Rivista "IBC" XV, 2007, 3

territorio e beni architettonici-ambientali / pubblicazioni, storie e personaggi

G. Bernabei, Magnus. Il pittore di Castel del Rio, Imola (Bologna), A&G PhotoEdizioni, 2006.
Magnus sta in paese

Giorgio Borroni
[diplomato in Fumetto alla Scuola internazionale Comics di Firenze]

Ogni artista sceglie il proprio santuario, il luogo ideale in cui trovare più facilmente l'ispirazione e dar vita alle proprie idee: anche quella icona dell'universo fumettistico che è Magnus non fa eccezione. Il maestro, scomparso prematuramente più di dieci anni fa, aveva scelto come rifugio Castel del Rio (Bologna), entro i cui confini molte delle sue opere a fumetti vennero ideate e realizzate. Tutti conoscono i prodotti ufficiali di Magnus, come il leggendario Texone, che lo tenne impegnato sette anni, o la celebre serie della Compagnia della forca, ma pochi sono a conoscenza del rapporto fra l'artista e quel paese che gli forniva sfondi delle vignette assieme alla tranquillità necessaria per riversare su carta le proprie fantasie. Il libro di Gabriele Bernabei getta luce proprio sulla vita che Magnus conduceva a Castel del Rio, osservando il maestro da una diversa prospettiva, lontana dalla ufficiale celebrità delle sue opere, e inquadrandolo invece secondo l'ottica degli abitanti del paese, che all'inizio lo avevano soprannominato semplicemente "il pittore", per poi adottarlo a pieno titolo come membro della comunità.

Dunque, il Magnus fumettista appare poco, per cedere invece il posto al Magnus tanto innamorato delle bellezze del luogo da integrarle nelle proprie tavole, mediante studi approfonditi sul paesaggio o nell'inventarsi comparsate di personaggi caratteristici locali. È un Magnus "umano" quello che traspare, capace di trovare il tempo, fra i pressanti ritmi di consegna, per deliziare amici e conoscenti con schizzi e caricature, senza tirarsi indietro dinanzi alle richieste di aiuto, realizzando locandine per feste di fine anno o manifestazioni sportive. L'ampia serie di opere legate a Castel del Rio o alla sua comunità, che corredano il volume, mostrano come il maestro non disdegnasse mettere al servizio la sua matita per semplici "giochi grafici" che, data la sua fama, avrebbe potuto rifiutare, dimostrando invece, oltre alla propria modestia, di provare passione per l'arte in ogni sua forma.

A coronamento delle pagine dedicate ai bozzetti e agli amichevoli lavori su commissione, infine, è raccolta una serie di memorabilia e aneddoti raccontati direttamente da chi ebbe a che fare con l'artista durante la sua permanenza a Castel del Rio, come ritagli conservati in un vecchio album, attraverso i quali sembra quasi di entrare in contatto con Magnus in persona, per una volta ritratto "dal vero", nella sua quotidianità fatta di episodi allegri, geniali stravaganze e qualche arrabbiatura. Magnus. Il pittore di Castel del Rio di Gabriele Bernabei non è dunque solo interessante per la raccolta di schizzi inediti e inconsueti del maestro, o per gli stralci della sua vita quotidiana (destinati senza dubbio a entusiasmare gli ammiratori), ma regala soprattutto uno scorcio sulla simbiosi tra un artista e il luogo custode dei suoi processi creativi.

 

G. Bernabei, Magnus. Il pittore di Castel del Rio, Imola (Bologna), A&G PhotoEdizioni, 2006, 87 p., _ 24,00.

 

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