Rivista "IBC" XXIV, 2016, 1
territorio e beni architettonici-ambientali / convegni e seminari, itinerari
Questo testo è la sintesi dell'intervento dell'autore al Convegno "Castelli dell'Emilia-Romagna: percorsi tra cultura e turismo" svoltosi il 14 aprile 2016 a Bologna. Esso sintetizza il lavoro svolto nel corso degli anni da Stefano Pezzoli, Anna Gianotti, Simona Ferraioli, Maria Elena Tosi. È necessario inoltre ricordare la consulenza di Vincenzo Vandelli, Walter Baricchi, Carlo Giunchi per la definizione dei criteri con cui formare l'elenco dei 128 castelli visitabili e il lavoro svolto dall'ufficio stampa dell'Istituto per i beni culturali, nelle persone di Carlo Tovoli e Valeria Cicala, per l'organizzazione delle due giornate "Di torre in torre", un tour fra i castelli dell'Emilia-Romagna che ha avuto luogo l'11 e il 12 luglio del 2015.
Nel corso dell'anno 2015 il Servizio beni architettonici dell'IBC, l'Istituto regionale per i beni culturali, ha identificato e censito i castelli presenti in Emilia-Romagna in cui è prevista un'apertura al pubblico. Il lavoro condotto si basa sulle risultanze di due ricerche precedenti.
La prima è il progetto triennale presentato nel 2005 dal Dipartimento di Paleografia e Medievistica dell'Università di Bologna, dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna e dall'Istituto Italiano dei Castelli nella giornata di studi dal titolo Castelli medievali e neomedievali in Emilia-Romagna (1). Lo studio ha preso in considerazione tutte le architetture castrensi fondate in ambito regionale, comprendendo quindi sia quelle di cui è rimasta traccia soltanto nelle fonti documentarie sia quelle abbandonate nel corso dei secoli e ridotte allo stato di ruderi. Sono stati così individuati circa 1900 castelli, riuniti in un sistema GIS disponibile online nel portale "Ambiente" del sito dell'ente regionale.
L'IBC ha partecipato alla ricerca compilando le schede dei beni architettonici e supportandole con documenti grafici e fotografici raccolti nel corso degli anni, fin dalla prime campagne di rilevamento degli insediamenti storici realizzate negli anni settanta. Molti materiali sono stati tratti dalla raccolta sistematica delle principali fonti iconografiche e cartografiche storiche effettuata dall'IBC sul territorio regionale: ad esempio, i catasti e le topografie ottocentesche, e le foto aeree, a partire da quelle degli anni trenta. E inoltre, alcune campagne fotografiche specifiche, svolte da Paolo Monti, Corrado Fanti, Augusto Viggiano e molti altri. Tra queste, indubbiamente il fondo di maggior rilievo è quello fotografico e cartografico raccolto e realizzato da Gianfranco Fontana negli anni sessanta per la pubblicazione di Rocche e castelli di Romagna (oltre 8000 negativi) interamente acquisito dall'IBC. (2)
La seconda ricerca che ha supportato la mappatura che oggi si presenta è l'elenco stilato dal Servizio Beni Architettonici e Ambientali dell'IBC per un progetto d'inventario dei castelli presenti sul territorio regionale, che ha invece selezionato gli edifici fortificati ancora esistenti, integri oppure costituiti da resti consolidati, riuniti nel numero di 271 unità (3), di cui 73 in stato di rudere o di riconoscibile avanzo. Una rilettura più approfondita potrà naturalmente apportare correzioni e integrazioni.
