Rivista "IBC" XVI, 2008, 4
territorio e beni architettonici-ambientali / pubblicazioni
Da un po' di anni si attendeva un volume di storia della bonifica che, oltre a ricostruire importanti vicende locali, vivacizzasse il dibattito storiografico, aprisse nuove piste di ricerca e ridesse visibilità a un tema affascinante e nient'affatto esaurito. La laboriosa e convincente indagine di Tito Menzani - borsista presso il Dipartimento di scienze economiche dell'Università di Bologna - riapre la discussione sul rapporto tra pubblico e privato, per offrire al lettore un'interessante chiave di lettura, in un lungo arco cronologico, che va dalla fine del Settecento ai giorni nostri.
Fin dal passaggio dalla preistoria alla storia, l'intento dell'uomo di migliorare il proprio territorio ha determinato una serie di interventi volti a separare le terre dalle acque, per limitare il potere distruttivo di queste ultime, e sfruttarne al contrario le potenzialità. Da qui ha inizio l'attività di bonifica, intesa come miglioramento e preservamento dell'ambiente in cui si vive, attraverso il suo controllo. In età medievale e moderna il rapporto tra l'uomo e l'acqua si è ulteriormente complicato, con derivazioni di carattere giuridico-istituzionale, correlate alla nascita di organismi deputati alla bonifica, dalle assunterie alle congregazioni di scolo, dalle magistrature alle deputazioni. Più di recente, fra Ottocento e Novecento, la bonifica si è legata strettamente ad alcuni temi tipici del contesto contemporaneo, dalla modernizzazione allo sviluppo economico, per farsi coprotagonista di molte trasformazioni radicali.
Per quanto concerne la bonifica della pianura romagnola occidentale, compresa fra i fiumi Sillaro e Lamone, la creazione del Canale in destra Reno rappresenta il filo conduttore lungo il quale si snodano le vicende degli ultimi due-tre secoli. Si tratta di un'opera ingegneristica di notevole mole, che ha contribuito a risolvere in maniera definitiva il cronico problema dello scolo nella bassa ravennate, causa di un disordine idraulico che annualmente provocava danni in parecchie migliaia di ettari di aree coltivate o abitate. La realizzazione di questa infrastruttura, quindi, è stato un momento decisivo della bonifica romagnola, e ha rappresentato un fattore fondamentale dello sviluppo economico e della modernizzazione del territorio, con numerose conseguenze sul piano sociale e istituzionale.
Il progetto del collettore a destra di Reno risale all'abate Lecchi, che nel 1767 - nell'ambito di un piano di generale risistemazione idraulica - per la prima volta ipotizzò la sua realizzazione, al fine di agevolare il deflusso delle acque verso l'Adriatico; oltre due secoli dopo, nel 1974, il lavoro veniva definitivamente completato. In circa duecento anni, quindi, si dipanano le vicende relative alla costruzione di una grande infrastruttura, che sono prevalentemente costituite da diverse fasi di dibattito o polemica, in un susseguirsi di progetti, proposte e varianti, che sopravanzano nettamente l'insieme dei momenti di realizzazione concreta del canale. La ricostruzione di questi eventi diventa quasi un pretesto per indagare in maniera più estesa sulle molteplici trasformazioni del territorio servito dal collettore, e per inserire le vicende delle bonifiche e del governo delle acque della Romagna occidentale nel contesto dello sviluppo economico locale.
In effetti la bonifica è stata il principale mezzo per la redenzione di alcune aree comprese fra Sillaro e Lamone, e in definitiva ha consentito la modernizzazione di un comprensorio altrimenti condannato a una marginalità economica. Le plurisecolari vicende della bonifica romagnola raccontano una storia di sovrani e di sudditi, di abati e di scienziati, di agrari e di imprenditori, di ingegneri e di braccianti. I protagonisti della grande opera di risistemazione idraulica della pianura romagnola occidentale appartengono a sfere apparentemente opposte, se non inconciliabili, ma diventate complementari nel corso degli ultimi secoli. E le istituzioni, come la società civile, in un virtuoso intreccio fra pubblico e privato, hanno concorso al superamento dei tanti ostacoli che si frapponevano all'azione dell'uomo sul territorio.
T. Menzani, Le bonifiche in Romagna. La realizzazione del Canale in destra di Reno (secc. XVIII-XX), Imola, La Mandragora, 2008, 368 pagine, 35,00 euro.
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