Rivista "IBC" XV, 2007, 4

musei e beni culturali / inchieste e interviste

Si conclude il viaggio a puntate all’interno dei musei e dei luoghi dell’arte contemporanea in Emilia.
In contemporanea: Parma, Ferrara

Claudia Collina
[IBC]

All'interno della pluridimensionale, indeterminabile, sfera globale che dimensiona la geografia artistica del presente, le due città di Ferrara e Parma si sono unite in un progetto di ricerca che ha valorizzato e promosso la creatività giovanile del territorio: tra i vari pregi, la mostra "Confini. Lo spazio del corpo, il corpo dello spazio" ha posto in rilievo la ricerca più attuale su uno dei temi maggiormente esplorati dell'arte, ma soprattutto ha collegato in una rete sinergica due realtà differenti, rilanciando, con significativa visibilità e coerenza, il Coordinamento dei giovani artisti dell'Emilia-Romagna (GA/ER), istituito dall'Assessorato alla cultura della Regione nel 1998 e sostenuto ora con fiducia dall'assessore Alberto Ronchi. Secondo Ronchi, "ER/GA OMNES" - il progetto elaborato dal GA/ER, di cui la mostra "Confini" rappresenta il primo tassello - "consente di evitare due rischi molto spesso insiti nelle iniziative pensate per le giovani generazioni, vale a dire la frammentarietà e il carattere dispersivo delle proposte e l'incapacità di valorizzare al meglio le energie e le risorse umane ed economiche che, una volta condivise e messe in rete, vedono esaltate le loro potenzialità".1

Il Servizio eventi e mostre del Comune di Parma (www.cultura.comune.parma.it), diretto da Manuela Saccani, ha una vocazione pluridecennale a incentivare l'attività artistica giovanile attraverso l'Archivio giovani artisti e una politica espositiva, rada ma di qualità, che troverà nel costituendo Centro per le arti visive contemporanee di Palazzo del Governatore un polo volto alla missione della didattica e della formazione sull'arte contemporanea. Il nuovo polo andrà a complementare uno dei più prestigiosi interlocutori istituzionali della materia, il Centro studi e archivio della comunicazione dell'Università di Parma - CSAC (www.unipr.it/arpa/csac/csachp.html), diretto da Gloria Bianchino, che dal canto suo ha sviluppato le ingenti collezioni e la sua attività espositiva sulla base della ricerca rigorosa, dell'indagine e dello scambio internazionale, focalizzandoli sui materiali della comunicazione visiva che ne costituiscono l'archivio (arte, media, progetto, fotografia e spettacolo).

Il Settore attività culturali del Comune di Ferrara, coordinato dal dirigente Andrea Buzzoni (www.comune.fe.it), svolge da lungo tempo un'attività di alto livello sia nell'ambito della conservazione e della memoria museale, sia nella valorizzazione e nella promozione dell'arte del Novecento e del presente collegata al passato, in quel corretto continuum che è la storia dell'arte; nell'ambito di questa attività, ha riservato attenzione a situazioni più vicine, in territorio nazionale, e una particolare dedizione alla crescita dell'arte giovanile locale, divenendo così una delle punte di diamante della regione.

Si conclude qui il viaggio intrapreso lungo i centri di arte contemporanea che costellano a ovest la via Emilia.2 Il panorama emerso è quello di un territorio vitale e ricco di istituti e iniziative di alto profilo, ma indebolito, a meno che non intervenga il sostegno di fondazioni e privati, dalla grande scarsità di finanziamenti pubblici per le acquisizioni che incrementino il patrimonio. Un territorio in cui, tuttavia, permangono l'impegno e la serietà nei confronti della conservazione del proprio patrimonio artistico, che viene innovato, sia nel contesto museografico, sia nell'attività curatoriale ed espositiva, con una modernità che sa stare al passo del complesso "secolo-mondo" (come è definito, da Marcello Flores, il Novecento).

All'inizio del XXI secolo il panorama dell'arte contemporanea sta mutando, com'è logico che sia, così come la sua funzione culturale. Vediamo, in territorio emiliano, come gli ultimi due centri museali ed espositivi d'arte contemporanea - Ferrara e Parma - stiano rapportando la loro politica culturale a tali trasformazioni, nell'organizzazione della cultura istituzionale collegata al tessuto della città, al territorio italiano e a quello internazionale. Rispetto a questa considerazione, quali obiettivi si prefiggono il settore cultura e/o i musei attraverso i vostri indirizzi?

