Rivista "IBC" XVIII, 2010, 3
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / immagini, storie e personaggi
Rocca San Casciano, nel cuore dell'Appennino romagnolo, racconta la prima metà del Novecento attraverso gli scatti dei suoi fotografi. Oggi conservati e mantenuti in vita da chi ne ha saputo capire il valore.
Le fotografie in bianco e nero che illustrano questo numero di "IBC" riguardano un paese della Romagna già toscana, Rocca San Casciano, e il territorio che lo circonda, la media e alta valle del Montone. Diviso in due dal fiume, Rocca San Casciano, duemila abitanti circa, è situato esattamente all'inizio della salita che porta al Passo del Muraglione: la strada per Firenze fu fatta costruire dal granduca di Toscana Leopoldo II nei primi decenni dell'Ottocento.
Sede dal 1848 della tipografia della casa editrice Cappelli, Rocca San Casciano è oggi noto soprattutto per la festa dei falò accesi sul greto del fiume nella ricorrenza di San Giuseppe. Il centro è inoltre dotato di una piazza "a baccalà" su cui si fronteggiano due storici bar, di un municipio di pura architettura fascista (il periodo fascista è stato vissuto qui con grande intensità, complice la vicinanza di Predappio), di buone trattorie che servono cucina toscana di confine, di un'aria pulita e frizzante che si traduce in inverni molto freddi e grandi nevicate, di una piccola circonvallazione detta "giro dell'oca".
Come ogni paese, Rocca è anche un microcosmo unico e irripetibile, un luogo denso di storie, eventi e personaggi che, come in un puzzle, ne compongono la memoria peculiare. La fotografia è uno straordinario veicolo di questa memoria, altrimenti labile e destinata a perdersi nel tramando delle generazioni, e per fortuna il nostro paese ha potuto contare, negli anni, su diversi fotografi ufficiali. Il primo, a cavallo tra Ottocento e Novecento, è stato Giovan Battista Cagnani. Il secondo si chiamava Dante Piccioni: lo vediamo all'opera en plein air in una delle immagini che presentiamo, chino sulla macchina appoggiata sul cavalletto e ignaro, forse, di essere a sua volta al centro di un obiettivo.
Attivo dalla fine degli anni Venti agli inizi degli anni Sessanta, Piccioni ha lasciato un archivio di circa cinquemila immagini tra lastre di vetro, negativi e stampe, conservate oggi dalla figlia Donatella. Da buon fotografo professionista, Piccioni ha documentato con nitidezza tutti gli eventi che meritano di essere ricordati nella vita della comunità e delle singole persone: le trasformazioni del paese e del territorio, le strade, gli edifici, il lavoro nelle campagne scandito dalla stagionalità delle coltivazioni e dei raccolti, i riti religiosi con il loro contorno di turiboli e chierichetti, le visite del duce e le pose dei notabili, le nevicate, le fiere, le feste, il passaggio della guerra, i veglioni postbellici e poi, ovviamente, i matrimoni, i battesimi, le comunioni, i ritratti in studio di generazioni di rocchigiani.
Anni di storia finiscono così condensati, con discrezione, in un album di immagini capaci spesso di rendere lo spirito del tempo con grande efficacia metonimica: le sagome vagamente espressioniste delle autorità civili e militari, con il loro campionario di divise e abiti da parata in mezzo agli abitanti del paese, raccontano cose del fascismo che decisamente travalicano l'occasione specifica. Come la corriera cromata e tondeggiante degli anni Cinquanta, che, nella solidità tecnologica del "nuovo che avanza", si contrappone alle smilze Balilla d'anteguerra.
Sfogliare questo album significa anche ricostruire una piccola storia della fotografia, della sua funzione e della sua percezione sociale. Per gran parte del periodo qui illustrato, infatti, l'immagine fotografica rimane un documento raro, la testimonianza (da non sottovalutare) di un evento importante. Le cose e le persone che l'obiettivo inquadra sono, o almeno appaiono, ancora vergini, quasi timide, assolutamente non esibizioniste. È come se, da molte di queste immagini, trasparisse il fascino di una ipotetica "prima volta".
Un fascino scontroso che si esprime al meglio nella composizione studiata e corale dei gruppi (i cacciatori, le sartine, i pompieri, la banda) e nei numerosi ritratti in studio. Disciplinatamente inseriti in una scenografia codificata, che spesso comprende una sedia "Savonarola" e una mezza colonna neoclassica sullo sfondo, i rocchigiani giovani e vecchi se ne stanno in posa, solenni e consapevoli che quella fotografia laboriosamente preparata, e spesso ritoccata, entrerà a far parte dell'album ufficiale della famiglia.
