Rivista "IBC" XVIII, 2010, 2
musei e beni culturali / progetti e realizzazioni, pubblicazioni, storie e personaggi
Con la recente inaugurazione della nuova ala, collocata negli spazi dell'ex Ebanisteria Casalini e realizzata grazie a un finanziamento Stato-Regione-Comune, si può dire pressoché completato l'ampliamento del Museo internazionale delle ceramiche in Faenza, a poco più di un anno dal centenario della fondazione (www.micfaenza.it). In un'area raddoppiata (circa 2000 metri quadrati), la nuova sezione "Italia Novecento" del MIC rende visibili oltre novecento opere che raccontano la specificità e l'importanza raggiunta dalla ceramica italiana nel secolo scorso per quantità di espressioni e per qualità di artisti, manifatture, botteghe e fornaci artigianali, e il ruolo svolto da Faenza. Vi sono documentati momenti ed espressioni particolarmente felici per l'arte ceramica: dall'Art Nouveau al Futurismo, al Déco, all'Informale, fino alle produzioni più recenti, e la presenza di artisti quali Galileo Chini, Arturo Martini, Gio Ponti, Tullio D'Albissola, Angelo Biancini, Lucio Fontana, Leoncillo, Alberto Burri, Giosetta Fioroni, Carlo Zauli. Articolata su tre livelli, la nuova ala accresce anche la superficie destinata alle mostre temporanee e offre uno spazio destinato a incontri e dibattiti.
Con la pubblicazione del volume La Fabbrica Ferniani. Ceramiche faentine dal barocco all'eclettismo, a cura di Carmen Ravanelli Guidotti, il MIC ha inoltre recentemente reso omaggio a una grande protagonista della storia ceramica faentina dei due secoli precedenti, attiva tra il 1693 e il 1893: "unico focolare di vita artistica faentina di ambiente laico e popolare e al tempo stesso polo di attrazione per i forestieri di passaggio". Frutto di lunghe indagini condotte sulle fonti, a partire dai fondamentali archivi della fabbrica, il volume restituisce un tessuto ricco e affascinante, denso di dati, ponendosi come imprescindibile testo di riferimento per ricerche future e ricostruendo un interessante percorso attraverso le opere conservate al MIC, nelle due sedi del museo-campionario della fabbrica e presso i collezionisti.
L'analisi di bilanci, vacchette, resoconti di fiere e inventari di produzioni svela i segreti di quel mondo: introduce nel vivo dell'organizzazione del lavoro e delle figure che vi operano, dai direttori ai pittori professionisti, ai lavoranti, ai forgiatori, agli artisti; illustra le modalità della promozione e della commercializzazione attraverso agenti, fiere e mercati; presenta le produzioni: come i servizi interi per sontuosi banchetti, i meravigliosi bureaux verdi, i vasi "stragrandi"; registra la ricca terminologia relativa ai materiali e alle forme degli oggetti, alle tecniche di lavorazione; rende noti nomi di artisti.
Le vicende della fabbrica, una delle prime e più longeve in Italia se non in Europa, narrano le personalità e il ruolo che vi hanno svolto i rappresentanti della famiglia, a partire dal fondatore, il conte Annibale I; i periodi di grandezza ma anche le fasi di crisi della Ferniani; lo sviluppo della sua fisionomia e del suo affermarsi grazie alla qualità e alla raffinatezza delle opere in territori italiani vicini e lontani, e all'estero; i diversi committenti, dalla municipalità ai nobili, a personalità politiche e religiose, agli speziali; le innovazioni tecnologiche e l'apertura ad artisti anche stranieri; i tentativi, nell'Ottocento, di stare al passo con l'industrializzazione, sdoppiando, per esempio, le fabbriche e destinando la nuova alla produzione "ordinaria"; i monumentali lavori robbiani di Giovanni Collina Graziani e figli e la loro promozione attraverso l'assidua presenza alle esposizioni regionali e alle internazionali di Vienna, Londra, Parigi; la morte di Annibale nel 1893, e infine, la chiusura della fabbrica.
Un corposo apparato schedografico, articolato in un percorso cronotecnologico, illustra una straordinaria selezione di opere Ferniani e delle loro decorazioni: il pavonazzetto, le rovine con figure, il giardino con vaso e colonna spezzata, il castelletto e le cineserie con il famoso garofano, la pagoda e il fior di loto.
La Fabbrica Ferniani. Ceramiche faentine dal barocco all'eclettismo, a cura di C. Ravanelli Guidotti, Faenza (Ravenna) - Cinisello Balsamo (Milano), Museo internazionale delle ceramiche - Silvana Editoriale, 2009, 368 pagine, 40,00 euro.
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