Rivista "IBC" XII, 2004, 1

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / mostre e rassegne, progetti e realizzazioni, pubblicazioni

Le attività delle Raccolte fotografiche modenesi "Giuseppe Panini", tra conservazione della memoria storica e promozione dei nuovi talenti.
Immagini a contatto

Stefano Luppi
[storico dell'arte]

Una realtà che si sta sviluppando positivamente nel campo della fotografia è quella delle Raccolte fotografiche modenesi "Giuseppe Panini": non solamente un archivio attento alla conservazione e gestione del patrimonio posseduto, ma un ente capace anche di aprirsi all'esterno con un'ampia serie di eventi espositivi. Le Raccolte fotografiche modenesi (RFM), di proprietà comunale e dirette da Paolo Battaglia, nascono nell'ottobre del 2001 con lo scopo di valorizzare, gestire e salvaguardare la ricchissima collezione fotografica lasciata da Giuseppe Panini (1925-1996), uno dei quattro fratelli fondatori dell'azienda produttrice delle figurine note in tutto il mondo.

Il biglietto da visita di questo nuovo ente culturale è piuttosto impressionante, potendo vantare un archivio di circa trecentomila foto e altrettante cartoline, conservate in ambienti tecnicamente all'avanguardia, oltre a molte apparecchiature fotografiche che permettono di comprendere l'evoluzione storica del mezzo tecnico dalle origini fino agli esemplari recenti. Una grossa parte del patrimonio è rappresentata da scatti e attrezzature dello studio fotografico Orlandini, fondato da Pellegrino nel 1879 e gestito fino al 1980 dagli eredi, tra cui il fotografo più noto, Umberto; ma molto proviene anche da altri laboratori importanti a Modena, come quelli di Bandieri (1917-1981) e di Giberti (1921-1990).

L'attività espositiva delle RFM è, come già detto, piuttosto ampia: fino al 26 marzo 2004 è aperta la mostra "Ritratto di una capitale. Il Ducato Estense nella fotografia 1839-1863", fino al 27 dello stesso mese, per la serie "Immagini a contatto", sono visibili le foto di Rocco Bizzarri. Quest'ultimo progetto, curato da Luca Panaro, intende stabilire un rapporto tra il patrimonio fotografico conservato e la creatività di giovani artisti attivi a Modena. Fino a ora si sono avvicendati Antonio Marconi, Elisa Turchi e Anna Lisa Bondioli e, dopo Bizzarri, concluderà Franco Vaccari, "padrino" dell'iniziativa, tra i primi artisti a unire foto storica e arte contemporanea. Per ognuno di questi artisti è stato possibile "studiare" quanto detenuto alle RFM e produrre proprie opere rielaborando questa utile esperienza.

La mostra dedicata al "Ritratto di una capitale", a cura di Monica Marchesini e Roberta Russo, espone scatti storici sulla realtà del Ducato estense, raccontando quindi la storia locale della fotografia. I protagonisti dell'esposizione infatti sono quei dagherrotipisti che per primi, tra Modena e Reggio, sperimentarono novità tecniche importanti come la coloritura di foto attraverso bagni di cloruro d'oro, e nel contempo documentarono la fine dell'epoca ducale: il 1863 è la data di scioglimento da parte del duca Francesco V della Brigata Estense a Castigliano Veneto, che pose fine alle vicende italiane della famiglia regnante.


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