Rivista "IBC" XVII, 2009, 2
territorio e beni architettonici-ambientali / pubblicazioni
All'inizio del 2009 è uscito il volume Tipologie edilizie rurali storiche dell'Appennino bolognese. Persistenze ed evoluzioni formali e volumetriche ricorrenti di Anna Maria Guccini, opera promossa ed edita dalla Provincia di Bologna, Assessorato alla pianificazione territoriale, con la collaborazione tecnico-scientifica, il contributo dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC), e il sostegno determinante della Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.
"Lavoro né breve né solo narrativo", come lo definisce nella prefazione Andrea Emiliani, dove si coglie che il libro va oltre l'illustrazione delle esemplificazioni tipologiche dell'edilizia appenninica bolognese (principalmente incentrata sull'alta e media valle del Reno), ma si estende ulteriormente, a uno studio dei processi evolutivi, a una lettura che tiene conto del tempo che passa e di necessità che mutano, quindi dei fattori che modificano la struttura edilizia di base.
Solamente sfogliando questo volume si comprende il suo significato manualistico, scorrendo sul ritmo serrato delle immagini affiancate da disegni esplicativi. Sull'architettura appenninica emiliano-romagnola, negli ultimi tre decenni, sono uscite diverse opere di analisi e di censimento, ma nessuna con un approccio pratico come questo testo, che oltre all'analisi fornisce anche indicazioni precise per una possibile evoluzione del fabbricato storico.
A mio avviso, uno dei pregi fondamentali di quest'opera è di essere andata oltre gli episodi "monumentali" presenti sul nostro Appennino e dimostrati con grande efficacia dall'opera fotografica di Luigi Fantini sin dagli anni Quaranta del Novecento, episodi poi "consacrati" dalle campagne di rilevamento dei beni culturali condotte dall'allora Soprintendenza alle Gallerie di Bologna fra 1968 e 1971, con il seguito di altre indagini e lavori editoriali promossi dall'IBC per tutto il corso degli anni Settanta. Gli edifici storici di maggior rilievo, quelli già garantiti dalla tutela comunale, non compaiono quasi per nulla in questo libro; se si scorre il volume, in specie nella seconda metà, ove sono sistematizzate le schede tipologiche, si notano fabbricati di forme assai semplici, lineari, risalenti in gran parte alla fine del XIX secolo o tutt'al più ai primi due o tre decenni del successivo, manufatti in massima parte privi di salvaguardia, a rischio perché passibili di pesanti ristrutturazioni e modifiche peggiorative, che devastano l'immagine ambientale dei nostri territori di montagna.
Anna Maria Guccini esplicita sin dall'introduzione la finalità dell'opera: identificare diversi tipi edilizi ricorrenti e la loro possibilità di recupero secondo le categorie d'intervento della legge urbanistica regionale, operazione che deve mantenere la riconoscibilità tipologica dell'edificio, facendone percepire la funzione originaria. La prima parte del libro si dedica alla metodologia d'indagine e mostra interessanti fonti cartografiche, cabrei e catasti finora trascurati per uno sguardo sui tipi edilizi, documenti che invece rivelano sorprendenti elementi descrittivi sui fabbricati della montagna.
L'analisi, poi, tratta delle determinanti che influiscono sull'organizzazione degli insediamenti rurali nel contesto territoriale, determinanti fisico-ambientali, causate dalla produzione agricola o dall'organizzazione sociale. Si passa quindi alla successione tipologica e volumetrica dei vari casi individuati e studiati: da una struttura monocellulare, la casa-torre e i suoi sviluppi, all'evoluzione della cellula in relazione all'orografia; l'elemento della scala, interna o esterna, il disporsi dei corpi accessori, balchio, forno, pozzo, fienile-stalla (quest'ultimo nel suo duplice rapporto con l'abitazione rurale). L'analisi si svolge anche sugli ambiti esterni, comuni alla corte rurale nel suo relazionarsi con le strade e i coltivi; indagine, quest'ultima, pressoché mai condotta in precedenza e invece fondamentale, rispetto a interventi di recupero che ora tendono a frantumare la dimensione unitaria dei nuclei rurali.
Lo studio procede occupandosi dei materiali costruttivi, delle strutture murarie, dei manti di copertura, di aperture, infissi e inferriate, di camini. Non mancano altre entità esterne all'abitazione, come le torrette da vigna, gli essiccatoi, le edicole e i pilastrini devozionali. Infine le essenze arboree, nella loro dimensione autoctona, argomento di grande importanza a fronte di una costante e pervasiva "invasione conifera", assai banale e svilente. Le schede dei tipi costruttivi si mostrano ben strutturate, tutte documentate da fotografia e schema grafico del fabbricato, e contengono (fatto innovativo e valore aggiunto dell'opera) una disamina di possibili interventi accrescitivi nella logica del modello originale.
A. M. Guccini, Tipologie edilizie rurali storiche dell'Appennino bolognese. Persistenze ed evoluzioni formali e volumetriche ricorrenti, Argelato (Bologna), Minerva Edizioni, 2009, 254 pagine, 25,00 euro.
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