Partendo da tali premesse, e aggiornando questo lavoro a finalità più connesse alla valorizzazione e promozione turistica, si è ritenuto successivamente di procedere a un'indagine che si fonda su un criterio di selezione basato sulla fruibilità da parte del pubblico, ovvero individuando i castelli che, con modalità differenti, risultano ad oggi visitabili. Sono stati inclusi anche i beni di questa tipologia che osservano un'apertura solo stagionale, oppure accessibili su appuntamento o aperti solo in occasione di manifestazioni, o ancora destinati solo a eventi privati o trasformati in alberghi o ristoranti e quindi accessibili ai soli ospiti. Ad essi vanno aggiunti alcuni esempi di ruderi che si è scelto di inserire in quanto particolarmente significativi per dimensioni dei resti visibili e per contesto paesaggistico circostante. Il numero dei castelli censiti secondo il principio sopra espresso è quindi di 128 unità.
Al fine di organizzare i dati raccolti in modo da poterli successivamente analizzare e confrontare attraverso filtri ed elaborazioni informatiche è stato creato un database in Excel. Per ogni castello si sono raccolte le seguenti informazioni, che corrispondono ciascuna a una colonna del foglio di calcolo: denominazione (ovvero come il bene è noto nella letteratura più recente), provincia e comune di appartenenza, località, indirizzo, cronologia (espressa nei due secoli che fanno da estremo remoto ed estremo recente, laddove noti), fonte delle notizie storiche, tipo di proprietà (pubblica o privata), sito web dedicato (se presente), coordinate per la georeferenziazione su Google Maps e sulla Carta Tecnica Regionale, altitudine, uscita autostradale più vicina, appartenenza a circuiti turistici (sono state indicate anche associazioni non più attive ma che hanno comunque rappresentato un'esperienza di riferimento), accessibilità per i disabili, apertura al pubblico (indicando le diverse casistiche prima ricordate), didattica (specificando la tipologia dei servizi offerti quali visite guidate, laboratori didattici, eventi privati intesi come disponibilità anche di aule per convegni). Le ultime due colonne sono "museo" e "ricettività": nella prima sono stati inseriti i musei che sono ospitati nel bene stesso, mentre nella seconda sono indicati ristoranti e strutture ricettive (hotel, bed & breakfast, residenze d'epoca) che, come nel caso del Museo, sono collocati nei locali stessi o di pertinenza del castello considerato.
Nella provincia di Piacenza si annoverano 32 castelli visitabili, la maggior parte dei quali di proprietà privata, mentre nella provincia di Parma ne troviamo 22 di cui la maggioranza sono di proprietà pubblica. In questo territorio, un tempo unito geo-politicamente in un unico Ducato, è stata creata nel 1999 l'Associazione dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza che riunisce 24 tra manieri e rocche, a cui hanno aderito nel corso degli anni numerosi altri beni. Il consorzio è nato al fine di garantire l'apertura al pubblico dei beni associati e di promuovere la conoscenza della storia, dell'arte e della cultura eno-gastronomica del territorio, raggiungendo ottimi risultati in termini di visibilità e numero di visitatori.
Nella provincia di Reggio Emilia sono stati rilevati 12 castelli, prevalentemente di proprietà pubblica. Nove di questi erano stati riuniti in un circuito denominato Castelli matildici e corti reggiane, nato nella seconda metà degli anni duemila su iniziativa della Provincia di Reggio Emilia con l'intento di promuovere le testimonianze legate alle vicende storiche che hanno avuto come protagonista Matilde di Canossa. Questa intenzione si era tradotta concretamente nella realizzazione dell'uscita autostradale "Terre di Canossa-Campegine", ma il circuito non risulta più attivo. Al suo posto viene dedicato sul sito di promozione turistica della Provincia "Terre di Canossa" un itinerario dal nome "I castelli e le pievi di Matilde", che riunisce i soli castelli di Bianello, Canossa, Carpineti, Rossena e Sarzano.
Nella provincia di Modena sono stati censiti 17 castelli, quasi interamente di proprietà pubblica. La Provincia di Modena ha promosso un circuito che riunisce 15 dei castelli considerati (a cui sono da aggiungere il Castello dei Pico a Mirandola e la Rocca Estense a San Felice sul Panaro, inagibili a causa del sisma del 2012), denominato Castelli di Modena. Tale consorzio presenta un sito web dedicato dove è possibile consultare una breve scheda per ciascun castello, una sezione eventi/news e le informazioni turistiche relative alla ricettività. Tuttavia le informazioni ivi contenute risultano aggiornate al 2013 per la sezione eventi e al 2014 per le schede dei singoli beni.