Manuela Saccani: Nell'ambito del tessuto culturale cittadino, che vede un'importante presenza istituzionale sui temi dell'arte contemporanea e del Novecento, il Comune di Parma ha finora programmato diverse iniziative operando sia in un'ottica più propriamente civica, di sostegno alla realtà culturale locale, sia in una prospettiva più nazionale e internazionale, con eventi dedicati. L'attuale evoluzione internazionale della ricerca artistica negli ormai canonizzati e tecnologici territori dei media, e l'obiettivo di sviluppare in modo organico il ruolo dell'amministrazione comunale, hanno portato alla progettazione del nuovo Centro per le arti visive contemporanee, che sarà aperto nel 2009 nel restaurato Palazzo del Governatore.

Il nuovo centro sarà "una colloquiale macchina didattico-formativa e produttiva che porti l'utenza verso una lettura integrale e integrata della storia delle nuove avanguardie e delle forme di rappresentazione ed espressione a essa legate", per citare integralmente il progetto funzionale elaborato dall'Assessorato alle politiche culturali. Il Palazzo del Governatore, quindi, oltre a essere un nuovo spazio espositivo vocato all'arte contemporanea, ospiterà anche un centro cinema e alcuni laboratori per essere: non un semplice spazio di consultazione e ricerca, insomma, ma una vera e propria officina di idee, nella quale apprendere, progettare, produrre.

Gloria Bianchino: Lo CSAC ha raccolto materiali originali in cinque diversi ambiti: arte, media, progetto, fotografia, spettacolo. In questo campo, anzi nella interrelazione di questi ambiti culturali, la struttura è unica e il suo patrimonio di oltre 9 milioni di pezzi permette di avere confronti, relazioni, scambi nazionali e internazionali, di grande peso. Il dialogo con la regione, diversamente da quello nazionale e internazionale, è stato più difficile, anche forse per l'impostazione delle collezioni pubbliche e private, che appare tradizionale.

In città - salvo forse esperienze più recenti come l'insieme delle rassegne "GNAM - Gastronomia nell'arte moderna", organizzate dalla Fondazione Solares in collaborazione con la Provincia di Parma - abbiamo realizzato in Pilotta un'intera mostra, "Piatti di carta", con circa 400 pezzi che documentano la vicenda del cibo, della pubblicità, della fotografia e del design, oltre che dell'arte degli ultimi ottant'anni: le opere sono tutte delle collezioni CSAC. In genere, posso dire che il dialogo con le raccolte che puntano solo a politiche espositive di opere d'arte e che nei decenni del dopoguerra non hanno saputo neppure costituirsi delle minimali, accettabili collezioni in questo ambito, non risulta certo facile.

Andrea Buzzoni: L'attività delle Gallerie d'arte moderna e contemporanea di Ferrara - che comprendono il Museo dell'Ottocento, il Museo Giovanni Boldini, il Museo d'arte moderna e contemporanea Filippo De Pisis, il Museo Michelangelo Antonioni e gli spazi espositivi del Palazzo dei Diamanti e del PAC - Padiglione d'arte contemporanea - si svolge su molti fronti: il contemporaneo è uno di questi. Il museo si prefigge infatti obiettivi tradizionalmente legati alla natura dell'istituzione, che ospita collezioni dell'Ottocento e Novecento, obiettivi che possono essere riassunti nella conservazione, nello studio e nella divulgazione dei propri materiali.

A queste funzioni si affiancano le mostre del Palazzo dei Diamanti realizzate in collaborazione con Ferrara Arte, una società per azioni pubblica del Comune e della Provincia di Ferrara, e quelle del Padiglione d'arte contemporanea. Le esposizioni allestite al Palazzo dei Diamanti, anche quando dedicate all'arte contemporanea, hanno un taglio storico anche per differenziarle da quelle allestite da altre istituzioni, regionali e non, da sempre orientate verso la stretta contemporaneità. Le mostre del PAC, invece, sono dedicate ad artisti viventi, emergenti o già affermati, con un'attenzione verso le tendenze artistiche attuali. In entrambi i casi, lo staff del museo, per realizzare un programma vario e qualificato, lavora in sinergia con studiosi e partner nazionali e, più spesso, internazionali.

La strategia delle acquisizioni delle opere d'arte di un museo è estremamente importante perché rappresenta il simbolo del collezionismo pubblico della società, avvalorando l'operato degli artisti scelti, determinandone un rinnovato patrimonio economico e la fruizione da parte della collettività. Quali nuove acquisizioni sono state fatte, o saranno fatte, dai vostri musei e con quali criteri?

