Rivista "IBC" XII, 2004, 1

Dossier: Due castelli dai destini incrociati - I restauri di Bazzano e San Martino in Rio

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier / restauri

Introduzione

Lidia Bortolotti
[IBC]

Prevenire, curare, restaurare, importa anzitutto la necessità di conoscere una situazione, che non è soltanto quella del singolo pezzo ma in primo luogo della struttura di cui esso è un elemento.

Emanuele Casamassima, Le contraddizioni del restauro, 1981.1

 

Nei primi anni Settanta - a ridosso di una dissennata stagione segnata dai disordinati impulsi consumistici di un effimero boom economico che tra gli altri effetti aveva prodotto, per ragioni speculative o squisitamente utilitaristiche, l'eliminazione fisica di una considerevole porzione di patrimonio storico e architettonico (quando ciò non era avvenuto a causa dei precedenti eventi bellici) - in una fase politica contraddistinta da un significativo confronto tra Stato e Regioni sulle tematiche del decentramento, la Regione Emilia-Romagna vara il testo di legge che dà vita all'Istituto per i beni culturali (IBC).

Grazie all'opera di personalità del mondo politico e intellettuale e di tecnici che in quel periodo lavorano nella nostra regione, si avvia e prende forma un innovativo progetto culturale che rende possibile la formulazione della legge regionale n. 46 del 28 agosto 1974. "L'Istituto dei beni culturali che la Regione Emilia-Romagna ha deciso di varare," - scrive quello stesso anno Andrea Emiliani - "intende misurarsi proprio con il concetto di cultura che, in senso antropologico, realizzi l'intima connessione di una serie di operazioni distinte, ma interdipendenti, unificabili come 'linguaggi' o come sistemi di significazione".2

Seppure rinnovato nel suo ruolo e nell'attribuzione di competenze, dalla sua fondazione a oggi l'IBC continua a seguire un itinerario metodologico che si sviluppa su tre concezioni base: catalogazione, conservazione e valorizzazione. In questo arco temporale l'IBC, in collaborazione con gli organi periferici dello Stato, ma con propri autonomi progetti, ha inteso affiancare e coadiuvare l'opera degli amministratori e degli operatori degli enti locali in un lungo e difficile percorso per il recupero, intellettuale prima ancora che materiale, di quella complessa e sedimentata realtà culturale che nel corso dei secoli ha prodotto sul nostro territorio una multiforme varietà di beni artistici e culturali di cui era (ed è tuttora) urgente promuovere la salvaguardia e il recupero.

L'XI edizione del "Salone dell'arte del restauro e della conservazione dei beni culturali e ambientali" di Ferrara, che quest'anno si svolge dal 25 al 28 marzo, coincide con il trentennale dell'Istituto, un anniversario importante che abbiamo inteso celebrare sottolineando significativamente la lunghissima e fervida attività svolta ai fini del recupero e del restauro, focalizzando l'attenzione su due storici contenitori di antichissima fondazione: la Rocca di Bazzano, nel Bolognese, e la Rocca di San Martino in Rio, nel Reggiano. Due castelli che hanno conosciuto destini parzialmente simili ma con esiti diversi, due cantieri di restauro che "partono da lontano" e per questa ragione diventano il paradigma di un impegno incessante: la politica di salvaguardia portata avanti dall'amministrazione regionale.

All'interno dello stand è allestita una mostra documentaria che mette in evidenza gli aspetti più significativi dei due cantieri, prescelti tra tutti quelli realizzati con quei finanziamenti regionali che di norma - e particolarmente in queste due situazioni - supportano gli impegni finanziari delle amministrazioni locali. Nelle pagine che seguono, attraverso alcuni brevi saggi si pone l'accento sulle prospettive più rilevanti di questi due castelli "dai destini incrociati", e sulle scoperte rese possibili dagli interventi di restauro: si dà conto così dell'azione meritoria delle due amministrazioni locali, che tenacemente hanno operato per restituire ai due pregevoli contenitori rinnovate funzioni, e per allontanare pericolose situazioni di abbandono e "dimenticanza" talvolta indotte dal mutamento del contesto originale che quei beni aveva prodotto.

Nella Rocca di Bazzano, situata in un territorio che aveva un ruolo strategico e amministrativo già in età romana, le origini medievali sono oramai scarsamente leggibili, né hanno potuto essere arbitrariamente integrate come avrebbe voluto un progetto d'impronta rubbianesca proposto e poi sfumato all'inizio del Novecento. Si conserva invece in modo significativo l'impronta conferita dai Bentivoglio: la Rocca fu donata a Giovanni II nel 1473. La presenza dei signori di Bologna è decifrabile in particolare negli interventi strutturali interni e nel coerente programma di decorazione pittorica presente in vari ambienti e che in successivi stralci d'intervento si è inteso riportare alla luce. Tale apparato risulta tuttora leggibile benché gli svariati usi a cui la rocca fu destinata dopo la caduta dei Bentivoglio, dal 1508, ne abbiano in parte compromesso la conservazione. Attualmente è sede di una mediateca e del Museo civico "Arsenio Crespellani", in cui si conservano reperti appartenenti a un arco cronologico che va dal Paleolitico al Rinascimento.

La Rocca estense di San Martino in Rio, realizzata tra l'XI e il XVIII secolo, rappresenta un esempio di fortezza e di residenza signorile tra i più rilevanti e articolati dell'area emiliana. Nelle sale si susseguono straordinarie testimonianze pittoriche che vanno dalla prima metà del XV secolo al rococò. Restaurata e arricchita d'importanti cicli pittorici per volere di Borso d'Este nel 1441, diviene successivamente sede degli Estensi di San Martino. Quindi una serie di ampliamenti ridefiniscono architettonicamente la rocca, che va così perdendo la connotazione di fortilizio per assumere le caratteristiche di residenza signorile. Dopo la morte dell'ultimo signore la rocca perde il carattere di residenza nobiliare e assume quello di edificio pubblico. Oggi è sede del Municipio, della Biblioteca, dell'Archivio storico e di un importante Museo dell'agricoltura e del mondo rurale.

 

Nota

(1) E. Casamassima, Le contraddizioni del restauro, in Oltre il testo. Unità e strutture nella conservazione e nel restauro dei libri e dei documenti, a cura di R. Campioni, Bologna, Istituto per i beni artistici culturali naturali della Regione Emilia-Romagna, 1981.

(2) A. Emiliani, Una politica dei beni culturali, Torino, Einaudi, 1974, p. 8.

 

Azioni sul documento

Elenco delle riviste

    Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Cod. fiscale 800 812 90 373

    Via Galliera 21, 40121 Bologna - tel. +39 051 527 66 00 - fax +39 051 232 599 - direzioneibc@postacert.regione.emilia-romagna.it

    Informativa utilizzo dei cookie

    Regione Emilia-Romagna (CF 800.625.903.79) - Viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna - Centralino: 051.5271
    Ufficio Relazioni con il Pubblico: Numero Verde URP: 800 66.22.00, urp@regione.emilia-romagna.it, urp@postacert.regione.emilia-romagna.it