Rivista "IBC" XVIII, 2010, 3

biblioteche e archivi / mostre e rassegne, pubblicazioni

"Donne nell'arte. Le vrai et le faux chic nella Belle Époque. Immagini femminili da album e periodici illustrati dell'Archiginnasio", Bologna, Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, 1 marzo - 10 aprile 2010.
L'invenzione dello chic

Valeria Roncuzzi
[responsabile della Promozione delle attività culturali della Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, Bologna]
Sandra Saccone
[Sezione manoscritti e rari della Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, Bologna]

L'esposizione "Donne nell'arte. Le vrai et le faux chic nella Belle Époque" - organizzata dalla Biblioteca comunale dell'Archiginnasio tra l'1 marzo e il 10 aprile 2010, con il patrocinio dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (Soprintendenza per i beni librari e documentari) e del Ministero per i beni e le attività culturali - riprende il soggetto della mostra di opere grafiche già realizzata dalla Biblioteca nel marzo 2008: "Donne nell'arte: Robes et femmes nella Belle Époque". Questa volta l'accento è stato posto sull'evoluzione dell'immagine della donna fra il Secondo Impero e la Prima guerra mondiale, quale si rispecchia nelle illustrazioni proposte dalle riviste femminili e, più generale, da quelle letterarie, artistiche, satiriche: una congerie di pubblicazioni periodiche che fra Ottocento e Novecento invasero il mercato editoriale, a fronte di una crescente fame di informazioni, a sua volta espressione di un profondo cambiamento in atto nella società e nella cultura europea.

La parte del leone è stata senz'altro riservata alle riviste specificamente dirette alle donne. Dai figurini di moda, rigorosamente parigina ("Le Moniteur de la Mode", "La Mode Illustrée", "Le Moniteur des Dames et des Demoiselles"), ai periodici italiani, inizialmente di imitazione francese, è un fiorire di significative rappresentazioni del mondo femminile, ripreso sotto i due aspetti della tradizionale vita domestica e della nuova dimensione sociale, attraverso immagini talvolta oleografiche, talvolta frivole, ma spesso anche ironiche, opera di artisti e illustratori di vaglia: Guido Gonin, Eugenio Colmo (alias Golia), Duilio Cambellotti, Luigi Bompard, Aleandro Terzi, Alfredo Baruffi (Barfredo), Augusto Majani (Nasìca). Chiave di volta, il "buon gusto" che il francese Georges Goursat (Sem) rivendica come proprio compito definire nell'album Le vrai et le faux Chic (1914).

L'Italia accoglie dalla Francia l'articolazione delle riviste femminili in due sottogeneri: da una parte, riviste di lusso, ora costose e di gran formato, con modelli di abiti per l'alta società e qualche lettura piacevole e istruttiva (come "Regina" o "La Donna"); dall'altra, giornali "di famiglia" ("Il Tesoro delle Famiglie" o "La Moda Illustrata"), relativamente economici, con moda, lavori di ogni genere per la casa e una preponderanza di testi a carattere educativo. Questa distinzione permetteva di coprire diverse aree di mercato in direzione dei ceti medi, ma consentiva anche di elaborare modelli di stampa pervasi da finalità pedagogiche, sentite soprattutto nei primi tre decenni di vita dello Stato unitario, quando urgeva chiamare a raccolta tutte le forze per costruire la nazione.

L'evoluzione della "moda" tra i due secoli rispecchia quella del ruolo femminile nella società: dalla crinolina, che ingabbia a metà dell'Ottocento la donna-bambola nel suo ambito domestico e salottiero, si arriva all'abito sciolto, senza busti e costrizioni, che nel Novecento asseconda l'uscita di casa da parte della donna adulta, in una semplificazione che coniuga eleganza a praticità. Il mutamento è accompagnato da una reazione che fa spesso della donna l'oggetto dell'umorismo maschile, sia che si attardi nel ruolo casalingo da "onesta gallina" (come l'elitario Gramsci definiva, nelle sue note dal carcere, la scrittrice Carolina Invernizio), sia che da nuovo soggetto sociale pretenda di invadere gli spazi esterni fino ad allora privilegio dell'uomo.

Se i periodici umoristici ("Le Rire", "Bologna che dorme", "L'Italia ride") evidenziano in modo aggressivo la percezione del mutamento, arte e letteratura mantengono toni più sfumati e variegati: la figura della femme fatale, avvertita significativamente come creatura pericolosa e dominante, si accompagna al persistere dell'immagine della donna angelo-musa, ispiratrice-custode delle virtù, non solo nell'ambito familiare ("Novissima", "Ars et Labor", "La Lettura", "Il Secolo XX", "Varietas").

Nel 1914 scoppia la Prima guerra mondiale: il mondo cambia definitivamente, e la donna pure. La campionatura delle riviste presentate in mostra mira non tanto a esaurire la ricchezza del fenomeno, quanto a documentare l'esistenza di questo tipo di stampa nelle raccolte dell'Archiginnasio. Giunte sia per il normale tramite degli acquisti bibliotecari, sia, in gran parte, grazie alle donazioni di librerie private e familiari (Venturini, Trebbi, Rusconi-Verzaglia, Rabbi, Palmieri, Cervi) queste testate testimoniano la varietà degli interessi che emergono da collezioni specializzate, e la ricchezza che esse riversano nel patrimonio di una biblioteca civica. Come di consueto, la mostra continua a essere consultabile, anche dopo la chiusura, nel sito della Biblioteca, offrendo, rispetto all'esposizione, anche un catalogo arricchito di immagini, testi, bibliografia e documenti (badigit.comune.bologna.it/mostre/chic/index.html ).

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