Rivista "IBC" XVII, 2009, 4

musei e beni culturali / progetti e realizzazioni, pubblicazioni

Il sistema che unisce i 54 musei modenesi compie il suo decimo anno: ecco cosa è stato fatto e che cosa resta ancora da fare.
Grandi e piccoli, insieme

Lauretta Longagnani
[Ufficio cultura della Provincia di Modena]

Per James Hillman, grande psicologo e filosofo americano, "le cose raccontano storie, parlano di come sono state fatte, delle circostanze in cui sono state fatte e, se sono cose vere, raccontano delle verità", recuperando una realtà viva che "assorbe i pensieri e le tradizioni degli uomini che la abitano da secoli e da millenni". È un invito a farci prendere per mano, a ricercare l'"anima dei luoghi" e a ritrovare il senso di un legame fra passato e presente, fra spazio museale e senso di appartenenza, fra il tempo della memoria e quello dell'esistente. Potremmo leggere questo filo conduttore anche nelle pagine del libro La storia in mostra. Immagini dai musei modenesi, un progetto che ha preso avvio dalla necessità di realizzare materiale fotografico nuovo e aggiornato sulle collezioni e sulle raccolte, e che si è voluto tradurre in un prodotto editoriale in occasione dei 10 anni di attività del Sistema museale della Provincia di Modena (www.museimodenesi.it).

Un viaggio per immagini, alla scoperta di elementi di suggestione, cultura, relazione, aprendo a nuove modalità di visione, al fascino dell'inedito e del singolare, posando lo sguardo sui luoghi e sugli oggetti e partecipando alla loro presenza, diviene un modo per prendersene cura, per abitare queste storie che rimandano all'avvicendarsi di uomini e istituzioni. Il racconto di un territorio del quale i musei, come tessere di un mosaico, restituiscono aspetto e identità: dalla pianura alla montagna, luoghi dell'arte e della storia, della scienza e della tecnica, sedi di una composita memoria collettiva, che tramanda il patrimonio intellettuale, materiale e civile di una comunità. Una realtà museale assai eterogenea, saldamente legata allo spazio geografico e culturale a cui appartiene, un patrimonio che negli ultimi anni ha acquisito un ruolo sempre maggiore nella diffusione della conoscenza diacronica di questi luoghi.

La rete dei musei modenesi mette in relazione 54 istituzioni, pubbliche e private: un sistema complesso, caratterizzato da istituzioni molto diverse fra loro per entità, contenuto delle raccolte e dimensione espositiva, che è stato promosso dai servizi Cultura e Turismo della Provincia di Modena, con diversi obiettivi: favorire la conoscenza del valore delle collezioni, qualificare il livello dei servizi attraverso l'introduzione di standard di qualità, produrre esperienze didattiche significative in un costante dialogo con il mondo della scuola e i diversi target di utenza, aumentarne la forza di attrazione attraverso un rapporto integrato con il territorio. Un'attività che si è articolata in questi dieci anni attraverso una serie di azioni operative, attuate insieme ai musei, con un ruolo propulsore e di coordinamento della Provincia e un rapporto di collaborazione e confronto sulle strategie della rete con l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna.


Il punto di partenza ha privilegiato le aree della comunicazione e della promozione, che solitamente si integrano per prime in quanto assicurano, fin dall'inizio, un ritorno di visibilità del sistema e consentono forti economie di scala che possono essere sfruttate a livelli diversi di aggregazione. Nella logica sistemica questa funzione consiste nel riversare i benefici derivanti dal maggior potenziale attrattivo dei siti più noti anche sulle realtà spesso impropriamente definite "minori", che scontano la limitata popolarità e l'insufficienza di risorse finanziarie per promuoversi adeguatamente nei confronti dell'utenza potenziale.

Attraverso l'incarico a un promoter e un'azione concertata con i vari referenti, è stato definito un piano di comunicazione volto ad aumentare, attraverso un'immagine coordinata, la conoscenza delle varie istituzioni museali, incentivando l'incremento dei visitatori e dei potenziali sostenitori. Sono stati quindi realizzati alcuni strumenti di promozione: il logo connotativo della rete, il sito Internet (con informazioni di carattere generale sulle raccolte, sull'offerta didattica e sugli eventi), dépliant informativi, inserti su riviste specializzate, guide commentate sui musei aderenti e sugli itinerari tematici museali, fino alla recente pubblicazione Collezioni e tentazioni. Ricette dai musei modenesi.

