Rivista "IBC" XIV, 2006, 1
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / immagini, didattica, mostre e rassegne, progetti e realizzazioni
Gli appassionati che varcano in queste settimane la bella palazzina di via Giardini, a Modena, trovano una bella sorpresa: una rassegna esemplificativa dell'immenso archivio (13.000 immagini) dei fotografi sportivi Odoardo Gandolfi e Ferruccio Testi, appena acquisito dopo quelli di Messerotti Benvenuti, Zampighi e Barbieri. Scorrere le 100 foto ristampate per l'occasione e leggere il catalogo vuol dire farsi un'idea chiara sulle trasformazioni urbanistiche e sulla vita cittadina nei primi cinquant'anni del secolo scorso, fuori dai canoni più professionalmente vincolanti degli scatti che uscivano dalle botteghe di Orlandini o Bandieri. L'appuntamento è alle Raccolte fotografiche modenesi (RFM) "Giuseppe Panini", attive ormai da oltre 7 anni: un istituto la cui crescita - in tempi in cui i musei e i luoghi di cultura in genere faticano - è stata esponenziale in termini di aumento dei materiali conservati, di capacità di aprirsi all'esterno e di offerta didattica di cultura fotografica a scuole di ogni ordine e grado.
Oggi le raccolte, dal punto di vista amministrativo, sono un'associazione tra enti pubblici, il Comune di Modena in primis, e privati, tra cui spicca la Fondazione Cassa di risparmio di Modena, che fornisce un fondamentale apporto economico alle molte iniziative. Forse proprio questa forma giuridica e uno staff giovane, coadiuvato dal direttore Paolo Battaglia, fanno sì che a Modena le RFM siano una realtà molto "viva". Qui la storia si insegna mostrandola, e non a caso molti insegnanti portano i ragazzi non tanto per far loro apprendere le tecniche fotografiche - anche se il percorso che spiega l'evoluzione tecnologica della macchina e i processi fisico-chimici di produzione dell'immagine sono importanti - quanto per spiegare la storia, sia vicina sia di luoghi lontani (per esempio la vicenda del tenente-medico modenese Giuseppe Messerotti Benvenuti, che nel 1900 fotografa la Cina nel momento della rivolta anticolonialista dei Boxer). La storia e i suoi protagonisti, quindi, come nella vicenda (da tener bene a mente) che ha riguardato Lionello Venturi, l'insigne storico dell'arte e antifascista che negli anni Trenta del XX secolo, con altri dieci colleghi universitari in Italia, abbandona la propria cattedra per non giurare fedeltà al fascismo.
Per il 2006 sono già state messe in programma molte altre iniziative: a maggio la seconda edizione di "Immagini a contatto. Gli artisti in archivio", esposizione di giovani creatori d'arte che prima si immergono nello sterminato archivio di un milione e mezzo di immagini - quando nacque, l'associazione ne conservava "appena" duecentomila, quelle della collezione di Giuseppe Panini dedicata alla vita modenese tra il 1870 e il 1945 - poi realizzano opere collegate a questa esperienza. Sarà quindi la volta di porre l'attenzione (da settembre) sulla parte tecnica della fotografia, con "Fotocamere: magici strumenti del vedere" una iniziativa utile per inventariare e poi valorizzare il patrimonio di migliaia di oggetti che permettono - e soprattutto hanno permesso in passato - lo sviluppo della miracolosa invenzione di Daguerre e Niépce.
Gli ultimi appuntamenti dell'anno dimostrano come le RFM si stiano opportunamente espandendo anche nelle alleanze con istituti stranieri. I visitatori potranno vedere le foto scelte in collaborazione con il National Museum di Oslo e aventi per oggetto le esplorazioni dei luoghi dell'estremo Nord del mondo tra Otto e Novecento, luoghi selvaggi dove ancora oggi, in tempi di globale livellamento degli stili di vita, gli aspetti paesaggistici e antropologici, nonché i costumi, sono molto diversi dai nostri. Ecco un'altra ricchezza a disposizione di chi frequenta le Raccolte fotografiche "Giuseppe Panini": capire che, nelle differenze, siamo tutti donne e uomini. Un'altra collaborazione molto prestigiosa sarà stretta con il museo Albertina di Vienna, insieme a cui sarà illustrata la società viennese nel periodo 1860-1914, a sottolineare il forte legame che Modena ha avuto per tutto l'Ottocento con il mondo asburgico, dal ducato austro-estense fino alla Grande guerra. Le raccolte sono accessibili anche attraverso il sito www.rfmpanini.it, dove i cybernauti possono informarsi sulle attività, acquistare cataloghi e diventare soci sostenitori. Sul sito anche tutte le informazioni a disposizione degli autori che volessero depositare le proprie foto in un luogo all'avanguardia per la conservazione e il restauro dell'immagine.
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