Rivista "IBC" XVIII, 2010, 3

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

Rare Pitture. Ludovico Carracci, Guercino e l'arte nel Seicento a Carpi, a cura di M. Rossi, Carpi (Modena), Nuovagrafica, 2010.
Il Seicento visto da Carpi

Elisabetta Landi
[IBC]

Carpi, città artistica del Seicento. È questo l'argomento di "Rare pitture", la mostra allestita nell'ex signoria dei Pio dal 24 marzo al 20 giugno 2010 in tre sedi prestigiose: la chiesa di Sant'Ignazio, ora Museo diocesano "Rodolfo Pio", il Palazzo dei Pio e la nuova sede espositiva di Palazzo Foresti (attualmente Marri). Quaranta le opere presentate: per la prima volta si è potuto ricostituire in maniera organica il patrimonio figurativo locale del XVII secolo, quando in città si ammiravano pale di Ludovico, del Guercino, di Denis Calvaert, del Procaccini, di Mastelletta, Scarsellino, Cavedoni, Reni, Gessi, Lucio Massari, Sigismondo Caula e Francesco Stringa.

Nel Seicento, Carpi fu un centro importante, e lo si capisce subito percorrendo la magnifica piazza Martiri, tra le più grandi d'Italia; è uno spazio imponente, e degno di una capitale. Trasformata in provincia dopo la perdita, nel 1525, dell'indipendenza politica e amministrativa, la città dei Pio mantenne ciononostante il suo antico spirito di autonomia. Sono scelte artistiche non provinciali quelle a cui si rivolse un ceto religioso intraprendente, in grado di competere con le committenze espresse, a pochi chilometri di distanza, dalla vicina Reggio. Qui, sul finire del Cinquecento, si erano aperti cantieri pittorici imponenti (basti pensare alla Ghiara). Ma, dal confronto, Carpi non uscì perdente. Lo dimostrano, in cattedrale, pale d'altare monumentali: di Francesco Stringa (Madonna con il Bambino e i Santi Francesco d'Assisi e Valeriano) e del Mastelletta (San Cristoforo), oggi al Museo diocesano; di Giacomo Cavedoni (Madonna e Santi), di Matteo Loves (San Giuseppe e San Filippo Neri), di Luca Ferrari (Cristo che consegna le chiavi a San Pietro).

Poco prima del 1620 erano arrivati in San Bernardino due capolavori: la tela di Ludovico proveniente da Nôtre Dame di Parigi (San Bernardino libera Carpi dall'esercito nemico), pezzo forte dell'esposizione, e il Martirio di San Pietro di Giovan Francesco Barbieri, ora a Modena, alla Galleria Estense. Presso l'ex quadreria ducale rappresentano attualmente il patrimonio ecclesiastico carpigiano il San Rocco in carcere di Guido Reni, già nella chiesa omonima, e la Vergine del Carmelo di Carlo Bononi, mentre provengono da quel territorio la Maddalena di Lucio Massari (oggi a Mirandola), e due grandi tele conservate in Museo: il Battesimo di Cristo di Denis Calvaert e l'Annunciazione dello Scarsellino, donate all'Istituzione nel 1914 dal suo primo direttore, Pietro Foresti, committente del palazzo neorinascimentale utilizzato come sede della sezione dedicata, appunto, al mecenatismo artistico moderno. Tra il 1914 e il 1939, infatti, per continuità rispetto a quella tradizione, alle opere sin qui elencate si aggiungevano altri capolavori, questa volta di ambito "forestiero": grazie a Carlo Alberto Foresti, figlio di Pietro e secondo direttore del Museo civico di Carpi, arrivarono tele acquistate sul mercato antiquario: La vendetta di Progne di Mattia Preti, il Filosofo attribuito al Ribera, e l'Allegoria di Palma il Giovane, il pittore veneto già presente a Carpi con il San Lorenzo collocato in San Bernardino.

Attraverso i saggi della curatrice Manuela Rossi e i contributi di Angelo Mazza, Cecilia Cavalca e Marco Cattini, il catalogo ricostruisce nel dettaglio le vicende storiche e le dinamiche della committenza che portarono alla fioritura di una civiltà artistica straordinaria.


Rare Pitture. Ludovico Carracci, Guercino e l'arte nel Seicento a Carpi, a cura di M. Rossi, Carpi (Modena), Nuovagrafica, 2010, 212 pagine, 20,00 euro.

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