Rivista "IBC" XVIII, 2010, 2
musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni
La nostra regione è un territorio attivo, ricco di fermenti artistici e ricettivi delle istanze più moderne e globali, ma si auspica anche saldo nei confronti dei cambiamenti indotti da una spettacolarizzazione che sta toccando il suo apice nel presente. Già teorizzata, in nuce, da Guy Debord, poi da Hal Foster e Rosalind Krauss, nonché dal sociologo italiano Vanni Codeluppi nella Vetrinizzazione del sociale, la spettacolarizzazione dell'arte - ossia la preferenza per spazi-eventi che inghiottano architettura, arte e spettatori - si riflette anche in Emilia-Romagna, dove le sedi espositive hanno avuto un considerevole aumento di apertura e programmazione rispetto all'inizio del XXI secolo, con una forbice assai ampia tra le piccole sedi e le macrosituazioni.
Tra queste ultime bisogna segnalare l'appena inaugurato Palazzo del Governatore di Parma, che intelligentemente ha subito dedicato la sua programmazione a valorizzare i gioielli artistici già presenti sul territorio, come le collezioni del Novecento del CSAC, il Centro studi e archivio della comunicazione dell'Università di Parma, e la futura mostra-laboratorio di Claudio Parmiggiani. Lo storico Palazzo del Governatore, che sin dalla sua preesistenza architettonica edificata in stile tardoromanico nel 1283 è stato la sede del governo della città, dopo aver conosciuto nel corso dei secoli i successivi riattamenti d'epoca farnesiana, neoclassica e storico-romantica, oggi è stato trasformato in una prestigiosa e ampia sede espositiva di oltre 3000 metri quadrati, riorganizzati per accogliere mostre d'arte contemporanea italiana e internazionale, affiancate da iniziative collaterali come laboratori, residenze d'artisti e workshop.
La mostra d'apertura (16 gennaio - 16 maggio 2010), un distillato significativo delle "collezioni infinite" del CSAC curato da Gloria Bianchino e Carlo Arturo Quintavalle e dislocato anche nelle Scuderie della Pilotta e nella Galleria San Ludovico, è articolata nelle sezioni di arte, fotografia, architettura, moda e design del XX secolo, tra loro interconnesse da legami e rimandi di segni e significati, la cui lettura orizzontale offre uno spaccato delle espressioni culturali italiane nel secolo cosiddetto "breve", che tale non è stato (www.palazzodelgovernatore.it/nove100/index.html). Il catalogo è un'importante testimonianza di sintesi, per cui segnalare in questa sede qualche singolo autore, seppure straordinario, depaupererebbe le ragioni di un'esposizione che riverbera la nascita e lo sviluppo del CSAC nell'arco di quarant'anni.
Il lungo e corposo saggio d'apertura di Quintavalle diventa l'imprescindibile e affettuosa testimonianza della costituzione del Centro, ma anche un'importante riflessione storica e sociale sull'organizzazione dell'arte nel corso dei secoli e sulla sua lettura critica, nonché sull'attuale crisi dei musei. Lo scritto dell'importante storico dell'arte mette in luce, inoltre, l'unitarietà dell'idea che ha alimentato con coerenza l'Archivio nei decenni, la sua crescita orizzontale che ha tenuto conto di ogni espressione artistica come documento e comunicazione della cultura di un'epoca sino a raggiungere oltre undici milioni di esemplari, la loro conservazione e valorizzazione attraverso mostre di studiata metodologia, sino a concludere con il serio, e condiviso, problema delle competenze e della formazione dei futuri storici dell'arte.
Nove100. Arte, fotografia, architettura e design, a cura di A. C. Quintavalle e G. Bianchino, Milano, Skira, 2010, 232 pagine, 45,00 euro.
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