Rivista "IBC" XIII, 2005, 3
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / immagini, mostre e rassegne, pubblicazioni, storie e personaggi
Cina, 1900. Il tenente modenese Giuseppe Messerotti Benvenuti fa parte della spedizione internazionale inviata (così si dice) per sedare la rivolta anticolonialista dei Boxer. È un medico militare Messerotti, l'unica arma che impugna è la sua Kodak Cartridge nuova nuova, una macchina fotografica mica male per quei tempi: è piccola, caricabile a pellicola, e fa pure le istantanee. Un secolo dopo, le sue foto cinesi, e le lettere minuziosamente descrittive con cui ne accompagnava l'invio alla madre, danno vita a una mostra che, a cinque anni dalla prima edizione, le Raccolte fotografiche modenesi Giuseppe Panini hanno deciso di replicare dal 25 giugno al 2 settembre 2005.
Una decisione saggia, la replica, anche perché nel frattempo la Cina si è finalmente svelata nel ruolo di protagonista della scena mondiale, e le spedizioni militari in terra straniera non sono mai andate fuori moda. Chi avesse perso la mostra anche questa volta può sempre rifarsi con l'ottimo catalogo, visibile anche in rete: associazioni.monet.modena.it/messerot/. Divisa in due volumi, la pubblicazione presenta in grande formato le foto e le lettere del fondo di Giuseppe Messerotti Benvenuti, che oggi è di proprietà di Marzio Govoni e viene gestito dalle Raccolte fotografiche modenesi Giuseppe Panini.
"Tien-tsin è ormai sicurissima, due giorni fa ho curato il primo boxer, era prigioniero dei marinai italiani. Dicono che fosse un boxer, io per me, non ci credo, perché ormai sono convinto che tutta questa faccenda della Cina non sia che una gonfiatura". È un tipo sveglio il nostro tenente di sanità, capisce presto che i veri motivi della spedizione "umanitaria" sono commerciali, quando non immediatamente di lucro: "[...] perché tutto quello che ho veduto fin qui pare sia stato fatto appositamente per farci dimenticare il perché della nostra presenza in questi luoghi. Pare che siamo venuti qui allo scopo di fare razzie non per altro". Peccato che poi, passando dalle confidenze all'adorata madre alle pose della sua Kodak, il senso critico di Messerotti Benvenuti si ritirasse per lasciare il posto alla ricerca dell'esotico e del "formato-cartolina", così tipici di tanta fotografia coloniale.
Ma nonostante ciò queste immagini sembrano dirci più di quello che apparisse al loro autore: potenza documentaria della fotografia, che in questo caso racconta indirettamente una fase cruciale della storia cinese recente, il tramonto dell'Impero Celeste e i primi sintomi della transizione alla modernità, di cui la spedizione multinazionale era insieme testimone e fomentatrice. Da una parte gli interni e le vedute incantati della Città Proibita, oramai deserta e aperta per l'occasione ai militari italiani, dall'altra i grandi spazi vuoti delle città di provincia, in cui le figure umane sembrano perdersi. A Tien-tsin - proprio dove oggi la Regione Emilia-Romagna è impegnata in un progetto di riqualificazione urbanistica all'interno delle ex concessioni europee (si veda il dossier di questo numero di "IBC") - Messerotti fotografava le macerie da cui stava per nascere la città nuova. E scriveva: "Ora stanno in diversi punti ricostruendo sotto la direzione di ingegneri europei. Le strade nuove saranno assai più larghe delle antiche [...]. Saranno strade più belle (europeamente parlando) e più comode, ma non saranno più strade cinesi".
La fotografia è dunque, nello stesso tempo, strumento e coscienza della colonizzazione occidentale, come argomenta Michele Smargiassi nel suo bellissimo saggio introduttivo. È da questa ambiguità che promana il fascino delle foto di Messerotti Benvenuti. Il tenente ritraeva i sui colleghi ufficiali intorno ai leoni di bronzo o dentro i grandissimi vasi dorati dell'Imperatore. Oggi tocca ai cinesi farsi fotografare con i piedi a mollo nelle fontane delle nostre città. Chi di foto colpisce...
Giuseppe Messerotti Benvenuti. Un italiano nella Cina dei Boxer. Lettere e fotografie (1900-1901), a cura di P. Battaglia e N. Labanca, Modena, Associazione Giuseppe Panini Archivi Modenesi, 2000, 2 voll., 120+139 p., _ 52,00.
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