Rivista "IBC" XVI, 2008, 1
biblioteche e archivi / immagini, pubblicazioni
Raccontare la guerra d'Africa attraverso le immagini d'epoca: è questo l'intento del volume Tre anni di guerra in Africa Settentrionale che, attraverso una selezione di fotografietratte dall'archivio dell'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito, ripercorre le principali vicende del Regio Esercito in Africa Settentrionale tra il 10 giugno 1940 e il 13 maggio 1943. Andrea Santangelo, curatore del volume insieme a Gabriele Angelini, lo dichiara nel saggio introduttivo: una storia raccontata attraverso le fotografie italiane di guerra è "uno strumento di conoscenza, seppure parziale, di primaria importanza, che ha in sé però una forza divulgativa e comunicativa eccezionale, in grado di 'parlare' a ogni tipo di pubblico".
Le immagini presentate sono state realizzate da fotografi impiegati nelle diverse unità operative a cui erano affidate le riprese e la realizzazione di immagini per il servizio di informazioni e propaganda. In genere sono prive di elementi identificativi (didascalie, nome dell'autore, data) per cui nel volume si è cercato di ordinarle secondo un percorso geografico e, quando possibile, cronologico. Tra i fotografi dell'esercito italiano non risultano nomi di spicco, anche se spesso si tratta di immagini di buona qualità. Gabriele Angelini osserva che fotografie molto simili a quelle scattate dagli italiani le possiamo trovare sul fronte opposto e per dimostrarlo cita il lavoro di Cecil Beaton, allora in Nord Africa al seguito delle truppe inglesi: nelle sue immagini "la vita quotidiana è rappresentata esattamente nello stesso modo, con gli stessi soggetti, le stesse strutture, le stesse situazioni, seppur con l'occhio più raffinato di un grande maestro della fotografia".
Tra le tante immagini, poche sono le foto d'azione: in genere si tratta di esercitazioni o di situazioni ricreate ad hoc con "comparse". La maggior parte ritrae la quotidianità del soldato, immagini "rasserenanti" che volevano testimoniare l'alto morale delle truppe, secondo uno stile ormai consolidato in quel periodo e indipendente dagli eserciti di appartenenza. Si va dalla sequenza di immagini dedicate alla realizzazione del pane, ai momenti di puro svago con soldati che suonano la fisarmonica o partecipano, in succinti abiti femminili, a uno spettacolo di cabaret. Non mancano le immagini dedicate all'"arredamento" dei rifugi (con disegni di "allegre donnine" sui muri) e delle postazioni di difesa italiane o di quelle nemiche appena conquistate, fotografate con grande curiosità dalle nostre truppe. Immortalata anche la fatica dei soldati sottoposti a dure prove per liberare dalle sabbie del deserto il furgone dell'Istituto Luce o la Benelli 500, una motocicletta poco adatta a quel tipo di territorio.
Un altro aspetto significativo è l'attenzione testimoniata dai nostri fotografi per le diverse etnie che componevano le truppe del Commonwealth e dell'Impero (inglesi, ma anche sudafricani, indiani, pachistani, e altri) e diversi sono gli scatti che ritraggono in primo piano prigionieri provenienti da paesi lontani e da culture diverse. La curiosità degli italiani per luoghi e popolazioni di culture distanti è testimoniata anche dalle foto con cui si chiude il volume, realizzate durante l'avanzata in Egitto: non sono immagini di guerra, documentano la vita quotidiana delle popolazioni locali, e qui dominano i sorrisi dei bambini, i paesaggi e le architetture. Momenti di pace di giovani soldati appartenenti a una generazione che - ricorda Antonino Zircone, capo dell'Ufficio storico dello Stato maggiore - "ha avuto la sfortuna di essere ingiustamente sacrificata dal Regime per combattere con onore al servizio di quella che loro credevano Patria".
Tre anni di guerra in Africa Settentrionale, a cura di G. Angelini e A. Santangelo, Bologna, Angelini Editore, 2007, 112 pagine, 28,00 euro.
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