Rivista "IBC" XIX, 2011, 4

territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni, leggi e politiche

Un concorso ha chiamato a raccolta gli artisti intorno agli alberi monumentali di Bologna, chiedendo loro di ridefinire il rapporto tra le antiche piante e il contesto urbano di oggi.
Foglie, voci, radici

Carlo Tovoli
[IBC]

Portare l'albero in biblioteca, riservargli uno spazio ad hoc e lì, comodamente seduti, vivere un'esperienza unica che va oltre le pareti piene di libri, perché l'albero, soprattutto quando è monumentale, non lascia mai indifferenti, e, come diceva Gaston Bachelard, "ha sempre un destino di grandezza e tale destino lui lo propaga". Portare un albero in biblioteca, sì, ma tranquilli: nessuno intende sradicare una pianta, anzi. Da anni la Regione Emilia-Romagna tenta di salvaguardare gli alberi di pregio grazie a una legge approvata pochi anni dopo la fondazione dell'ente, nel 1977, e sono oltre seicento gli alberi singoli, in gruppo o in filare, che la Regione ha posto sotto tutela con decreto del Presidente della Giunta dagli inizi degli anni Ottanta a oggi.

In questo periodo sono state tante le iniziative dedicate al paesaggio naturale: pubblicazioni, mostre, convegni e concorsi. E all'attività scientifica di tutela e conservazione si è presto affiancata la volontà di promuovere e valorizzare il patrimonio messo a disposizione dalla natura con azioni capaci di coinvolgere chi questo territorio lo abita. Dopo il concorso fotografico e la mostra sui "giganti protetti" dell'Emilia-Romagna, che dal 2002 continua a circuitare ininterrottamente nei comuni della regione, l'Istituto per beni culturali (IBC), in collaborazione con l'Accademia di belle arti, il Comune e la Fondazione Villa Ghigi di Bologna, ha promosso un concorso d'arte pubblica, dal titolo "Il monumento mette radici", rivolto ad artisti con esperienza nel campo della Land Art e della Public Art.

Con riferimento a una selezione di grandi alberi dentro e fuori Bologna, il bando proponeva di valorizzare la presenza degli alberi monumentali in aree urbane, sia verdi che edificate, mediante "interventi artistici capaci di creare un rapporto fra arte e contesto ambientale, culturale e identitario del paesaggio urbano e naturale". Nel settembre 2011 la commissione del concorso ha deciso all'unanimità di premiare il progetto di Rita Correddu, dal titolo "Everybody needs a place to think", per "l'elevato valore artistico, raggiunto attraverso requisiti di funzionalità, poeticità e semplicità e anche grazie all'uso di innovative tecniche multimediali; per la prevista attivazione di un'estesa partecipazione pubblica e per il positivo coinvolgimento delle biblioteche e dei loro spazi; per la fattibilità ben descritta e credibile; per la capacità del progetto di sviluppare relazioni tra la popolazione e i diversi alberi in un rapporto di quotidiana conoscenza, utile anche per creare una rete di connessioni tra vari punti della città; per la possibilità che gli allestimenti realizzati restino disponibili all'uso per una lunga durata".

Rita Correddu, laureata in Arte contemporanea al DAMS e in Storia dell'arte nel corso di laurea specialistica dell'Università di Bologna, nel 2009 ha vinto il premio "Iceberg - Giovani artisti dell'Emilia-Romagna" per la sezione arte pubblica con il progetto "Un monumento per il Link"; nel 2011 ha rappresentato Bologna a Salonicco nella XV Biennale dei giovani artisti dell'Europa e del Mediterraneo. È al suo lavoro che fa riferimento l'incipit di questo articolo. "A Bologna" - ci spiega l'artista - "sono state individuate sei diverse biblioteche nelle quali allestire un 'luogo per ascoltare gli alberi'. Si tratta di un angolo destinato esclusivamente all'ascolto, comodamente seduti accanto a una finestra. Per sentire, grazie a un dispositivo audio con delle cuffie, i suoni dell'albero: la sua 'voce', attraverso la rielaborazione delle frequenze sonore del suo 'esistere', ma anche i rumori che lo circondano. Sulla finestra è posta una tenda che riproduce l'immagine velata dell'albero, incorniciando così l'esperienza dell'ascolto".

