Rivista "IBC" XVI, 2008, 1

territorio e beni architettonici-ambientali / immagini, mostre e rassegne, pubblicazioni

Gli scatti raccolti nella fototeca dell'IBC ripropongono trent'anni di lavoro e di ricerca sul rapporto tra beni culturali e territorio.
Raccontare per immagini

Piero Orlandi
[IBC]

La mostra "Uno sguardo lento. L'Emilia-Romagna nelle raccolte fotografiche dell'IBC", allestita nel Museo civico archeologico di Bologna dal 15 novembre 2007 al 6 gennaio 2008, ha presentato al pubblico 160 immagini selezionate tra le migliaia conservate dalla Fototeca dell'Istituto regionale per i beni culturali. La scelta di pubblicare una parte delle fotografie che fanno la storia dell'Istituto nel fascicolo che segna i trent'anni della sua rivista non è casuale: molte di queste foto e dei loro autori hanno trovato puntualmente spazio e attenzione sulle pagine di "IBC", contribuendo a dare loro un senso, un interesse e un respiro che continuano a sussistere a distanza di tempo.


I materiali fotografici conservati nella fototeca dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) costituiscono la testimonianza di circa trent'anni di lavoro e di ricerca sul rapporto tra beni culturali e territorio, tra emergenze monumentali e contesto paesaggistico e naturale; insieme con le riproduzioni della cartografia storica, che l'Istituto possiede, essi formano una raccolta preziosa per la conoscenza e lo studio del paesaggio regionale. Sulla traiettoria culturale disegnata da Lucio Gambi, che coglieva la sostanza dei rapporti fra la casa rurale e il suo territorio, fra aspetto formale e ambiente fisico, fra vicenda umana e sociale e spazio architettonico-territoriale, andavano a collocarsi le prime esperienze di rilevamento nei comuni montani bolognesi, fra 1968 e 1972, individuando le specificità storiche non solo architettoniche, ma pure artistiche, di organizzazione economica e di dinamica demografica. Si tratta di lavori collettivi e interdisciplinari che funsero da modello per le successive attività di censimento dei beni culturali in zona agricola, promosse dall'IBC negli anni successivi.1

Il lungo lavoro di Paolo Monti sui centri storici - a partire dal prototipo bolognese del 1969, fino alle sue ripetizioni a Rimini, Cesena, Forlì, Ferrara, Modena, Piacenza - ha creato un "inventario figurato" dei centri storici, anche grazie alla contemporanea e successiva raccolta, nelle biblioteche e negli archivi della regione, di una ricchissima documentazione iconografica costituita dalle riproduzioni di catasti, cabrei, carte degli stati preunitari, dalle fotografie aeree dell'Istituto geografico militare, dalle ricognizioni belliche della Royal Air Force, dai rilevamenti eseguiti su commessa della Regione Emilia-Romagna per la formazione della carta tecnica regionale.

Del resto il lavoro di costituzione di una fototeca e di una cartoteca, insomma di una iconoteca finalizzata allo studio dell'insediamento storico era già in quegli anni quasi un obbligo dettato all'IBC dalla Legge regionale n. 2 del 1974 ("Primi provvedimenti per i centri storici"). In quel testo lungimirante - oltre a sostenere, con i contributi regionali, piani urbanistici di tutela delle parti storiche del territorio e progetti di restauro di immobili di proprietà pubblica - la Regione indicava come compito prioritario per la salvaguardia del territorio la redazione di un inventario dei centri storici, che sarà definitivamente assunto in modo formale dopo la metà degli anni Ottanta, con la redazione del Piano territoriale paesistico regionale previsto dalla Legge "Galasso" (la n. 431 del 1985). E grazie alle indicazioni di Gambi quell'inventario era stato già formato negli anni precedenti, sia in termini di metodo che di strumenti: l'uso, appunto, della cartografia storica e delle fotografie aeree come ausilii per lo studio e la conoscenza del territorio storico e delle aree culturali omogenee che nel Piano paesistico confluirono come "unità di paesaggio".