Saccani: Non avendo il Comune di Parma un museo dedicato all'arte contemporanea, non può esplicare una funzione di collezionismo pubblico in questo versante, molto rilevante ma sempre limitato da restrizioni di bilancio. Importanti sculture sono invece state collocate nella città, ma l'acquisizione delle opere d'arte è avvenuta principalmente attraverso la partecipazione economica di fondazioni bancarie o sponsor privati.

Bianchino: Le acquisizioni più recenti sono avvenute nell'ambito della fotografia, del design, della grafica, della pittura e inoltre dei media; cerchiamo di portare allo CSAC raccolte, archivi, materiali che mantengano il profilo interdisciplinare che ha caratterizzato le nostre vicende degli ultimi quarant'anni. Abbiamo appena trasferito le nostre collezioni alla abbazia di Valserena (Paradigna), su 8000 metri quadrati di cui 3000 espositivi, ma serviranno ancora alcune migliaia di metri quadri di nuovo edificato per sistemare al meglio i mille classificatori dove conserviamo i circa novanta archivi di progetto architettonico e di design; ancora, sarà indispensabile la costruzione delle aule e della biblioteca perché gli studenti possano usufruire al meglio della didattica ma anche per portare avanti la propria ricerca nell'ambito del contemporaneo. Lo CSAC, infatti, non concepisce il museo come un sistema isolato, come luogo per la visita dei capolavori, ma come un centro di scambio e di continua indagine. Il rapporto con l'Università di Parma, con gli studenti e i docenti delle università italiane e dei maggiori centri di studio stranieri, per noi è strutturale: è questo rapporto, infatti, a promuovere e sviluppare la ricerca nei territori culturali prescelti dallo CSAC.

Buzzoni: I fondi a nostra disposizione per comprare opere d'arte sono molto limitati, quando invece per una seria, coerente e non episodica politica di acquisizioni servirebbero investimenti davvero considerevoli, che solo pochissimi musei italiani sono oggi in grado di sostenere. Inoltre, per l'arte contemporanea occorrono anche degli spazi adeguati, con delle caratteristiche differenti rispetto a quelli atti a ospitare collezioni storiche. Gli ambienti di pertinenza delle Gallerie - palazzi storici, già al limite della capienza, con spazi assolutamente non flessibili - non presentano tali caratteristiche. A fronte di questi limiti, le acquisizioni delle Gallerie si indirizzano principalmente verso l'arricchimento della parte cosiddetta storica della collezione, grazie ai finanziamenti della Fondazione Pianori o alle donazioni di privati.

In quest'ottica, di recente la collezione si è per esempio arricchita del capolavoro del periodo metafisico di De Pisis, Le cipolle di Socrate. Nonostante ciò, comprendendo l'importanza, per l'istituzione e per la città, di mantenere vivo un rapporto con la creatività contemporanea, lo staff delle gallerie ha impostato per il PAC un'attività espositiva che preveda la realizzazione di produzioni originali, nate dal dialogo serrato tra la committenza e l'artista di volta in volta invitato a lavorare su un dato tema. Quest'anno, in particolare, ad Alexander Hahn e a Flavio de Marco (di cui al PAC vengono presentate due monografiche nel corso di questo autunno-inverno), si è chiesto di realizzare un'opera legata al ciclo di affreschi di Palazzo Schifanoia, lavori che costituiscono il fulcro di entrambe le mostre.

Le esposizioni temporanee consolidano o trasformano significativamente il gusto del pubblico, ampliando la conoscenza dell'esistente e dando conto, attraverso la divulgazione e la didattica, di nuovi sviluppi della storia e della critica d'arte. Quali sono i progetti di mostre che vi impegneranno a breve o lunga scadenza?

Saccani: Tra i diversi eventi culturali, le mostre hanno indubbiamente un grande impatto sull'utenza, sia in termini di divulgazione dei contenuti culturali sia per il piacere, tutto estetico ed emozionale, del contatto con l'opera d'arte. Proprio per sviluppare appieno questa missione educativa, le esposizioni in corso di programmazione, di respiro internazionale, vedranno appositi momenti e spazi dedicati alla didattica, non solo rivolta alla scuola ma anche al mondo degli adulti.

Il Palazzo del Governatore, dalla primavera 2009, ospiterà una serie di eventi espositivi ragionati non solo sulla contemporaneità, ma anche sulla matrice storica delle avanguardie, dedicando momenti specifici di lettura ed esperienza sul campo di autori e movimenti, e utilizzando i nuovi spazi polifunzionali. Un importante ambito di sviluppo sarà dedicato alla creatività giovanile, incentivando l'utilizzo di nuovi spazi all'interno della città di Parma, anche attraverso la rilettura e la riflessione artistica sulle trasformazioni urbane e sociali, e realizzando una mostra antologica dedicata alla produzione dell'Archivio giovani artisti negli ultimi 15 anni, che si terrà nella primavera del 2008 a Palazzo Pigorini.

