Rivista "IBC" XIX, 2011, 1

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B. Masini, R. Piumini, A. Paolini, Che rivoluzione! Da Gutenberg agli ebook: la storia dei libri a stampa, Milano, Carthusia Edizioni, 2010.
Libroluzione!

Carlo Tovoli
[IBC]

La Casa editrice milanese Carthusia torna a occuparsi di giovani lettori (e non solo) mandando alle stampe un libro che parla di "rivoluzione". Il termine può indicare un profondo rivolgimento dell'ordine costituito ma lo si può usare anche per descrivere un sostanziale rinnovamento in ambito artistico, letterario, scientifico, o una radicale trasformazione economico-sociale dovuta a nuove scoperte scientifiche o tecnologiche. La rivoluzione di cui si parla in questo volume è l'effetto di un'invenzione, quella che nelle prime pagine è definita come "l'invenzione di Johan", forse per non intimorire i lettori più giovani con un cognome entrato ormai nella storia: Gutenberg (che tradotto suona più familiare, e indica il nome della casa dove nacque: "alla bella montagna").

Intorno alla metà del XV secolo il tedesco Gutenberg, primo in Europa (in Cina ci avevano già provato), iniziò ad adoperare i caratteri mobili, ovvero dei parallelepipedi metallici che alla sommità portavano una lettera, e per ogni lettera tante versioni: maiuscole, minuscole, accentate, variabili in base alla grandezza e alle forme della scrittura. Affiancando i caratteri era possibile comporre tutte le parole e quindi dei testi, che passavano alla stampa servendosi di un torchio, proprio quello usato per pigiare l'uva, modificato ad hoc. Grazie a questa invenzione, e dopo tre anni di duro lavoro per una ventina di persone, Gutenberg riuscì a stampare in 180 copie la sua prima opera importante, una Bibbia di 1.282 pagine: correva l'anno 1455. I libri di Gutenberg e dei suoi allievi editi fino all'anno 1500, "bisognosi di cure come bambini appena nati", prendono il nome di "incunaboli" (in cuna significa "in culla").

Nasce la figura del tipografo, o meglio del "prototipografo", che dalla Germania si muove prima in Italia, poi in Francia e in tutta Europa, attirato dai luoghi di esercizio del potere, dalle università, dai centri commerciali ed ecclesiastici. In Italia si stabiliscono a Subiaco, Roma, Milano e Venezia, e alcuni giungono fino a Napoli e Palermo. Una delle storie raccontate nel volume è quella di Aldo Manuzio a Venezia, inventore del formato "tascabile", piccolo e leggero, e, grazie a uno dei suoi collaboratori, Francesco Griffo, del carattere universalmente conosciuto col nome di "italico", che in Italia chiamiamo "corsivo". La sua marca tipografica, l'ancora con il delfino, simboleggia ancora oggi l'arte della stampa nei suoi risultati più eccellenti (suo è quello che è ritenuto il più bel testo illustrato del Rinascimento, l'Hypnoerotomachia Poliphili, pubblicato nel 1499).

Oltre a produrre volumi pregiati, la stampa conquista lentamente anche le strade con i cosiddetti "fogli volanti": stampe di un solo foglio che portano impressi documenti amministrativi, ma anche cronache, calendari, storielle vendute dai primi librai ambulanti. Fogli di cui è rimasto poco, perché materiale che veniva letto e poi buttato, così come oggi facciamo con i volantini pubblicitari. Nel Seicento la quantità di libri in circolazione aumenta notevolmente e le tipografie si ingrandiscono: si pensi per esempio che in Veneto, a Bassano del Grappa, la famiglia Remondini, attiva dal 1650 e per tutto il Settecento, dava lavoro a circa mille operai. Nascono i primi manuali tipografici: il più conosciuto è quello di Giambattista Bodoni (1740-1813) con più di seicento incisioni, caratteri latini ed esotici, ornamenti e vignette disegnate da lui stesso, che hanno reso famoso nel mondo il suo nome (il carattere "bodoniano") e la Stamperia Reale di Parma che dirigeva.

La narrazione procede veloce fino ai giorni nostri. La situazione si complica: cambia il mestiere del tipografo, che si occupa principalmente delle macchine da stampa e non più del progetto, di cui si prendono cura gli editori, che invece smettono di fare i librai. Entriamo nel Novecento con un'intera sezione dedicata ai libri per bambini e al lavoro di Gianni Rodari e Bruno Munari. Chiude la storia un flash sul libro del futuro, l'e-book, che permette di avere nello stesso piccolo oggetto (l'e-book reader) migliaia di testi. Ma per gli autori del volume non c'è nulla da temere: i libri di carta continueranno a esserci, e per sempre. La storia del libro a stampa, scritta e pensata per ragazzi dagli 8 ai 12 anni a cura di Adriana Paolini, è suddivisa nel volume in otto sezioni, ognuna delle quali è introdotta da un racconto, a cura di Beatrice Masini e Roberto Piumini. I testi sono accompagnati dalle immagini di otto illustratori per ragazzi (Ale+Ale, Manuela Bertoli, Chiara Carrer, Gianni De Conno, Patrizia La Porta, Svjetlan Junaković, Gek Tessaro, Monica Zani).


B. Masini, R. Piumini, A. Paolini, Che rivoluzione! Da Gutenberg agli ebook: la storia dei libri a stampa, Milano, Carthusia Edizioni, 2010, 76 pagine, 15,90 euro.

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