Nel 1980 l'IBC pubblica nella collana "Ricerche" un volume dal titolo Fotografie degli archivi Alinari in Emilia-Romagna, che funge anche da catalogo di una mostra coordinata da Andrea Emiliani. Si forma così, nella fototeca, un nucleo di oltre 4000 stampe fotografiche, raccolte come "strumenti operativi" (così dice Pier Luigi Cervellati nel titolo del suo testo pubblicato in quel volume)2 per le finalità di tutela e conservazione dei centri storici. La descrizione fotografica degli Alinari è in questo senso una sorta di antecedente del lavoro di censimento che Paolo Monti ha eseguito nella regione. E Cervellati parla infatti del lavoro di Monti come di un "progetto (o un pre-progetto) di intervento. Opportunamente predisposti, questi censimenti hanno anticipato i risultati finali o futuri della conservazione. E hanno altresì contribuito, e non poco, alla stesura degli elaborati del piano di intervento". Questa concezione della fotografia come oggettiva descrizione della realtà, come rilievo altrettanto rigoroso e attendibile di una misurazione o di una indagine fotogrammetrica, è tipica dell'ideologia conservativa di quegli anni, che vede il progetto come una conferma dell'esistente.

La fototeca contiene poi i materiali visivi di molte ricerche dell'IBC di metà anni Ottanta. Quella sui teatri storici, per esempio, portò a schedare 72 edifici, di cui circa il 40% era in disuso. La mostra, tenutasi nel 1982 al Teatro Valli di Reggio Emilia, portò l'attenzione sulla grande dimensione quantitativa del fenomeno teatrale - peraltro ridottasi quasi della metà in poco più di un secolo, dai 130 teatri del censimento ministeriale del 1868 - e costituì l'orientamento per la programmazione regionale degli interventi di restauro, con la già citata Legge regionale n. 2 del 1974 e con la successiva n. 6 del 1989.3

Pochi anni prima, nel 1980, si svolse la ricerca e il censimento sui patrimoni delle Istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza, le IPAB. E qualche anno più tardi, nel 1991, uscì L'ultima città possibile, volume che raccoglie un gran numero delle circa 1500 schede corredate di foto e schemi grafici con cui i ricercatori dell'IBC negli anni precedenti segnalavano i "contenitori storici" utilizzati o utilizzabili a fini pubblici.4 Anche questa ricerca doveva essere, e in parte anche fu, un potente fornitore di conoscenza della programmazione regionale di quegli anni e dei successivi.

Nel 1983 l'IBC realizza un'inchiesta sugli antichi mestieri e sulle professioni tradizionali che riguardano la formazione e la conservazione delle città storiche, su incarico dell'Assessorato all'industria e all'artigianato della Regione Emilia-Romagna. La mostra, e il catalogo che ne deriva, costituiscono l'evento culturale connesso al convegno internazionale "La salvaguardia delle città storiche in Europa e nell'area mediterranea", e utilizzano fotografie di Corrado Fanti, Attilio Gigli, Ugo Maccà, Marco Ravenna, Rolando Strati e Riccardo Vlahov.5

Tra i materiali non prodotti direttamente dall'IBC per le proprie ricerche, ma di cui l'Istituto conserva copie cartacee o digitali, avendo acquisito i diritti di riproduzione e di uso, ci sono i nuclei fotografici Zangheri, Scheuermeier, Pasquali, ERSA, Insolera. Pietro Zangheri nacque a Forlì nel 1889 e si spense a Padova nel 1983. Fu naturalista autodidatta, autore di circa duecento pubblicazioni su flora, fauna, geologia, micologia, geografia fisica, pedologia e climatologia. Esplorò per decenni la Romagna, e lavorando ai cinque volumi del suo Repertorio sistematico e topografico della flora e della fauna vivente e fossile della Romagna (editi tra il 1960 e il 1970) ha lasciato un'importante raccolta di fotografie di cui l'IBC conserva le copie digitali, in accordo con il Parco nazionale delle foreste casentinesi e con gli eredi.6

Tra il 1920 e il 1935 il dialettologo ed etnografo zurighese Paul Scheuermeier attraversa tutta l'Italia fotografando oggetti, paesaggi e persone, realizzando disegni e registrando le denominazioni delle cose per conto dell'Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale. In Emilia-Romagna realizza 328 fotografie. Questo materiale, conservato nell'archivio dell'Università di Berna, è posseduto dall'IBC in forma digitale.7