Conviene ricordare che gli stessi castelli esaminati nella provincia di Modena sono stati interessati dal progetto europeo "CASTRUM - Torri Castelli Cinte murarie: un progetto di valorizzazione dei beni culturali e delle città minori del Mediterraneo occidentale per la promozione del turismo sostenibile", conclusosi nel 2004 e finanziato nell'ambito del programma comunitario INTERREG, sottoprogramma MEDOCC, con capofila la Regione Piemonte e la partecipazione di 8 regioni italiane, una spagnola, la Murcia, una portoghese, l'Algarve, e due associazioni del Marocco. Per questo progetto l'IBC realizzò appunto l'itinerario "16 Castelli modenesi da riscoprire e visitare".
Le aree bolognese e ferrarese sono risultate essere quelle con la minore concentrazione di architetture castrensi nel panorama regionale: 9 castelli nella prima, 4 nella seconda, per la maggior parte di proprietà pubblica. Non sono presenti circuiti turistici che coinvolgano i beni esaminati eccetto che un protocollo d'intesa tra i castelli di Dozza, Castel del Rio e Bagnara di Romagna (nella provincia di Ravenna) per intraprendere iniziative comuni di valorizzazione e un biglietto cumulativo d'ingresso.
Nel territorio ravennate si riscontra una situazione simile a quanto appena esposto per le province di Bologna e Ferrara: 6 sono i castelli censiti, la proprietà di 5 di essi è riconducibile ai Comuni competenti. Per quanto riguarda l'inserimento in percorsi di valorizzazione, a parte il caso già citato di Bagnara di Romagna, la Rocca dei Veneziani di Brisighella fa parte del circuito turistico di Romagna Visit Card − di cui si dirà in seguito − insieme alla Rocca Sforzesca di Riolo Terme, che fa parte anche del circuito Amaparco, organizzato dalla cooperativa "Atlantide" e che promuove la conoscenza e la valorizzazione dei luoghi in esso compresi proponendo un'ampia offerta didattica destinata alle scuole primaria e secondaria.
Le province di Forlì-Cesena e di Rimini mostrano invece un incastellamento più capillare, dovuto alla fioritura di piccole ma potenti signorie tra il XII e il XV secolo. Aperti al pubblico sono stati rilevati 15 castelli nel territorio forlivese-cesenate e 11 nel riminese, di cui la maggior parte di proprietà pubblica. Sei beni fanno parte del circuito Romagna Visit Card, una carta turistica il cui acquisto consente l'ingresso gratuito o ridotto nei luoghi aderenti al consorzio, stimolando quindi il visitatore a conoscere il maggior numero di siti suggeriti. La Rocca Malatestiana di Verucchio è inserita nel circuito promosso dalla Provincia di Rimini dal nome Malatesta & Montefeltro, tradottosi in una pubblicazione omonima e che intende valorizzare la Valconca e la Valmarecchia. I castelli di Castrocaro, Sorrivoli, Longiano, Verucchio e Montefiore Conca erano parte dell'itinerario Paese di Guidi e Malatesta elaborato dall'IBACN per lo stesso Progetto "CASTRUM" sopra citato.
1 Castelli medievali e neomedievali in Emilia-Romagna. Atti della giornata di studio. Bologna, 17 marzo 2005, a cura di Maria Giuseppina Muzzarelli e Antonella Campanini, Clueb, Bologna 2006.
2 M. Foschi, Castelli medievali e neomedievali dell'Emilia-Romagna. Una ricerca e una banca dati in evoluzione, in Castelli medievali e neomedievali in Emilia-Romagna, cit., pagg. 17-23.
3 Stefano Pezzoli, Di torre in torre, in "IBC", XXIII, 2015, 3.
Azioni sul documento