Rivista "IBC" XVIII, 2010, 2
musei e beni culturali / immagini, mostre e rassegne, pubblicazioni
Le esperienze, le nuove conoscenze e le emozioni che un viaggio genera e stimola possono sedimentare e tradursi in molti modi, esemplificati dall'infinita casistica dei souvenir. Simonetta Scala, graphic designer bolognese, mettendo a frutto esperienza professionale e personale sensibilità, ha scelto di raccontare i suoi viaggi (esotici e domestici, tra Messico, Yucatàn e costa romagnola) come percorsi grafici e fotografici nel colore. È uno sguardo ravvicinato e selettivo, il suo, che esclude persone e oggetti, e della realtà predilige e ricerca la rappresentazione bidimensionale, quale è quella offerta dai muri del centro storico della città messicana di Campeche, densi di segni, linee, cromatismi effervescenti e scritte, o dai nostri lungomare romagnoli, in cui l'immaginario turistico-balneare è ormai la vera natura dei luoghi.
Uno sguardo riflessivo e senza concessioni all'immediatezza, pronto a dare valore al più piccolo segnale visivo: "Dovunque ci si trovi" - scrive Scala - "si può incontrare un particolare esteticamente apprezzabile, una combinazione di colori che trasmette emozioni, recuperando, mentre si cammina per strada o sulla spiaggia, lo sguardo che si avrebbe all'interno di un museo o di una galleria d'arte, dove ci ingegniamo a osservare le cose come opere portatrici di valore estetico e culturale, e di senso". Tornata a casa con una valigia metaforica di immagini, tessere preziose e divertite di un mosaico tutto da costruire, l'autrice si è esercitata nella seconda parte, altrettanto importante, del suo lavoro: riordinare o, meglio, ordinare questi frammenti, che sono peraltro dettagli significativi di una cultura; renderli decifrabili, comporre, per il loro tramite, una narrazione comunicabile.
Gli strumenti e i modi che ha adottato sono diversi ma tutti efficaci: le immagini, nell'impaginazione, sono accostate per somiglianza o per contrasto, oppure spiegate e definite nei termini del linguaggio base dei progettisti grafici, che è quello del campionario dei colori puri. Alla ricerca non tanto di una tassonomia cromatica, quanto di un ritmo e di un senso [se ne può vedere un esempio nell'immagine di copertina di questo numero di "IBC", ndr]. Il percorso si è concretizzato in "Cromotour" (www.cromotour.it), un progetto editoriale-allestitivo multiplo che nell'inverno di quest'anno, in concomitanza con l'ultima edizione di "ArteFiera", ha coinvolto alcune associazioni culturali bolognesi ("Culturalia", che ha collaborato a idearlo e a produrlo, oltre a curarne la promozione; "Piccolo Formato" e "La Pillola 400"), oltre ovviamente a "Lizart comunicazione visiva" (in cui Simonetta Scala lavora).
Obiettivo comune, la realizzazione di eventi e oggetti diversi: una mostra di immagini assemblate e montate su alluminio, una proiezione notturna a Palazzo Bentivoglio (muri messicani sui muri scabri dell'antica Bologna); alcuni preziosi libretti-album che propongono le immagini in forma di cartolina immediatamente spedibile. Così, in qualche modo, il cerchio si chiude: la ricerca grafica e fotografica si adatta alla forma più semplice di souvenir di viaggio. Perché la narrazione, per quanto inedita e personale, possa essere condivisa.
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