Enrico Pasquali, dopo aver iniziato l'attività di fotografo a Medicina, nella pianura bolognese, lavora a lungo a Bologna su commissione delle amministrazioni provinciale e comunale. Cronista della vita quotidiana nella campagna e montagna emiliana, del lavoro di braccianti, mondine, operai, muratori, Pasquali negli anni Cinquanta e Sessanta ha prodotto in bianco e nero un'antologia per immagini di grande valore interpretativo. Fra il 1994 e il 1995 l'IBC e il Comune di Bologna hanno proceduto a inventariare e acquistare quanto scattato fra il 1950 e il 1970.8

L'archivio fotografico dell'Ente regionale sviluppo agricolo (ERSA) - trasferito alla fototeca dell'IBC nel 2000, provenendo dalla Diateca dell'Assessorato all'agricoltura della Regione Emilia-Romagna - conserva immagini che riguardano l'espropriazione delle terre, le nuove assegnazioni, la costruzione di case, asili, scuole e centri ricreativi nelle zone appoderate, l'avvio di corsi di formazione professionale, la realizzazione di impianti idraulici e argini a mare, il prosciugamento delle zone alluvionate.9

Delfino Insolera, nato nel 1920 a Varazze (Savona), si laurea in ingegneria a Roma nel 1943 e in filosofia a Milano nel 1951. È all'Olivetti di Ivrea tra il '52 e il '53, poi alla Zanichelli a Torino dal '53 al '59, infine direttore editoriale della Zanichelli a Bologna nel decennio 1960-1970, poi consulente e collaboratore esterno. Fonda il centro Villa Ghigi nel 1980 e lo presiede dal 1981. È l'autore del programma di audiovisivi Conosci la tua Regione, costituito da dieci titoli, tra cui quelli riguardanti le case rurali, i castelli, le acque, la via Emilia. L'IBC conserva la memoria fotografica della attività di Insolera, che in realtà fotografo non è stato pur avendo usato la fotografia come strumento di lavoro e di diffusione e comunicazione del suo lavoro. Le oltre 25000 immagini, in gran parte diapositive, raccontano l'esperienza poliedrica di questo "ingegnere-filosofo" votato alla divulgazione della scienza e aperto a un vasto spettro di interessi.

Negli anni più recenti l'IBC ha rilanciato l'uso del mezzo fotografico come modalità interpretativa delle trasformazioni territoriali. Nel 1998, nell'ambito della rivista "IBC", viene elaborato il progetto fotografico "Dal vero", che coinvolge Giovanni Zaffagnini, Guido Guidi e Olivo Barbieri e si propone di indagare aspetti contemporanei del paesaggio regionale, in un'ottica attenta anche al quotidiano, alla vita delle cose che si hanno sempre davanti agli occhi; una fotografia non celebrativa né di denuncia, ma in grado di stimolare curiosità, riflessioni, emozioni. Il lavoro concerne il porto di Ravenna, alcuni parchi di divertimenti e il percorso della via Romea.

Nel 2001 l'Assessorato regionale alla programmazione territoriale, alle politiche abitative e alla riqualificazione urbana decide di documentare lo stato di fatto di circa 70 aree in 27 diversi comuni, dove stavano per prendere avvio progetti di riqualificazione e trasformazione urbanistica, con il sostegno della Legge regionale n. 19 del 1998. Il lavoro di ricognizione è affidato a Gabriele Basilico, che tra l'aprile e il giugno di quell'anno realizza circa 700 fotografie.10 Nel 2003, per analoghi obiettivi connessi alla promozione di nuove disposizioni legislative, lo stesso Assessorato regionale promuove un'indagine, affidata a "Linea di confine per la fotografia contemporanea" di Rubiera (Reggio Emilia), per verificare il concetto di "opera incongrua" da poco definito dalla nuova normativa regionale sulla qualità architettonica e paesaggistica (Legge regionale n. 16 del 2002). Viene svolta una ricerca in cinque comuni della regione (una città, un comune montano, uno di costa, uno ricompreso nel comprensorio delle ceramiche, e uno situato nella cintura suburbana del capoluogo regionale), a cui partecipano due fotografi, Guido Guidi e Vittore Fossati, una videoartista, Paola Di Bello, uno scrittore, Giulio Mozzi.11

