Rivista "IBC" XXIV, 2016, 1
musei e beni culturali, biblioteche e archivi / convegni e seminari, restauri
E' stato scelto lo spazio istituzionale riservato alla Regione Emilia-Romagna e al suo Istituto per i beni culturali per inaugurare la XXIII edizione del Salone del Restauro di Ferrara e non a caso: se da un lato l'ampio spazio ad anfiteatro bene si prestava a diventare cornice del vernissage, dall'altro si è voluto evidenziare la rinnovata presenza, dopo un paio di anni di assenza, dell'IBC che di questa manifestazione è il riconosciuto partner storico, dato che sin dalla prima edizione ne è uno dei maggiori promotori e sostenitori.
Il salone si presenta ogni anno come luogo di incontro fra soggetti pubblici e privati, imprese di settore, istituti di formazione, addetti ai lavori e pubblico generico e tutti quanti, in varie forme, sono impegnati o interessati a mantenere "vivo" e "vitale" il nostro patrimonio culturale.
Tutto ciò si traduce nella presentazione di azioni concrete di restauro e di valorizzazione legate al settore, sia in termini curativi che preventivi, azioni proiettate verso la sperimentazione delle più avanzate tecniche e tecnologie, di materiali di ultima generazione e di innovative progettazioni. Sono queste le ragioni che portano l'IBC a rinnovare da oltre vent'anni l'appuntamento alla manifestazione e a prendere parte al dibattito, condividendo risultati e rilevando criticità, sulla salvaguardia e più in generale sulla gestione e valorizzazione del patrimonio culturale.
Tema chiave di questa ultima edizione è stato il binomio "restauro e musei": un paradigma in cui si inscrive la principale e storica operatività dell'IBC e non solo per quanto riguarda le attività che coinvolgono il complesso panorama del restauro, della conservazione preventiva e della valorizzazione del patrimonio museale. L'attività dell'istituto infatti comprende una più ampia riflessione sul valore identitario del patrimonio, sul rapporto tra musei e territorio, sul cambiamento del ruolo del museo negli attuali centri urbani, come pure sul mutamento della relazione tra museo e pubblico con tutte le implicazioni di pluralità e multiculturalità dei destinatari.
I dibattiti su questi temi, non privi di toni accesi, si sono concentrati in particolare sulle trasformazioni che coinvolgono i musei dopo le ultime riforme ministeriali, per quanto riguarda il panorama italiano: l'autonomia dei principali musei statali e l'organizzazione in poli museali regionali dei restanti hanno indotto una serie di cambiamenti anche negli altri musei e, più in generale, stanno profondamente modificando la fisionomia del settore e le relazioni fra musei di enti locali e statali.
Un fenomeno di cui ha una chiara percezione l'IBC che, in qualità di strumento operativo della Regione Emilia-Romagna, è presente sul territorio da oltre 40 anni a sostegno costante della realtà museale territoriale, monitorando difficoltà e necessità, finanziando progetti, sostenendo il percorso di qualificazione dei musei e seguendo passo a passo sviluppi e trasformazioni.
A sottolineare il costante impegno dell'IBC sul territorio, al Salone è stato presentato l'ultimo Piano Regionale degli interventi del triennio 2015-2017 a favore delle istituzioni culturali emiliano-romagnole (legge regionale 18/2000): per il solo Piano 2016 sono stati messi in campo 3,5 milioni di euro, una cifra che, in considerazione dei tempi, pare evidenziare una volontà politica di agire con azioni concrete per assolvere compiti di responsabilità e di salvaguardia del patrimonio culturale. Per di più, e per la prima volta, sono stati ammessi a finanziamento anche i musei privati e una più ampia tipologia di interventi.
L'IBC ha inoltre proposto la mostra Restauro e musei: i progetti di IBC per il patrimonio museale regionale. Allestita nello spazio centrale dell'ampia area, la mostra è stata concepita come un racconto attraverso video e pannelli illustrati di alcuni degli ultimi progetti di restauro che l'istituto ha promosso e finanziato. Diversi ambiti artistici e le più varie tipologie di materiali e oggetti convivono in questo itinerario che attraversa il territorio regionale: abiti settecenteschi restaurati e riallestiti, decorazioni riemerse in antichi palazzi, affascinanti steli romane da consolidare, disegni di Morandi recuperati e protetti per le movimentazioni, straordinarie carrozze sottoposte a manutenzione, opere d'arte contemporanea che sempre aprono la controversa questione della loro conservazione.
Varietà di musei, varietà di progetti di restauro e varietà di collaborazioni. La mostra non aveva la pretesa di illustrare compiutamente in cosa consista promuovere l'attività di conservazione e valorizzazione. L'esposizione intendeva piuttosto presentare una serie di operatività e sollevare riflessioni che riguardano il modo di fare restauro oggi: l'approccio alle metodologie di ricerca, il lavoro prezioso in partnership, la formazione sul campo, le successive prassi di restauro. In definitiva si è voluto porre l'accento su un aspetto centrale: attorno all'attività di restauro ruota un potenziale altissimo e un mondo di conoscenze e di competenze che nel corso del tempo si sviluppano e consolidano .
