Interventi e analisi
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                                          Il nostro paesaggio è un bene comune fragilissimo: per salvarlo e tutelarlo nel tempo occorre innanzitutto conoscere la sua storia. E poi agire in modo collettivo e condiviso.
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                                          Luoghi, oggetti e fotografie diventano sempre di più i veicoli della memoria, prendendo il posto dei monumenti. Tre esempi, a Bologna, raccontano una tendenza in atto.
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                                          Il muro che a lungo ha separato il mondo degli archivi e quello delle biblioteche si sta sgretolando. Anche grazie ai materiali lasciati in eredità dal Novecento.
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                                          Amati oppure odiati. Disegnati o imbrattati. Salvati o cancellati... I segni lasciati sulla pelle delle nostre città pongono domande significative ed esigono risposte pratiche.
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                                          Se nel mondo reale la selezione della memoria è affidata al tempo, nella sfera digitale le informazioni tendono a permanere. E farsi dimenticare può diventare un'esigenza primaria.
 
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