Attraverso la Legge regionale 18-2000 "Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali", è stato possibile, proprio in quanto sistema, attuare progetti significativi, fra i quali: la segnaletica interna, attraverso un'immagine personalizzata per ciascun museo; la segnaletica direzionale omogenea per tutta la rete museale del territorio provinciale (che ne restituisce, a livello visivo, il carattere di organicità); un gioco interattivo rivolto ai ragazzi dagli 8 ai 13 anni, con lo scopo di incuriosirli e sollecitarli alla visita ("Willy alla ricerca dell'oro nero"). Inoltre, con la collaborazione dei musei, sono state avviate campagne di comunicazione mirate a determinate categorie di utenza, fra le quali si segnala "Hai mai visto? Al museo c'è", finalizzata a catturare l'attenzione del pubblico degli adolescenti e dei giovani attraverso immagini e slogan su manifesti di grande impatto adattati a ogni singola realtà museale, che sono stati distribuiti in luoghi e vie di comunicazione a elevata frequentazione nella città di Modena e negli altri più importanti comuni del territorio.

Tra le principali tappe delle azioni coordinate di promozione, un discorso a parte merita la campagna "Musei aperti". Dopo una prima edizione limitata all'offerta di un'apertura straordinaria e gratuita in occasione della "Settimana per la cultura", negli anni successivi si è trasformata in un progetto più ambizioso con la manifestazione "Musei da gustare", in cui ogni singolo museo, sfruttando appieno la propria personalità culturale, si offre come contesto ideale in cui sperimentare e condividere i diversi "gusti" in cui si esprime la vita: creare, viaggiare, sentire, scoprire, star bene con sé stessi e con gli altri, guardare e sognare nuovi mondi possibili... Conferenze, spettacoli, incontri letterari, degustazioni, visite guidate gratuite portano nei musei anche un pubblico non abituale, confermando il successo dell'iniziativa, ma soprattutto il risultato di un primo ambito di coordinamento operativo fra i musei.

Consapevoli che un'azione efficace del museo non può prescindere dal ruolo che il personale è chiamato a svolgere, un altro settore su cui si è voluto investire è stato quello dell'attività formativa. Un lungo e articolato percorso di approfondimento e ricerca, avvalsosi della consulenza di un'esperta di didattica museale come Alba Trombini e del coinvolgimento di esperti provenienti da prestigiosi musei italiani ed europei, ha affrontato tutti gli aspetti di attualità legati alle problematiche museali: la comunicazione, la gestione, gli standard, l'ascolto del pubblico, il rapporto con il territorio. Il tema dell'educazione è stato analizzato da diversi punti di vista, esplorando in particolar modo le potenzialità del patrimonio culturale e museale inteso anche come luogo, occasione e strumento per la crescita personale dei singoli individui e della collettività.

Pur avendo dedicato un'attenzione particolare alle esigenze formative degli operatori museali e degli insegnanti, principali destinatari di tutte le iniziative, si è scelto poi di estendere la partecipazione anche a quanti, a vario titolo e con competenze diverse, si occupano di educazione e valorizzazione in campo culturale e sociale. Questo ha consentito di dar vita a un capitale prezioso di conoscenze specifiche per il sistema museale, di accrescerne la visibilità presso le altre istituzioni italiane e straniere, ma anche di far emergere, dal confronto, un'attenta riflessione sul rapporto con il pubblico e su come pensare e costruire una nuova progettualità per il futuro.

Da questo rinnovato interesse per il pubblico, da questa esigenza di comprenderne i comportamenti e gli stili di vita, di individuarne i bisogni, i desideri, le percezioni, gli atteggiamenti, e quindi di sostenere in modo continuativo il processo di fruizione culturale, muove anche la necessità, per il Sistema museale modenese, di affrontare un percorso di conoscenza delle caratteristiche quantitative e qualitative dei visitatori dei musei modenesi. La ricerca, avviata nel 2006 con la collaborazione di Mario Turci e Alessandro Bollo e con il contributo della Regione Emilia-Romagna, si svolge in due fasi: un'indagine diffusa attraverso un questionario breve a domanda chiusa sull'identità e sul grado di soddisfazione del visitatore, sostenuta da una campagna di sensibilizzazione ("Hai due minuti? Contribuisci anche tu a migliorare la qualità dei servizi del tuo museo!"); un'indagine qualitativa sulle motivazioni, i processi decisionali e le aspettative inerenti all'esperienza museale, attraverso la realizzazione di focus group su target differenziati di fruitori museali. Un'esperienza estremamente importante, sia per l'impegno e il coinvolgimento degli operatori e volontari che vi hanno collaborato, sia per gli aspetti metodologici dell'indagine, che dovrebbe servire ai musei per avviare un percorso di verifica sulla propria "politica del pubblico".