Le tracce audio sono sempre di 4 minuti e 33 secondi: un omaggio a John Cage, che nel 1952 realizzò 4'33" proprio per "ascoltare il silenzio". Scriveva Cage: "Il silenzio non esiste... Quello che ascoltando 4'33" alcuni credevano fosse silenzio, poiché ignoravano come ascoltare, è pieno di suoni accidentali. Alla prima esecuzione si poteva sentire, durante il primo movimento, il vento che soffiava dall'esterno. Durante il secondo movimento, gocce di pioggia cominciavano a picchiettare sul tetto, e durante il terzo la gente stessa produsse ogni genere di suono interessante parlando o uscendo dalla sala...". Rita Correddu offre, per la stessa durata, "sei composizioni di silenzi, in ascolto della voce degli alberi immersi nella città, nei giardini e nei parchi".

Bologna si arricchisce così di un nuovo itinerario culturale tra storia, natura e arte contemporanea. Dal 26 novembre 2011, giornata inaugurale nell'ambito dell'annuale "Festa degli Alberi", sei biblioteche cittadine (la Biblioteca italiana delle Donne, la Salaborsa, la "Giuseppe Guglielmi" dell'IBC, la "Amilcar Cabral", la "Luigi Spina" e la "Oriano Tassinari Clò" a Villa Spada) ospitano ciascuna una diversa installazione dell'artista, in modo da coinvolgere complessivamente tutti e sei gli alberi oggetto del concorso (uno per installazione: il platano di piazza Malpighi; il boschetto di querce ai Giardini Margherita; la sequoia del Giardino "Vittorio Melloni"; la roverella nel Parco Villa Ghigi; il bagolaro di piazza Carducci; la farnia di via del Bordone). Gli utenti della biblioteca e tutti i "curiosi" possono disporre di questo "angolo", ovviamente negli orari di apertura. E per facilitare gli spostamenti tra una sede e l'altra c'è una mappa che offre informazioni pratiche sulle biblioteche e sugli alberi coinvolti.

Il concorso prevedeva anche una sezione dedicata agli allievi dell'Accademia di belle arti di Bologna. La vincitrice è Letizia Maestri, che con le sue "Soft stories" ha coinvolto la grande Farnia di via del Bordone, unico tra gli alberi selezionati a essere tutelato con decreto della Regione Emilia-Romagna. La giuria ha premiato il suo lavoro "valutando positivamente l'attenzione data dal progetto all'identità del luogo e del contesto, all'idea di una memoria intesa in senso attivo e propulsivo verso il futuro, alla dimensione degli affetti e della vita quotidiana degli abitanti, all'aspetto ludico e giocoso capace di farsi elemento peculiare di un oggetto di design".

L'artista ha realizzato sei grandi cuscini di materiale trasparente e resistente all'esterno, che recano le tracce della storia della grande quercia e dei cambiamenti che il paesaggio intorno a essa ha vissuto nel corso del tempo. Ogni cuscino racconta una storia attraverso le immagini che contiene: mappe, foto storiche e carte ci parlano dell'albero e della vita circostante nel corso del tempo, da quando l'edificio al suo fianco era scuola elementare, poi biscottificio e oggi confortevole bed & breakfast. "Installati intorno all'albero" - spiega l'artista - "i cuscini creano un luogo di memorie, di incontro e di scambio di racconti su quel luogo". Anche grazie al supporto audio che permette di condividere la viva voce degli abitanti e le loro storie raccolte e selezionate per l'occasione.

Pure in questo caso, come nell'opera di Rita Correddu, non c'è spazio per l'ornamentale, o per la retorica: l'arte è sempre concepita come elemento dinamico, finalizzato alla crescita culturale di un luogo. "Ridefinire l'identità dell'albero in rapporto al contesto storico-artistico e naturalistico, anche attraverso una reinterpretazione dello stesso, tenendo presenti le originali caratteristiche antropologico-sociali del luogo": questo era uno degli obiettivi principali del concorso, che la sensibilità delle due artiste sembra aver centrato appieno.