Sono considerazioni ovvie, ma verificarle fa sempre riflettere sullo scarto tra il passato e la situazione attuale, in cui lo scatto fotografico è in genere la continuazione di un'occhiata, un gesto semplice e accessibile a tutti, quindi, in qualche modo, senza spessore e senza intensità. Ben venga, dunque, questa memoria per immagini che dobbiamo essenzialmente al lavoro dei fotografi di paese, testimoni privilegiati delle innumerevoli declinazioni locali di un passato recente, ma inesorabilmente sempre più remoto. Tanto più che recuperare le immagini (e il passato) non è poi una impresa facile o comune. Nel caso di Rocca San Casciano, di questa impresa si è incaricato, con passione e curiosità, Lino Frassineti, un tempo tipografo e compositore e oggi tenace cacciatore-raccoglitore di immagini, quasi a tempo pieno.
A lui va il merito di avere in qualche modo riscoperto l'archivio di Dante Piccioni: poco alla volta, sulla base di questo primo corpus di fotografie, ha costruito una sorta di grande archivio virtuale e onnivoro, che racconta Rocca San Casciano, ma anche Portico, Bocconi, Tredozio, San Benedetto, Dovadola... Una scansione e via: gli originali tornano nei cassetti o nei bauli del proprietario e l'archivio si arricchisce di un tassello. Una vecchia-nuova immagine, magari tratta da un album di famiglia, su cui Frassineti esercita la sottile arte della decifrazione, studiando sfondi e dettagli, ristabilendo genealogie, sciogliendo nodi di relazioni famigliari, riscoprendo porzioni di paesaggio e traducendo tutto questo in didascalie che puntigliosamente ricompongono un universo di date, eventi, oggetti, nomi, parentele, soprannomi.
Del resto, queste immagini, recuperate e rimesse in circolazione, hanno mostrato una loro particolare, contagiosa vitalità: molte di esse sono entrate a far parte di opuscoli e libri dedicati alla storia e alla cronaca locale,1 e non a caso, come si diceva, fare libri è stato a lungo uno dei mestieri del paese (lo stesso Frassineti costruisce e impagina, al computer, dossier tematici). Altre fanno bella mostra nell'esposizione permanente dedicata alla fauna, alla caccia e alla storia del paese realizzata da Giorgio Zauli.2 Infine, proprio per il tramite di Giorgio e a sua sorella Vera, sono approdate anche sulla nostra rivista.
Note
(1) Tra le pubblicazioni più recenti: D. Becattini, C'era una volta il Mercato. Il Talentone, la Piazzola, la Bdoléda, Bertinoro (Forlì-Cesena), Arti grafiche GE.GRAF, 2010.
(2) Per ulteriori dettagli si veda il sito web dell'Associazione "Tradizioni Acquacheta": www.tradizioniacquacheta.it/museo.html.
Rocca San Casciano, ultimi anni dell'Ottocento: la stazione della diligenza in una foto di Giovan Battista Cagnani
Cartolina postale di Rocca San Casciano, 1900
Rocca San Casciano, primi anni del Novecento: piazza Garibaldi fotografata da Giovan Battista Cagnani
Rocca San Casciano, podere San Clemente, 1904: la battitura
Rocca San Casciano, primi anni del Novecento: cacciatori in posa davanti all'obiettivo di Giovan Battista Cagnani
Rocca San Casciano, primi anni del Novecento: foto-ricordo in bicicletta
Forlì, 11 aprile 1916: foto-ricordo, "l'amica Ada"
Rocca San Casciano, 20 maggio 1916: foto-ricordo, "Angiolina"
25 agosto 1918: foto-ricordo di Eritrea Cappelli, "alla cugina Maria"
Roma, 11 novembre 1918: foto-ricordo di Miria Cappelli, "Miria alla cugina Maria"
Anni Dieci del Novecento: foto-ricordo, "Pia"
Anni Dieci del Novecento: foto-ricordo
Buenos Aires, 27 aprile 1926: foto-ricordo di Leonilde e Federico Mecatti, "A nostra Madre e nonna con affetto"
Rocca San Casciano, 1928: due giovani contadine in una foto tratta dall'archivio della Cattedra di agricoltura
Rocca San Casciano, 1928: due giovani contadine in una foto tratta dall'archivio della Cattedra di agricoltura
Rocca San Casciano, 1928: un gruppo di contadini in una foto tratta dall'archivio della Cattedra di agricoltura
Rocca San Casciano, 1928: contadini in una foto tratta dall'archivio della Cattedra di agricoltura
Rocca San Casciano, 1928: contadini in una foto tratta dall'archivio della Cattedra di agricoltura
Rocca San Casciano, 1928: contadini in una foto tratta dall'archivio della Cattedra di agricoltura
Rocca San Casciano, 1928: contadini in una foto tratta dall'archivio della Cattedra di agricoltura
Rocca San Casciano, giugno 1924: un gruppo di sarte al lavoro (tra cui Armida Camporesi, Mariuccia Scozzoli e Rosina Biserni), con la piccola Silvia Tassinari
Rocca San Casciano, anni Venti: l'albergo Nazionale in via Saffi
Rocca San Casciano, 31 ottobre 1930: l'"Autotreno del grano"
Rocca San Casciano, 7 agosto 1932: il piccolo Fernando Piccioni e Arturo Fabbri fotografati da Dante Piccioni durante il viaggio verso la Nuova Predappio
Rocca San Casciano, 7 agosto 1932: Luigi e Gemma Tedici con gli amici di Rocca in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 7 agosto 1932: Luigi e Gemma Tedici con gli amici di Rocca in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 1932: il "Bue di Pasqua" della macelleria Mecatti
Rocca San Casciano, 10 giugno 1934, inaugurazione della cappella votiva dedicata ai caduti nella Prima guerra mondiale: nella foto di Dante Piccioni il primo a sinistra è il podestà, l'editore Licinio Cappelli
Rocca San Casciano, febbraio 1934: piazza Garibaldi dopo la nevicata
Rocca San Casciano, agosto 1935: la banda degli artiglieri si unisce a quella del paese
