Rivista "IBC" XVI, 2008, 4
biblioteche e archivi / immagini, mostre e rassegne, storie e personaggi
L'8 settembre 2008, presso l'Istituto storico Parri Emilia-Romagna di Bologna, è stata inaugurata la mostra fotografica itinerante "Prigionieri per la libertà. Ricordare il passato per progettare il futuro" promossa dalla Confederazione italiana sindacati dei lavoratori - CISL di Rimini, città da cui è partita circa un anno fa (www.prigionieriperlaliberta.net).
La data dell'inaugurazione non è stata scelta a caso. L'8 settembre 1943 Pietro Badoglio annuncia l'armistizio firmato con gli angloamericani. Fino al giorno prima gli italiani erano alleati dei tedeschi e il tenente Vittorio Vialli si trovava a Corinto, in Grecia, in qualità di geologo presso la Marina militare. Quelli che fino a ieri erano i suoi alleati, da quel giorno diventarono i suoi carcerieri. Chi decise di non aderire alla Repubblica di Salò, ovvero oltre settecentomila soldati, fra cui il tenente Vialli, fu deportato nei lager tedeschi.
Molti militari hanno provato a raccontare, attraverso diari e lettere, le impressioni, la quotidianità della prigionia vissuta giorno per giorno, nessuno al mondo però è riuscito a documentare, attraverso un "reportage" fotografico, l'intero viaggio dalla Grecia ai lager tedeschi fino alla liberazione da parte degli alleati. Due anni di scatti e 450 fotografie. È il racconto di una resistenza ignota, passiva, senz'armi, una parte di storia dimenticata dalla memoria collettiva, recuperata oggi grazie agli scatti rubati a suo tempo dal tenente Vialli.
La vita che queste immagini raccontano è fatta di stenti, di miseria, di umiliazioni. Di nostalgia e di morte. I fermi-immagine immortalano i discorsi di propaganda dei tedeschi per convincere gli internati ad aderire alla Repubblica di Salò, la distribuzione del cibo una volta al giorno, la vita quotidiana nel lager. Poi, nella primavera del 1945, lo scatto più bello, più atteso: la fotografia del carro armato degli alleati. È l'unica foto sfuocata dell'intera raccolta, a testimonianza della grande emozione del momento.
Gran parte delle fotografie è stata pubblicata dall'Associazione nazionale ex internati nel 1983, poco dopo la scomparsa dell'autore, in un volume intitolato Ho scelto la prigionia, oramai esaurito, e da Bollati Boringhieri nel 2005, in una raccolta corredata da un'importante ricerca storica dal titolo Storia fotografica della prigionia dei militari Italiani in Germania, a cura di Adolfo Mignemi. "Una vicenda da non dimenticare: non per sollecitare o rinfocolare l'odio, sia chiaro, ma per fare umanamente comprendere, a chi dall'esperienza altrui vuole imparare qualcosa, i guai che possono nascere dall'intolleranza, dal fanatismo e dalla smodata demagogia". Così il tenente Vialli descrive oggi il suo lavoro.
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