Bianchino: Affermare che le mostre, in quanto tali, siano di per sé in grado di trasformare il gusto del pubblico mi sembra sia forse discutibile. In realtà le mostre hanno una funzione semplicemente asseverativa di eventi e di conoscenze del passato, tanto è vero che le esposizioni di maggior successo per il tempo moderno sono legate a nomi notissimi presenti nei manuali delle scuole superiori, mentre, per il contemporaneo, quei nomi corrispondono a scelte e situazioni legate sempre alla figura di un personaggio notissimo, dagli Impressionisti alle avanguardie storiche, e non propongono quasi mai, nel nostro Paese, una ricerca critica degna di questo nome.

Si vedano i cataloghi, cosiddetti critici, delle maggiori esposizioni di arte contemporanea in Italia e li si confrontino con quelli dei maggiori musei di Francia, e in particolare con quelli del Louvre, del Musée d'Orsay, del Grand e del Petit Palais di Parigi, o li si paragonino a quelli del Museum of Modern Art di New York, o con quelli dell'Art Institute di Chicago, o con quelli di Bonn oppure di Berlino, e si comprenderà la stellare differenza. Quei cataloghi stranieri propongono sempre contributi critici, hanno schede informate e attente: i nostri cataloghi sono piuttosto dei picture books. Quanto alle mostre di prossimo allestimento, abbiamo in programma la rassegna di Bruno Munari nelle collezioni dello CSAC, dove presenteremo circa 400 pezzi; la precederà, dal 20 dicembre 2007 al 31 gennaio 2008, la mostra di Carla Cerati, in cui saranno presentate circa 500 fotografie delle circa 1000 presenti nelle raccolte CSAC.

Buzzoni: L'obiettivo delle Gallerie d'arte moderna e contemporanea di Ferrara nel campo delle mostre è di compiere scelte non scontate, cercando di coniugare la qualità delle proprie iniziative con la capacità di attirare l'attenzione del pubblico. In linea con quanto fatto da 16 anni a questa parte, il Palazzo dei Diamanti continuerà a lavorare su progetti espositivi basati in primo luogo sulla ricerca e dedicati a momenti e protagonisti della storia dell'arte, noti e meno noti, indagati per la prima volta nel nostro Paese, o riletti da punti di vista innovativi. È il caso delle due mostre in programma il prossimo anno, "Miró: la terra" (dal 17 febbraio al 25 maggio 2008) e "Turner e l'Italia" (dal 16 novembre 2008 al 22 febbraio 2009).

La prima - organizzata assieme al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, che la ospiterà dopo Ferrara - intende far conoscere un aspetto mai trattato prima in una rassegna, ma molto importante nella produzione dell'artista catalano: il legame con la terra e la centralità che questo legame ebbe nel suo immaginario, lungo tutta la sua lunga carriera. La rassegna autunnale, organizzata invece in partnership con la National Gallery of Scotland, affronta un aspetto cruciale dell'opera del pittore inglese, il suo rapporto con il nostro paese, ricostruendo i suoi soggiorni nella penisola e presentando i capolavori che nacquero da questo incontro fondamentale e ripetuto negli anni. Il Padiglione d'arte contemporanea presenterà in primavera la dodicesima edizione della Biennale Donna, con un'importante esposizione monografica dedicata a Mona Hathoum, celebre artista di origine palestinese che vive e lavora tra Londra e Berlino, protagonista della scena artistica internazionale.

Oggi più che mai è spesso richiesta la sinergia tra attori pubblici e privati del sistema dell'arte contemporanea, determinato anche dall'interconnessione tra valore artistico e valore economico delle opere della contemporaneità, sempre più spesso presentate a fiere prestigiose dalle connotazioni allusivamente museali. Come si rapportano le vostre istituzioni a tale fenomeno?

Saccani: L'integrazione tra pubblico e privato per la gestione, valorizzazione e promozione del patrimonio e degli eventi culturali è una modalità non solo opportuna, anche necessaria, che deve vedere il pubblico fortemente presente sul versante della conservazione e del controllo dell'attività e il privato sugli aspetti più gestionali e operativi e sulla realizzazione di servizi accessori rilevanti e competitivi, in grado di portare anche nuove risorse. Nell'arte contemporanea, il rapporto tra valore artistico e valore economico è una variabile ancora più instabile, non potendo contare sulla decantazione di più esperienze di mercato.