Nel 2005 l'IBC, sempre per iniziativa e incarico dell'Assessorato regionale alla programmazione territoriale, produce un'estesa ricerca sull'architettura del secondo Novecento, a cui partecipano fotografi come Michele Buda, Giovanni Zaffagnini, Alessandra Chemollo, Nunzio Battaglia, Paola De Pietri.12 Lo stesso Zaffagnini e Claudio Sabatino sono autori, nel 2007, di una ricognizione sul Po, promossa dall'Assessorato regionale al turismo e orientata dall'IBC verso una descrizione inconsueta del grande fiume come elemento di uso e di aggregazione contemporanea: la "città-Po", un comprensorio di oltre seicentomila abitanti nella sola parte emiliana, che oltre a poter essere descritto in termini di persistenza di tradizioni, cultura, storia, può farsi riconoscere nella sua veste attuale, come luogo di vita, di residenza, di lavoro, di turismo.


Note

(1) I numerosi volumi che pubblicarono le prime campagne dell'IBC sono raccolti nelle due collane editoriali storiche dell'Istituto: "Ricerche dell'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna" e "IBC Dossier" (www.ibc.regione.emilia-romagna.it/collane.htm).

(2) P. L. Cervellati, Fra documento e strumento operativo: i censimenti Alinari, in Fotografie degli archivi Alinari in Emilia e in Romagna. L'immagine della Regione, Bologna, IBC, 1980 (Ricerche dell'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 3), pp. 9-12.

(3) Teatri storici in Emilia-Romagna, a cura di S. M. Bondoni, Bologna, IBC - Grafis, 1982; Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna, a cura di L. Bortolotti, Bologna, IBC-Grafis, 1995 (IBC Immagini e documenti); "IBC", II-III, 6-1 (il fascicolo pubblica una selezione delle fotografie dei teatri storici di Riccardo Vlahov).

(4) L'ultima città possibile. Recupero del patrimonio architettonico a fini sociali e culturali nei centri storici dell'Emilia Romagna, a cura di M. Foschi, A. Malacarne, P. Orlandi, Bologna, A.G.E., 1991.

(5) Manutenzione e sostituzione. L'artigianato, i suoi modelli culturali, la città storica, Bologna, IBC-CLUEB, 1983 (IBC Dossier, 17).

(6) E. Raimondi, L'occhio che ordina, "IBC", VI, 1998, 4, pp. 3-4 (il fascicolo pubblica una selezione delle fotografie di Pietro Zangheri).

(7) A. M. Baratelli, Romagna inedita, "IBC", VII, 1999, 4, pp. 19-21 (il fascicolo pubblica una selezione delle fotografie di Paul Scheuermeier).

(8) Enrico Pasquali fotografo. Bologna negli anni della ricostruzione 1951-1960, a cura di F. Bonilauri, Bologna, IBC-Grafis, 1985 (IBC Dossier, 23); Emilia-Romagna '50, "IBC", XIII, 2005, 2, p. 4 (il fascicolo pubblica una selezione delle fotografie di Enrico Pasquali).

(9) R. Vlahov, P. Zucco, Acqua e terra, "IBC", XI, 2003, 4, p. 3 (il fascicolo pubblica una selezione delle fotografie dell'ERSA).

(10) G. Basilico, L. R. 19/98. La riqualificazione delle aree urbane in Emilia-Romagna, a cura di P. Orlandi, Bologna, IBC - Editrice Compositori, 2001 (IBC Immagini e documenti); P. Orlandi, Scatto e rinascita, "IBC", IX, 2001, 4, pp. 19-22 (il fascicolo pubblica una selezione delle fotografie di Gabriele Basilico).

(11) Paesaggi dissonanti. Fotografia e opere incongrue: una ricerca per la legge regionale 16/2002, a cura di P. Orlandi, Bologna, IBC - Editrice Compositori, 2003 (IBC Immagini e documenti).

(12) Quale e quanta. Architettura in Emilia-Romagna nel secondo Novecento, a cura di M. Casciato e P. Orlandi, Bologna, IBC - Editrice Compositori, 2005 (IBC Immagini e documenti).

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