Rivista "IBC" XVI, 2008, 1
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / interventi, progetti e realizzazioni
I compleanni a cifra tonda, si sa, sono i più insidiosi. C'è sempre il rischio di cominciare a prendersi sul serio. Per questo abbiamo rubato il titolo di questo contributo alla scena finale di una celebre commedia di Billy Wilder, A qualcuno piace caldo. Lì, Jack Lemmon, travestito da "lei" per cause di forza maggiore, cercava di disilludere in ogni modo un miliardario innamorato. E alla franca, ultimativa confessione della sua virilità, riceveva in cambio l'ineffabile replica: "Well! Nobody's perfect!". Qui, più modestamente, in occasione dei trent'anni di "IBC", presentiamo ai lettori tre documenti inediti di altrettanti punti di vista critici, tre voci molto diverse nello stile e nella provenienza, accomunate soltanto dalla volontà di formulare interrogativi, perplessità e alternative rispetto all'impostazione e alle scelte della nostra testata. Un triplo esorcismo, insomma, in vista dei prossimi anni. Con un indispensabile autoammonimento: che quel titolo non suoni assolutorio.
Il primo documento che proponiamo è un'interrogazione al Consiglio regionale presentata il 23 febbraio del 1999 dal consigliere di Alleanza nazionale Pietro Vincenzo Tassi. "Attenti ai 'giudizi troppo decisi' sulle bellezze artistiche dell'Emilia-Romagna della rivista 'pubblica' dell'IBC": questa in sintesi, secondo una notizia di agenzia di quel giorno, l'"accusa" del consigliere Tassi, che rimarca la necessità di "imparzialità e oggettività" nelle scelte del periodico e vuole conoscerne i costi, i criteri e le modalità di distribuzione. Segue la risposta dell'assessore regionale alla cultura dell'epoca, Lorenza Davoli.
Il secondo testo è un trafiletto pubblicato nell'aprile del 2000, in forma anonima, dal quotidiano locale "La Tribuna" di San Lazzaro di Savena, nel Bolognese. Stigmatizzando la comparsa su "IBC" di un racconto giudicato troppo esplicito nel descrivere una iniziazione "povera" alla magia della lettura, l'ignoto corsivista dimostra, forse anche suo malgrado, una notevole capacità di ironia. Fino a toccare punte di autentico umorismo, tutt'altro che involontario.
L'ultimo inedito, in ordine di tempo, è una lettera inviata nel 2002 a una componente della redazione dal geografo Lucio Gambi, cofondatore e primo presidente dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna. Con il garbo di un uomo di altri tempi e la cognizione di causa derivante da una lunga e prestigiosa esperienza editoriale, il professore mette in evidenza, dal suo punto di vista privilegiato, alcuni punti critici di "IBC": la tendenza a farsi "elegante, suggestiva, invitante, qua e là un pochino sofisticata" a scapito dell'informazione approfondita sulle iniziative realizzate e sui progetti in corso, e poi la mancanza di una relazione diretta tra il corpus di immagini e i singoli contributi.
Proponiamo dunque queste voci senza altri commenti che non siano alcune brevi note di contesto. Il giudizio, com'è ovvio, spetta solo al lettore. Vorremmo qui ringraziare, insieme alla direzione e all'attuale gruppo di redazione, tutti i colleghi: quelli che ci hanno preceduto nell'ideazione di "IBC" e quelli che in questi anni, accanto ai collaboratori esterni, hanno fatto la rivista con i loro testi, le loro immagini e i loro suggerimenti. A tutti questi veri e propri coautori sarà dedicato il volume che raccoglierà una selezione delle pagine più significative pubblicate dal 1978 a oggi, volume in corso di preparazione con il generoso appoggio della Bononia University Press.