La città di Parma, in particolare, vanta un polo fieristico fortemente orientato al mercato dell'arte, che ne fa una vetrina molto significativa anche per l'arte contemporanea, sebbene più specializzata nel versante del modernariato. L'apertura del nuovo Centro per le arti visive contemporanee nel Palazzo del Governatore in primis, ma anche lo sviluppo dell'investimento sulla creatività giovanile e una politica culturale dell'amministrazione comunale più orientata verso il contemporaneo, svilupperanno a fianco della radicata tradizione culturale della città nuovi orizzonti, non solo in campo artistico ma anche architettonico, e in tutta l'attività culturale.

Bianchino: In genere lo CSAC presta le opere solo a collezioni pubbliche; le poche volte che si sono prestate opere a rassegne private lo si è fatto con la esplicita autorizzazione dei singoli artisti, grafici, designer, fotografi. Il problema vero, oggi, resta il difficile rapporto fra mercato e musei: diversamente dalla Germania o dagli Stati Uniti, dove il mercato è un sistema che si confronta con quello dei musei, diversamente dalla Francia, dove i musei parigini sono strutture guida dell'intera nazione e le gallerie appaiono oggi molto emarginate, in Italia abbiamo l'effimera vicenda delle fiere, un sistema di gallerie fortemente disastrato dalla crisi economica degli ultimi quindici anni, e un complesso di musei dell'arte contemporanea che - salvo poche eccezioni, come il Museo civico di Torino, il Museo di Verona, il Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto - sembrano purtroppo dipendere dal mercato piuttosto che programmare una propria politica culturale.

La quantità di falsi impunemente esposti nelle fiere o proposti nelle aste, e più ancora quelli distribuiti attraverso noti canali televisivi, sconsiglia, a mio parere, di partecipare a simili eventi, privi troppe volte di un controllo appena affidabile della qualità e di quello, indispensabile, sull'autenticità delle opere.

Buzzoni: La "interconnessione tra il valore artistico ed economico delle opere della contemporaneità" non è una novità dei nostri giorni e, di certo, non attiene esclusivamente all'arte contemporanea. Oggi come in passato, il valore di un artista è proporzionale al suo valore di mercato, salvo poi che, oggi come in passato, esistono grandi artisti che non hanno voluto o potuto legarsi al mercato, e che quindi hanno lavorato o lavorano più o meno nell'ombra. Va detto che oggi l'arte contemporanea riscuote in Italia un interesse molto più intenso che in passato, sia da parte delle istituzioni pubbliche che dei privati. Si tratta di una passione davvero recente: lo prova il fatto che, salvo rari casi, non esistono nel nostro Paese collezioni pubbliche di opere del Novecento o contemporanee veramente significative, e paragonabili a quelle di altri stati europei. Senza contare, per esempio, che è tutt'ora in vigore una legge di tutela che non riconosce il valore della contemporaneità o che questa è pressoché totalmente assente dai programmi d'insegnamento della scuola media di primo e secondo grado.

In altre parole, manca una cultura di base del contemporaneo. Di conseguenza, la maggior parte dei musei italiani, almeno fino a ora, non è stata in grado di svolgere una politica di acquisizioni che abbia potuto svilupparsi nel tempo, con continuità e coerenza, e anche l'attività espositiva dedicata al contemporaneo ha attratto prevalentemente un pubblico di élite. È in questa situazione che i soggetti privati sono andati a occupare uno spazio molto importante, spesso propulsivo della nuova tendenza verso l'arte dei nostri giorni. Ritengo tuttavia necessario avere sempre presente la diversa natura e i differenti fini degli enti privati rispetto alle istituzioni pubbliche. I musei, per svolgere la propria attività al meglio, devono inevitabilmente dialogare e confrontarsi con l'ambito privato, ma anche mantenere un'indipendenza dalle logiche squisitamente commerciali. Su questa linea è impostata da anni la condotta delle Gallerie d'arte moderna e contemporanea di Ferrara, anche per quanto riguarda le mostre.

Note

(1) A. Ronchi, in Confini. Lo spazio del corpo, il corpo dello spazio, a cura di M. L. Pacelli e V. Strukelj, Ferrara, SATE Editore, 2006, p. 13.

(2) Le due puntate precedenti, dedicate a Bologna e Modena, e a Reggio Emilia e Piacenza, sono state pubblicate rispettivamente in: "IBC", XV, 2007, 2, pp. 22-24; "IBC", XV, 2007, 3, pp. 20-23.

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