In questa direzione è stato concepito e utilizzato nel corso delle giornate ferraresi il talking corner, un'area attrezzata accanto alla mostra che ha visto il succedersi di un ricco calendario di incontri e presentazioni di video su progetti di restauro e valorizzazione. A tal proposito, e per dare conto della dimensione del lavoro realizzato sul territorio, sono state citate le banche dati IBC di settore: la Banca dati Musei, che bene radiografa la realtà museale in Emilia-Romagna con oltre 400 musei, e la Banca dati Restauro, che sottolinea l'entità dell'impatto dell'azione conservativa dell'IBC nel corso degli ultimi decenni con più di 400 interventi di restauro promossi e finanziati nei musei del territorio con il conseguente coinvolgimento della collettività. La casistica degli interventi sostenuti va dal restauro vero e proprio, al progetto di conservazione preventiva, dalla manutenzione al riallestimento, fino ai cantieri-scuola dove si affronta tanto il tema della conservazione quanto quello della formazione.
Non poteva mancare al Salone una esemplificazione del modello cantiere-scuola, che consiste in progetti speciali capaci di produrre azioni concrete di salvaguardia e valorizzazione puntando su nuovi assi di collaborazione di volta in volta con differenti interlocutori e investendo su competenze e creatività dei giovani.
Tra questi ultimi, promossi da IBC, è stato presentato a Ferrara quello realizzato a seguito di un accordo pluriennale con l'Accademia di Belle Arti di Bologna, che ha generato un primo progetto di laboratori formativi attualmente in corso dal titolo Dalla donazione alla esposizione al pubblico: esempio di una progettazione partecipata fra istituzioni del territorio. Nello spazio del talking corner , i giovani ed entusiasti studenti dei corsi di restauro e di design dell'Accademia hanno infatti raccontato e documentato il loro impegno per il restauro e la comunicazione di una collezione di cultura materiale africana di recente donazione alla Biblioteca Amilcar Cabral, anch'essa partner del progetto. Si tratta di un'importante collezione inedita, entrata solo ora a far parte del patrimonio regionale, per la quale è stato creato un progetto innovativo ad hoc, articolato anche in momenti pubblici attraverso un ciclo di conferenze a tema, condotte dall'antropologo e africanista Cesare Poppi, e varie presentazioni gestite dagli allievi dell'Accademia.
Il ricco calendario presentato al Salone ha dato spazio anche a progetti che riguardano prospettive di analisi e osservazione dei fenomeni che investono i Musei e che impegnano l'IBC su tavoli di ricerca nazionali ed europei. Per indagare la percezione del patrimonio archeologico da parte del pubblico, l'IBC ha aderito in qualità di capofila al progetto europeo Nearch, con un'estesa partnership di ricerca: alla kermesse ferrarese è stato presentato sia il concorso internazionale ( Your's Archaeology ) appena concluso, legato al progetto, sia la mostra Archaeology&Me che ne proporrà i risultati, inaugurando ai primi di dicembre al Museo di Palazzo Massimo a Roma.
E ancora con un'attenzione rivolta al dialogo con musei e archivi e nella prospettiva di stimolare e incentivare la partecipazione del pubblico e l'educazione al patrimonio, IBC ha presentato il concorso Io amo i beni culturalinelle sue varie edizioni: coordinato sostenuto con contributi economici, premia scuole e istituzioni che sperimentano i migliori progetti creativi e innovativi con il fondamentale ruolo attivo degli studenti.
Infine la riflessione sulla trasformazione della fruibilità del patrimonio culturale legato alla inarrestabile potenzialità delle tecnologie e ai sistemi di condivisione dei dati, che oggi hanno la forza di permeare e modificare letteralmente il rapporto museo e pubblico. Per riflettere su questo straordinario impatto legato alla fruizione dei beni culturali attraverso il web, l'IBC al Salone ha organizzato un convegno che ha avuto grande partecipazione di pubblico dal titolo "I linked open data per i beni culturali: iniziative e prospettive" in cui sono state delineate azioni future per favorire il riuso delle informazioni consapevole ed efficace.
E per chi fosse stato presente al Salone edizione 2016, di certo avrà notato la presenza di un grande plastico meccanico della Pianura Padana posto in posizione centrale nell'ampio spazio riservato alla Regione Emilia-Romagna e all'Istituto Beni Culturali. Per la prima volta le due istituzioni si sono trovate insieme in un unico stand a proporre con linguaggi differenti finalità comuni: l'ente regionale ha proposto come tema di approfondimento il recupero del dopo sisma, dando rilievo ai progetti di ricostruzione che hanno usufruito dei contributi stanziati dal Commissario straordinario per il terremoto; l'IBC, ricollegandosi a queste tematiche, ha presentato un plastico fruibile anche da non vedenti che, riproducendo i movimenti secondo la teoria delle tettoniche a placche, spiegava con grande efficacia e partecipazione di pubblico le cause dei fenomeni sismici che hanno interessato il nostro territorio.
Fino qui una carrellata di temi, progetti, attività e collaborazioni che assieme hanno caratterizzato la presenza dell'IBC a una sola edizione del Salone, l'ultima. I motori si stanno accendendo per i contenuti che saranno oggetto di presentazione e condivisione nella prossima edizione. Non a caso un link nel sito dell'istituto richiama per ogni singola edizione passata iniziative, esposizioni, convegni, presentazioni , pubblicazioni e altro a memoria di quanto e quale lavoro realizzato dall'Istituto è stato portato al Salone ferrarese nel corso nel tempo come innegabile contributo al dibattito e allo sviluppo delle politiche di gestione e valorizzazione del patrimonio culturale e come indubbio supporto collaborativo al successo di una manifestazione che resiste ai tempi in un settore non semplice come quello che coinvolge i beni culturali.
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