Le domande del consigliere, le risposte dell'assessore
Bologna, 23 febbraio 1999
Al Presidente del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna
Il sottoscritto consigliere,
· premesso che l'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna pubblica un periodico denominato "IBC. Informazioni commenti inchieste sui beni culturali";
· rilevato che tale periodico esprime giudizi piuttosto decisi sulle bellezze architettoniche, archeologiche e artistiche dei luoghi della nostra Regione, selezionando accuratamente gli artisti e le opere che ritiene degni di nota;
· considerato inoltre che tale periodico promuove alacremente vari musei, libri, mostre e convegni;
· atteso che la stesura di tale periodico avviene da parte di un ente pubblico e che ne devono quindi essere assicurate l'imparzialità e l'oggettività nelle selezioni degli artisti e delle opere pubblicate;
interroga la Giunta per sapere:
· in base a quali criteri vengono selezionati gli argomenti trattati in ogni numero della pubblicazione in premessa;
· se non si ritiene che l'espressione di giudizi netti su tali argomenti non possa pregiudicare, agli occhi del lettore, le opere e le strutture tralasciate dalla pubblicazione, nonché gli artisti appartenenti a scuole differenti da quelle trattate;
· come vengono selezionati i convegni, le mostre e i musei promossi nelle apposite rubriche da parte del periodico "IBC";
· come avviene la distribuzione di tale periodico;
· quali sono i costi di pubblicazione e diffusione;
· da quali soggetti vengono sostenuti tali costi.
Pietro Vincenzo Tassi
Bologna, 29 marzo 1999
Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna
La rivista "IBC" vuole essere l'organo attraverso cui l'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna cerca di proporre i temi, i problemi, i fatti più significativi nell'universo dei mondi culturali della nostra regione. Per questo il comitato di redazione della rivista discute di volta in volta le tematiche generali da sviluppare e il quadro delle esperienze regionali di cui dare notizia, come esempi importanti o come lavori da sottolineare e da rapportare a una rete più vasta di iniziative regionali. La scelta dei temi viene sempre fatta alla luce di questa logica, con il proposito di un equilibrio fra luoghi, oggetti e discipline. Anche l'imparzialità è una ricerca che viene attuata dal comitato di redazione all'interno di ogni numero della rivista e nel rapporto fra i diversi numeri.
Preoccupazione principale dell'Istituto è comunque quella di illustrare le sue ipotesi di lavoro e, contemporaneamente, di dare conto delle esperienze importanti che si fanno in ambito culturale, inquadrandole in una logica di insieme o, come qualcuno preferisce, di sistema. Per questo la rivista sollecita contributi con ipotesi differenti, proprio perché l'oggettività è anche una ricerca, un dialogo tra prospettive e interpretazioni, sulla base di un concetto comune di bene culturale nel suo rapporto con la natura e con la storia in una geografia riconosciuta delle autonomie locali, fra biblioteche, musei e paesaggio. È chiaro che, con tutto questo, non è possibile dare conto di tutti i soggetti e gli oggetti che pullulano in un settore tanto variegato, ma l'Istituto cerca in tutti i modi di non trascurare quelli di maggiore interesse dal punto di vista del suo ruolo e dei suoi programmi di lavoro.
Per quanto riguarda i costi: le collaborazioni sono tutte gratuite, la spesa annuale complessiva per la pubblicazione della rivista, stabilita attraverso trattativa privata previa gara ufficiosa per l'affidamento dei lavori, è di lire 82 milioni lordi. Fatto di qualche rilevanza, la spesa è diminuita dal 1996 al 1998 di circa 10 milioni di lire. Le spese sono sostenute direttamente dall'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione utilizzando il fondo ordinario trasferito dalla Regione. La rivista "IBC" è stampata in 8000 copie e viene inviata a tutte le biblioteche, i musei, gli enti locali della regione, nonché alle principali istituzioni culturali dell'amministrazione statale, del mondo dell'università e della ricerca di tutto il territorio nazionale, e agli istituti di cultura italiani all'estero."
