Rivista "IBC" XIX, 2011, 1

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / convegni e seminari, progetti e realizzazioni, restauri, leggi e politiche

Il 15 aprile 2011, a Modena, la sezione regionale dell'Associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale promuove una giornata di studi sulle emergenze del territorio.
Fabbriche da salvare

Massimo Tozzi Fontana
[IBC]

La sezione regionale emiliano-romagnola dell'Associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale (AIPAI), in collaborazione con l'associazione "Italia Nostra", il Comune e la Provincia di Modena e l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, promuove il 15 aprile 2011 una giornata di studi sul patrimonio culturale rappresentato dalla storia industriale nel territorio modenese, particolarmente ricco di testimonianze materiali e immateriali. L'iniziativa coinvolgerà studiosi e ricercatori impegnati nella conoscenza così come nella salvaguardia e nella valorizzazione dei siti, delle macchine e soprattutto dei saperi e delle esperienze umane relativi al lavoro industriale, negli aspetti storico-economici, tecnologici, urbanistici e architettonici.

L'appuntamento, fissato nella sede dell'Accademia di scienze, lettere e arti, nel centro della città, prevede l'esposizione di alcuni casi di studio. Il complesso dell'Azienda municipalizzata del Comune di Modena: realizzato nel 1912, con le nuove centrali e il deposito dei tram, è stato sede, fino al 1995, dell'azienda che gestiva la fornitura di luce, gas, acqua e la rete di trasporti pubblici comunali, e nel 2005 è stato dichiarato di interesse culturale. L'Officina meccanica Stanguellini: il marchio evoca la storia dell'industria automobilistica italiana d'eccellenza, in un territorio in cui tale produzione si concentra in modo sorprendente; fu realizzata, insieme alla casa padronale, secondo un progetto del 1912, e gli edifici furono mantenuti anche con gli ampliamenti del 1926 e del 1949, che completarono la struttura della fabbrica. La "Stazione piccola": inaugurata nel 1932, divenne capolinea delle linee provinciali per Mirandola, Sassuolo e Vignola, un ruolo perso solo nel 2004, quando la linea per Sassuolo, unica rimasta in esercizio, è stata prolungata fino alla stazione centrale; il complesso è stato dichiarato di interesse culturale nel 2009.

E ancora: l'opificio delle Fonderie riunite, che dopo aver prodotto ghisa dal 1938, nel 1983 è diventato una proprietà del Comune e più recentemente, al termine di un percorso di progettazione partecipata che ha definito le diverse funzioni da realizzare nella fabbrica recuperata, è stato oggetto di un concorso di idee. Il villaggio artigiano di Modena ovest: tra i primi complessi di questo genere in Italia, realizzato dall'amministrazione comunale nel secondo dopoguerra, la sua vicenda rappresenta un tassello di grande rilievo nella costruzione della storia dello sviluppo e dell'identità locale. La manifattura tabacchi: situata nell'addizione erculea della città murata, venne costruita nell'area dell'antico Convento di Santa Maria Maddalena, fondato nei primi anni del XVII secolo, dopo il trasferimento in questo luogo delle monache convertite; dismessa nel 2002, la fabbrica è stata dichiarata di interesse culturale nel 2007. E, per finire, i Forni Hoffmann, innovazione tecnologica fondamentale nella storia dell'edilizia moderna, di cui restano importanti tracce anche nel territorio modenese.

La sezione regionale dell'AIPAI, con questa iniziativa, procede nel cammino avviato con la giornata di studi sul patrimonio industriale dell'Emilia-Romagna che si è svolta a Bologna il 2 dicembre 2009, i cui atti sono in preparazione. L'intento, condiviso dai promotori, è quello di diffondere il più possibile il risultato delle ricerche, sia quelle realizzate in ambito universitario, sia quelle promosse dagli enti pubblici. Per programmare, con la massima consapevolezza storica, la pianificazione territoriale.

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