Rivista "IBC" XVII, 2009, 2
biblioteche e archivi / pubblicazioni, storie e personaggi
"Pietro Cavallini, giugno 1931, dopo 10 anni di ricerche!". Con questo appunto, scritto nel verso del frontespizio di un raro volume, il bibliofilo festeggiava, a suo modo, l'acquisto di un libro cercato per un decennio. È sufficiente questa breve frase a far capire con quanto amore, quanta passione, quanta competenza e quanta tenacia egli avesse formato la propria biblioteca privata, che dal 1968 è entrata a far parte delle collezioni della Biblioteca "Trisi" di Lugo di Romagna (Ravenna). Nato nel 1891 nella città romagnola, quasi coetaneo, amico e anche, per un breve periodo, compagno di studi del famoso aviatore Francesco Baracca, Pietro Cavallini trascorse gran parte della sua esistenza a Lugo, conducendo una vita molto appartata e occupandosi dell'amministrazione dei beni di famiglia e della sua biblioteca privata, arricchita prevalentemente con acquisti fatti per corrispondenza o presso librerie antiquarie.
Solamente in gioventù "evase" per lunghi periodi dalla città natale, dapprima per motivi di studio (si iscrisse all'università, senza terminarla) e poi per il servizio militare, svolto durante la Prima guerra mondiale, periodo nel quale, comunque, non rinunciò all'acquisto degli amati libri, grazie alla frequentazione di una libreria francese a Salonicco, in Grecia. Una volta tornato a casa dopo la fine dell'avventura militare, nel 1919, Cavallini si allontanava da Lugo solo per brevi soggiorni fuori città o per viaggi culturali nelle grandi città italiane: il centro del suo mondo rimaneva comunque la sua dimora, il settecentesco palazzo Cantua-Cavallini, progettato dall'architetto Cosimo Morelli, degno "contenitore" della biblioteca e meta di selezionati studiosi e appassionati, ai quali egli permetteva di consultare i propri libri.
Pietro Cavallini, che fino all'ultimo arricchì le sue collezioni e lesse libri, morì nella sua Lugo nel dicembre del 1967. Un volume, stampato nel 2008 per i tipi di Edit Faenza, rende nota a un pubblico più vasto la sua storia. Ne è autore Sante Medri, già direttore della Biblioteca "Trisi", il quale, oltre a ricostruire la vita del Cavallini, compie un viaggio nei libri e nelle letture del bibliofilo lughese. Dopo essersi soffermato sul fenomeno del collezionismo nella bassa Romagna fra fine Ottocento e inizio Novecento (che ebbe fra gli esponenti più illustri il fusignanese Carlo Piancastelli), Medri analizza la vita culturale lughese dell'epoca e i rapporti di Cavallini con gli intellettuali della città (in primis Francesco Balilla Pratella, reduce dall'esperienza futurista) e anche del resto della Romagna. Segue un excursus sulle principali caratteristiche della raccolta libraria privata, sulle discipline e sugli autori che Cavallini prediligeva e che, sicuramente, aveva curato in modo particolare. Il volume, ben curato anche nella veste editoriale e riccamente illustrato, è introdotto da un brillante saggio di Marino Biondi, docente all'Università di Firenze, il quale si sofferma sui "molti amori del bibliofilo".
Il fondo Cavallini pervenne alla Biblioteca "Trisi" per lascito testamentario nel 1968; le ultime volontà del Cavallini prevedevano che i libri, dopo una prima cernita fatta dai nipoti, a cui spettavano cento volumi a testa, fossero acquisiti dall'associazione "Amici dell'Arte" di Lugo e, in subordine, dalla Biblioteca comunale, ma l'Associazione, impossibilitata a gestire un tale patrimonio librario, rinunciò a favore della Biblioteca. Il fondo - che data la quantità, la particolarità e il pregio delle sue edizioni, risalenti specialmente alla prima metà del Novecento, può essere definito una "biblioteca nella biblioteca" - è costituito da circa 24000 fra libri e opuscoli (a cui si sono aggiunti, nel 2006 e nel 2008, alcune centinaia di libri donati da Mario Falchi Cavallini, nipote di Pietro) ed è tuttora in corso di catalogazione: circa 9500 volumi sono già reperibili nel Catalogo del Polo SBN della Rete bibliotecaria di Romagna e San Marino, catalogati grazie anche al contributo della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'Istituto per i beni culturali, che ha sostenuto il lavoro nell'ambito dei piani bibliotecari regionali. È auspicabile che la catalogazione del fondo possa essere completata negli anni a venire, per valorizzare ulteriormente un patrimonio di per sé già notevole, e per svelare agli studiosi altri tesori sicuramente ancora nascosti fra gli scaffali.
S. Medri, Pietro Cavallini. Viaggio nei libri e nelle letture di un bibliofilo lughese, con un saggio introduttivo di M. Biondi, Faenza (Ravenna), Edit Faenza, 2008, 252 pagine, senza indicazione di prezzo.
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