Rocca San Casciano, 1936: cartolina-ricordo per il saggio ginnico dell'Opera nazionale Balilla in piazza Vittorio Veneto, ricavata da una foto di Dante Piccioni
San Benedetto in Alpe, 1936: un'opera stradale all'altezza di Mulino, fotografata da Dante Piccioni
Rocca San Casciano, novembre 1937: il nuovo palazzo del Comune fotografato da Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 30 ottobre 1937: il "Raduno delle massaie rurali" in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 1937: il ponte di ferro sul fiume Montone in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 1937: la nuova strada di ingresso al paese fotografata da Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 1938: gli operai schierati per la creazione del Parco dell'Impero in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: un ritratto fotografico eseguito nello studio di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: un ritratto fotografico eseguito nello studio di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: un ritratto fotografico eseguito nello studio di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: un ritratto fotografico eseguito nello studio di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: Liliana Galeotti ed Ermanno Fabbri in un ritratto fotografico eseguito nello studio di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: un ritratto fotografico eseguito nello studio di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: un ritratto fotografico eseguito nello studio di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: un ritratto fotografico eseguito nello studio di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: un ritratto fotografico eseguito nello studio di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: un ritratto fotografico eseguito nello studio di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: Dante Piccioni ritratto con la famiglia nel suo studio fotografico
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: il fotografo Dante Piccioni in azione all'aperto
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: foto di famiglia all'aperto
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: le autorità in posa davanti al fotografo Dante Piccioni durante un raduno di ex combattenti della Prima guerra mondiale a La Guna
Rocca San Casciano, anni Trenta del Novecento: i vigili del fuoco volontari fotografati da Dante Piccioni
Rocca San Casciano, aprile 1940: la "Festa dell'agricoltura" in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, aprile 1940: il "Raduno rurale" in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 1944-1945: il passaggio del fronte della Seconda guerra mondiale in una foto dell'esercito inglese
Rocca San Casciano, 1944-1945: il passaggio del fronte della Seconda guerra mondiale in una foto dell'esercito inglese
Rocca San Casciano, 1947: ragazze al fiume (si riconoscono: Gina Degli Esposti, Imelde Mancini, Tina Chiari, Loredana Fabbri, Maria Frassineti, Emilia Garzanti)
Rocca San Casciano, 1948: in gita con don Melandri, si posa per il fotografo Dante Piccioni
Rocca San Casciano, Berleta, 1949: una corsa ciclistica fotografata da Dante Piccioni (si riconoscono: don Elmo Montanari, Giacomino Bardi, Franco Conficconi, Ado Masoni, Francesco Ferraresi)
Rocca San Casciano, 1953: via Guerrazzi in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 21 luglio 1954: la festa di San Donnino in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 3 settembre 1955: il matrimonio di Anna Ghetti e Silvio Mambelli, fotografato da Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 21 luglio 1955: la Prima Comunione a San Donnino, in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, cava di Signone, 1956: un gruppo di cavatori fotografati da Dante Piccioni (da sinistra: Romano e Giulio Rustignoli; Mario Ghetti e "Gevle"; "Popan", Goffredo Chiari e Tiglio Manucci)
Rocca San Casciano, 1956: un matrimonio a Calbola, fotografato da Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 1956: la processione del Corpus Domini immortalata da Dante Piccioni
Portico, 1956: il corso di cucito, in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 1956: due ragazzi in campagna, fotografati da Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 1956: il matrimonio di Maria e Francesco Frassineti, fotografato da Dante Piccioni
Portico, 1956: una tavolata in osteria fotografata da Dante Piccioni (si riconoscono: Gastone Camprincoli e Giulio Barzanti)
Rocca San Casciano, 1956: bambino in posa sulla motocicletta per l'obiettivo di Dante Piccioni
Cuzzano, 1956: una corsa nei sacchi fotografata da Dante Piccioni (si riconoscono: Fernando Bassi e Carlo Anderlini)
Premilcuore, Castel dell'Alpe, 1959: il matrimonio di Leonardo Sartoni in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Cinquanta del Novecento: durante una festa della parrocchia, tutti in posa davanti a Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Cinquanta del Novecento: le lavandaie al fiume, in una foto di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, anni Cinquanta del Novecento: la corriera Fabbri
Rocca San Casciano, anni Cinquanta del Novecento: foto di famiglia nello studio fotografico di Dante Piccioni
Rocca San Casciano, 8 settembre 1960: Fernando Keren fa centro al tirassegno