Rivista "IBC" XIX, 2011, 1
musei e beni culturali / restauri, pubblicazioni
"Nell'infinita varietà dell'Atlante Mariano," - scrive Paola Goretti - "non poteva mancare l'omaggio ai riti di vestizione; come a risignificare il simulacro e a renderlo più umano dell'umano [stemperando] la gloria del mistero celeste nei fatti della concreta incarnazione. Ecco allora proliferazioni, rimandi, intrecci con i campi più differenti, in una partecipazione liturgica e devozionale accorpante le tradizioni rituali di tipo agrario e quelle religiose di marca istituzionale". Di questo universo, che va dall'Europa cattolica all'America latina, testimoniano le "Madonne vestite" venerate dalla pietà popolare nelle chiese e nei luoghi di culto. Simulacri di una devozione domestica intensamente sentita, le Vergini abbigliate, con i Bambinelli e i Santi patroni, rappresentano visibilmente una fede tradizionale, trasmessa di generazione in generazione ed espressa nei modi di un artigianato locale che fu spesso di valore artistico rilevante.
Al di là della loro pregnanza religiosa, infatti, queste immagini plastiche, destinatarie di preghiere e protagoniste di ostensioni, costituiscono un capitolo artistico e culturale da conoscere, tutelare e valorizzare. Sono pratiche artigianali sedimentate nella storia quelle che sopravvivono in questa statuaria, in grado di accendere il sentimento religioso, certo, ma nondimeno di tramandare e rivelare il lavoro silenzioso di mani devote. La scelta dei tessuti e dei filati, la combinazione degli accessori, il taglio, la confezione degli abiti: piccole operazioni femminili, compiute, chissà, con un'Ave Maria sulle labbra. Prodotti tra le mura domestiche, o al chiuso dei conventi, sono capolavori, caratterizzati in molti casi da una complessità tecnica che richiede interventi differenziati di conservazione, attenti alle modifiche e alle integrazioni imposte dalle modalità del culto o dalle aspettative miracolistiche suscitate presso i fedeli.
Oggi, a questo patrimonio, l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna dedica una pubblicazione, una nuova perla della collana "Dossier". Vestire il sacro. Percorsi di conoscenza, restauro e tutela di Madonne, Bambini e Santi abbigliati è il titolo del volume, curato da Lidia Bortolotti: una panoramica ampia sulla nostra regione e a livello nazionale. Preceduto da una serie di studi di carattere antropologico e archeologico sulle matrici arcaiche del rito di vestizione (autrici Paola Goretti, Elisabetta Silvestrini e Beatrice Orsini), il testo passa in rassegna la produzione veneta, ligure, emiliano-romagnola, toscana e siciliana delle "sculture da vestire", grazie ai contributi di tecnici ed esperti del settore.
La sezione sulla conservazione svela poi i segreti di manifatture abilissime, presentate attraverso l'esperienza dei restauratori. Entusiasmante la ricostruzione di un vestito cinquecentesco fastoso, forse appartenuto a Eleonora di Toledo e successivamente adattato per rivestire una statua lignea, come era consuetudine nelle chiese. In velluto cremisi con bande di ricamo in oro, questo abito principesco, ricostruito grazie agli approfondimenti filologici di Moira Brunori e ai disegni di Thessy Schoenholzer Nichols, rivela oggi la sua storia, e racconta una lunga vita: dal guardaroba della granduchessa di Toscana al corredo di una Madonna pisana, testimonianza silenziosa del lavoro lento e devoto di abili mani femminili.
Vestire il sacro. Percorsi di conoscenza, restauro e tutela di Madonne, Bambini e Santi abbigliati, a cura di L. Bortolotti, Bologna, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Editrice Compositori, 2011, 251 pagine, 25,00 euro.
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