati fuori dopo un "orizzonte" di pioggia. Questa è la poesie più bella e fiabesca, la poesie della natura, che si porteranno nel cuore tornando nelle loro città, con il desiderio di tornare al più presto.

Mirella

[VII, 2008, 73, p. 8]


Note

(1) Per approfondire: www.teatralmente.it.

(2) Si veda: E. Raimondi, Nelle stanze della follia, "IBC", XI, 2003, 1, pp. 14-18. Nel sito web del Centro di documentazione di storia della psichiatria "San Lazzaro" si segnala in particolare la sezione dedicata alle opere d'arte dei ricoverati: www.ausl.re.it/biblioteca/html/3600.html.

(3) Sul progetto ferrarese - avvicinato ad altre esperienze italiane nel corso del convegno "La dimensione creativa nella riabilitazione psichiatrica" (Museo archeologico nazionale di Ferrara, 30 ottobre 2009, www.archeobologna.beniculturali.it/mostre/fe_convegno_archeoterapia.htm) - si veda anche: C. Conti, Mettendo insieme i cocci, "IBC", XVII, 2009, 3, pp. 94-96. Il progetto di Cesenatico, "Tutti sulla stessa barca", è stato presentato al pubblico il 17 dicembre 2009 (www.news-forumsalutementale.it/cesenatico-tutti-sulla-stessa-barca).

(4) Mi limito ai titoli di due laboratori di scrittura: "Casa del Sole" dell'Azienda sanitaria di Reggio Emilia (presentato nel corso della IV Settimana della salute mentale, dal 19 al 26 settembre 2009 a Reggio), e "Lasciateci pensare", realizzato dall'Azienda sanitaria di Parma in collaborazione con i licei "Romagnosi" e "Marconi" (presentato il 20 novembre 2009 alla Casa della Musica di Parma).

(5) Per la realizzazione di questo pezzo devo ringraziare Giuliano Guidotti ("Barattiera News"), Giovanni Smerieri, Emanuele Guagnini e Davide Rossi (rispettivamente editore, coordinatore e redattore di "Radio Shock"). "Radio Shock" fa parte di una costellazione di emittenti che resistono all'emarginazione dei pazienti psichiatrici: in Emilia-Romagna trasmettono anche "Psicoradio" a Bologna (www.psicoradio.it) e "Radio Tab" a Reggio Emilia (www.radiotab.it); a livello nazionale, "Rete 180" a Mantova (www.rete180.it) e "Radio Fragola" a Trieste, che, nata nel 1984, è considerata la capostipite (www.radiofragola.com).

(6) Su questa possibile invidia, e su ciò che "la letteratura ha imparato dai matti", si legga il divertente saggio di Ermanno Cavazzoni negli atti del Seminario internazionale sul romanzo tenutosi a Trento tra 2007 e 2008 (Al di là del genere, a cura di M. Rizzante, W. Nardon e S. Zangrando, Trento, Università di Trento, 2010): www.nazioneindiana.com/2010/03/30/che-cosa-la-letteratura-ha-imparato-dai-matti.

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