Lorenza Davoli - Assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna
Il corsivo anonimo
Anche la cacca in rivista culturale IBC
Regione - Incredibile ma vero: sulla rivista "IBC", organo dell'Istituto regionale per i beni culturali dell'Emilia-Romagna, si può scrivere anche di cacca e dintorni. Il recente numero della rivista, sotto il titolo Racconto morale d'inverno, ospita un breve testo di Maurizio Maggiani.1 Narra l'autore: "Ero un bambino molto piccolo e la facevo nel vaso da notte in cucina. La facevo in cucina perché avevo paura del cesso, che era freddo d'inverno e pieno di calabroni d'estate. La facevo verso le sei, abbastanza lontano dall'ora di cena perché si potesse disperdere l'odore in tempo per apparecchiare". Narra Maggiani che gli veniva data tanta carta da giornale: "A me veniva data la carta di giornale quotidiano, la più adatta alla pulizia dell'ano". E ancora: "Io cacavo e con quel foglio in mano leggevo. Leggevo e leggevo e intanto spingevo". A voler essere sinceri pare di essere tornati a quel realismo tanto di moda nei concorsi letterari promossi dalla sinistra nel post '45 e a certi racconti dove bestemmie e volgarità più o meno evidenti si sprecano. Ora, almeno tornando al racconto, l'autore è intristito pur avendo "in casa un bel bagno grande e luminoso", "perché così è la vita, che con il trascorrere del tempo in certe cose migliora e in certe altre peggiora". È proprio vero, come recita il titolo di un impressionante libro di un autore russo: "Tutto scorre"!
["La Tribuna", 18 aprile 2000]
La lettera del professore
Università degli studi di Bologna
Dipartimento di discipline storiche
20 febbraio 2002
Cara dottoressa Cicala,
le trascrivo rapidamente le considerazioni che le ho fatto a voce, qualche giorno fa, sul bollettino informativo dell'Istituto.
Che il bollettino sia indispensabile è cosa da non discutere: anche per il fatto che l'Istituto è stato molto proficuamente accompagnato da un periodico del genere, in tutta la sua storia. Ma via via che gli anni sono trascorsi l'organizzazione del bollettino è andata passando da una formula - come dire? - acqua e sapone, leggermente artigianale, a una più elegante, suggestiva, invitante, qua e là un pochino sofisticata. Non so se - tenuto conto anche delle tristi prospettive odierne, espresse dal documento che lei mi ha trasmesso - una formula come quella ora applicata sia la preferibile. Personalmente sono per la formula più semplice, sobria, severa, forse un po' accademica, che svolge le stesse funzioni di rigorosa informazione, inchiesta, recensione, ma soprattutto di rendiconto di ricerche o di operazioni in corso; e che le svolga per ogni soggetto non mediamente in 2 o 3 pagine ma in 4 o 5 o più, con illustrazioni e grafici che si riferiscano al tema trattato (e non, come ora avviene, con fotografie il cui soggetto non ha relazione con quello presentato nel testo).
Prendo il fascicolo "IBC" di ottobre-dicembre 2001, anno 9 numero 4. A me pare, per esempio, che l'articolo di Manuela Mosca avrebbe meritato più spazio, con qualche dettaglio almeno sui primi risultati della ricerca, così come - giustamente - si è fatto per l'inserto Got in Progress di 24 pagine;2 che le fotografie di Gabriele Basilico avrebbero dovuto essere raccolte nello stesso gruppo di pagine (senza sparpagliarle sull'intero fascicolo) intercalandole con i relativi commenti;3 che la parte finale con le "Informazioni" dovrebbe compiere in ogni fascicolo, con un disegno uniforme, uno spoglio sistematico e il più possibile ampio delle pubblicazioni, delle mostre, dei convegni, dei rapporti, delle normative ecc. che si riferiscono ai beni culturali, artistici, ambientali.
Con i più cordiali saluti e molti auguri.
Lucio Gambi
Note
(1) M. Maggiani, Racconto morale d'inverno, "IBC", VII, 1999, 4, pp. 5-6. Il racconto dello scrittore ligure faceva parte del catalogo di "Librarium", la mostra fotografica di Fulvio Magurno promossa dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC.
(2) L'articolo (M. Mosca, Conti aperti, "IBC", IX, 2001, 4, pp. 6-7) descriveva il progetto del catalogo nazionale delle fonti manoscritte degli economisti, e in particolare la parte relativa a quelli emiliano-romagnoli; il dossier (Got in Progress, a cura di L. Cavazza, nello stesso fascicolo, pp. 49-72) faceva il punto sulle biblioteche biomediche in Emilia-Romagna.
(3) Le fotografie di Gabriele Basilico facevano parte della campagna di rilevamento regionale sulle aree urbane dismesse e oggetto di riqualificazione (si veda in proposito: P. Orlandi, Scatto e rinascita, "IBC", IX, 2001, 4, pp. 19-22).
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