Per la prima edizione del concorso "Il monumento mette radici" l'IBC ha deciso di partire da Bologna e in particolare da sei alberi, o gruppi di alberi, in diversi luoghi della città. Ne proponiamo di seguito una breve descrizione e rimandiamo al sito dell'Istituto per la galleria delle immagini, gli approfondimenti sul concorso e gli orari di apertura delle biblioteche coinvolte nel progetto "Everybody needs a place to think" dell'artista Rita Correddu (www.ibc.regione.emilia-romagna.it).


Platano di piazza Malpighi

Si tratta di un grande esemplare di platano comune (misure in centimetri: diametro 162, circonferenza 508) che sembra godere di ottima salute, anche se la collocazione sopraelevata rispetto al piano stradale, e l'alto muro che sostiene il giardino verso la piazza, limitano sicuramente le possibilità di espansione dell'apparato radicale. Si può ipotizzare che il grande platano sia stato piantato intorno al 1825, quando i Rusconi sistemarono a giardino la zona del maneggio a fianco del palazzo Dondini Rusconi (per questo motivo l'albero è conosciuto anche come "platano della Cavallerizza"). In una vecchia fotografia che ritrae in primo piano l'Hotel Brun di via Ugo Bassi (inaugurato nel 1911 e distrutto dai bombardamenti nel 1944) e mostra di scorcio anche piazza Malpighi, sullo sfondo si nota il giardino sopraelevato dove già compare un albero di discrete dimensioni.

L'installazione di Rita Correddu dedicata al platano si trova nella Biblioteca comunale "Oriano Tassinari Clò" a Villa Spada.


Boschetto di querce ai Giardini Margherita

I Giardini Margherita furono inaugurati intorno al 1875, espressamente per funzione pubblica. Il boschetto di querce probabilmente fu impiantato intorno al 1887. Tra gli esemplari presenti, tre hanno dimensioni ragguardevoli in centimetri: circonferenza 292-310-340 (diametro 108 circa). Il boschetto si trova all'inizio di viale Drusiani ed è l'oggetto dell'installazione nella Biblioteca comunale Salaborsa.


Sequoia del Giardino "Vittorio Melloni"

Il giardino pubblico dedicato a Vittorio Melloni è in via Breventani, presso via Andrea Costa. Al centro del giardino, protetto da una staccionata, si erge un imponente esemplare di sequoia della California. L'esemplare, che ha oltre un secolo di vita, è alto una trentina di metri e ha una circonferenza del tronco di 502 centimetri (diametro 160). L'installazione dedicata alla sequoia si trova nella Biblioteca italiana delle Donne.


Roverella del Parco Villa Ghigi

Il parco si trova nella porzione pedecollinare di Bologna. Salendo dall'ingresso di via San Mamolo, in corrispondenza del terzo tornante, poco sotto al livello stradale si erge la pluricentenaria roverella. La circonferenza del suo tronco è di 408 centimetri (diametro 130). La roverella è l'oggetto dell'installazione nella Biblioteca comunale "Amilcar Cabral".


Bagolaro di piazza Carducci

L'esemplare è inserito nel piccolo giardino monumentale (0,3 ettari) lievemente sopraelevato e contiguo all'ultima abitazione di Giosuè Carducci, trasformato in un memoriale con il monumento dedicato al poeta. Concepito poco dopo la sua morte da Leonardo Bistolfi (1859-1933) ma terminato negli anni Venti, il monumento culmina con il grandioso esemplare di bagolaro. L'albero ha una circonferenza del tronco di 361 centimetri (diametro 115) e mantiene uno splendido portamento, con la chioma reclinata sulla statua del poeta. L'installazione dedicata al bagolaro è fruibile nella Biblioteca comunale "Luigi Spina".


Farnia di via del Bordone

L'esemplare è tutelato dalla legge 2-77 della Regione Emilia-Romagna. Ha dimensioni eccezionali: la circonferenza del tronco è di 460 centimetri (diametro 146). È in proprietà privata recintata, ma visibile. Alla Farnia è dedicata l'installazione allestita nella Biblioteca "Giuseppe Guglielmi" dell'Istituto regionale per i beni culturali.

Anche il progetto di Letizia Maestri, vincitrice della sezione "Accademia di belle arti di Bologna" del concorso con le sue "Soft stories", coinvolge questo albero. Per accedere all'installazione, realizzata intorno alla farnia, è necessario rivolgersi al bed & breakfast "La quercia antica" (www.laquerciaantica.com).

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