Se l'informazione, la promozione, l'attività formativa e la ricerca sono stati i campi di intervento privilegiati per il Sistema museale modenese, altrettanto importante è stata l'attenzione rivolta agli aspetti qualitativi dei servizi, nella consapevolezza che mai come in quest'ultimo decennio il museo ha preso coscienza del suo ruolo nell'ambito dell'offerta culturale e turistica del territorio. Questa attenzione si è tradotta in un programma di interventi per favorire il progressivo adeguamento a standard minimi di qualità, con un'azione congiunta della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Modena e dei musei interessati, che hanno destinato risorse in conto capitale per progetti di miglioramento delle strutture, riguardanti l'impiantistica, l'allestimento e gli arredi, le attrezzature informatiche e tecnologiche, la sicurezza, il superamento delle barriere architettoniche, l'attivazione di laboratori didattici e di servizi per l'accoglienza.

Nel complesso è migliorata la qualità complessiva dei musei modenesi, confermata da un aumento dei visitatori: dal 2000 al 2008, sulla base delle rilevazioni degli stessi istituti, si è passati dai quattrocentomila a sfiorare quasi il mezzo milione (uno su quattro è studente). Un contributo rilevante è giunto dall'apertura di nuove realtà, come il Museo della figurina di Modena o quello storico di Nonantola, ma anche da interventi di recupero di edifici storici, come il Castello di Formigine e il Palazzo dei Pio a Carpi.1


È importante sottolineare che le azioni adottate dal Sistema museale modenese in questi dieci anni sono state il prodotto di un lavoro collegiale di verifica e confronto con i referenti dei musei aderenti ed è questa una condizione essenziale per la vitalità di una rete che presenta realtà così diverse fra loro. Dialogare con i musei grandi e i piccoli musei della montagna, con le realtà all'avanguardia e con quelle più disagiate, ha richiesto e richiede tuttora uno sforzo comune, che riteniamo sia stato recepito dalle diverse strutture coinvolte e sollecitato dalla volontà di crescere e migliorare insieme, anche attraverso lo scambio di conoscenze e di buone pratiche.

Sicuramente l'attività di comunicazione e promozione ha prodotto una maggiore conoscenza e visibilità dei musei, ma oggi occorre definire strategie che meglio si adattino alle diverse caratteristiche ed esigenze dei soggetti aderenti, verificare strumenti più efficaci di promozione e tecnologie web innovative, risolvere i problemi ancora riscontrabili nell'aggiornamento costante e in tempo reale del sito Internet. È necessario operare affinché il maggior numero di musei modenesi possa raggiungere gli standard di qualità e il successivo traguardo del riconoscimento. Se da una parte, in questi anni, è stato prodotto un significativo miglioramento degli insiemi, oggi occorre individuare i nodi in cui permangono punti di debolezza e carenze oggettive, e i musei più evoluti possono costituire un modello per quelli più in difficoltà, perché fare sistema vuole dire anche questo.

La rete deve avere una solida base di offerta e questo obiettivo non può prescindere dal raggiungimento di un buon livello dei servizi, da una programmazione maggiormente coordinata che affronti le ancora forti disomogeneità che permangono sugli strumenti di promozione, sugli orari di apertura, sulle politiche tariffarie e sulle modalità di differenziazione delle stesse. Diventa quindi fondamentale anche un più forte collegamento con il territorio: oggi più che mai la sfida per il futuro si misura sulla capacità che il museo avrà di integrarsi con le altre peculiarità sociali, culturali ed economiche della propria area di appartenenza. In tal senso il Sistema museale modenese intende promuovere una progettazione che coinvolga anche gruppi ristretti di musei nella creazione di percorsi tematici, che solleciti la ricerca (anche fuori dai confini provinciali) di nuovi partner su cui convogliare progetti e sinergie comuni, e che valuti l'opportunità di introdurre o meno strumenti nuovi (biglietti unici, card, eccetera) per facilitare e stimolare l'accesso ai musei da parte sia del pubblico locale sia di quello turistico.

Vorrei chiudere con un'ultima sottolineatura: l'importanza di valorizzare la didattica. Nell'affrontare politiche per una reale accessibilità della cultura, pur in una fase di difficoltà economica e carenza di risorse, resta una responsabilità educativa dei vari livelli istituzionali, delle diverse componenti della società, del museo stesso, dare una risposta al bisogno di partecipazione dei cittadini, alle richieste che provengono dalla scuola e dai giovani. In questa consapevolezza civile sta la radice della futura competitività del nostro territorio.


Nota

(1) Sui musei citati si vedano, nell'ordine: G. Benassati, Tutte le figurine del mondo, "IBC", XV, 2007, 3, pp. 16-18; M. Cattini, Quattro piani di storia, "IBC", XVI, 2008, 2-3, pp. 24-27; C. Vecchio Nepita, Narra la fortezza, "IBC", XV, 2007, 2, pp. 30-32; S. Luppi, Il castello ritrovato, "IBC", XIII, 2005, 4, pp. 34-36.

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