Rivista "IBC" XXIV, 2016, 1
musei e beni culturali, biblioteche e archivi / mostre e rassegne, progetti e realizzazioni
Da parecchi anni l'IBC, l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, dedica una particolare attenzione al tema delle case e dei luoghi degli scrittori nati o vissuti sul territorio regionale. Un'attenzione che si aggiunge all'impegno profuso dalle amministrazioni locali e dalle associazioni di cittadini che spesso hanno saputo costruire e proporre percorsi e visioni di insieme. È il caso ad esempio del coordinamento romagnolo delle case dei poeti e degli scrittori che riunisce otto case museo: Villa Saffi a Forlì, Casa Moretti a Cesenatico, Casa Pascoli a San Mauro Pascoli, Casa Panzini a Bellaria-Igea Marina, Casa Monti ad Alfonsine, Casa Serra e Villa Silvia-Carducci a Cesena, Casa Oriani a Casola Valsenio.
La rete romagnola è ormai una realtà anche formalmente costituita, ma tutta la nostra regione è leggibile come una grande mappa letteraria, in cui trovano posto le testimonianze più o meno tangibili di poeti e scrittori antichi e moderni, da Ludovico Ariosto a Pier Vittorio Tondelli, da Giosue Carducci a Giovannino Guareschi, da Pellegrino Artusi a Tonino Guerra.
Per valorizzare in modo complessivo questo patrimonio diffuso, ma coerente e omogeneo nei suoi tratti distintivi, di case, di luoghi e di idee, IBC ha ideato e organizzato una manifestazione intitolata "Dove abitano le parole. Scopriamo le case e i luoghi degli scrittori in Emilia-Romagna" giunta alla sua seconda edizione. Essa si è tenuta nell'ultimo fine settimana di giugno, da venerdì 24 a domenica 26: tre giorni di eventi - letture, conferenze, concerti, laboratori, passeggiate, animazioni teatrali, visite guidate - dedicati a 23 scrittori di casa nostra, organizzati in collaborazione con amministrazioni locali e associazioni di cittadini, che hanno interessato 26 "siti".
Rispetto alla prima edizione sperimentale, "Dove abitano le parole 2016" ha allargato il numero degli scrittori e quindi dei luoghi coinvolti, rendendo più elastici i criteri di selezione. Il progetto di mappatura e di promozione ha coinvolto così non solo case e luoghi già in qualche modo istituzionalizzati, ma anche realtà e situazioni meno connotate, dove il fattore decisivo è l'interesse locale a valorizzare un determinato autore. Prendiamo il caso di Silvio D'Arzo, giovane e promettente scrittore reggiano morto prematuramente lasciandoci pochi, seppur significativi, romanzi e racconti. Un intero paese - Cerreto Alpi, dove D'Arzo ha vissuto con la madre - ha scelto da tempo di far rivivere sui muri delle proprie case momenti e brani tratti dal suo racconto più famoso, Casa d'Altri. Lo stesso si può dire per Pazzano, nel modenese, che si propone come luogo di vita dello scrittore Guido Cavani, ma anche come sfondo e ambientazione del suo romanzo Zebio Còtal. O per Correggio, dove la geografia urbana dell'abitato è fortemente correlata alla biografia di Pier Vittorio Tondelli. Si creano così tra autori e luoghi rimandi suggestivi e affascinanti che intrecciano indissolubilmente vicende della vita reale, trame e suggestioni letterarie.
Così, i percorsi guidati che si sono snodati nelle strade di Correggio, Cerreto, Pazzano e di altri luoghi ancora, sono stati di grande fascino, come pure suggestivi i momenti organizzati nelle residenze degli scrittori: ad esempio, la splendida cornice di Casa Ariosto a Ferrara è stata la sede di un concerto di musica antica e di letture tratte dagli scritti di Giorgio Bassani. Esecuzioni di diversi testi composti da Roberto Roversi per Lucio Dalla hanno animato l'appuntamento nella splendida cornice di Villa Smeraldi a San Marino di Bentivoglio, dove il poeta visse gli anni della sua giovinezza. Presso Casa Artusi a Forlimpopoli, una scelta di ricette tratte da La scienza in cucina sono state oggetto della vivace interpretazione della comica Maria Pia Timo. A Reggio Emilia, l'appuntamento nel Mauriziano, la casa natale dell'Ariosto, è stata l'occasione per riscoprire, grazie all'apertura straordinaria, uno dei gioielli della città del tricolore, dove il pubblico ha potuto assistere a un intrattenimento poetico e musicale.
Questa edizione della rassegna ha anche dedicato specifici spazi alla letteratura al femminile: a Piacenza è stata ricordata Giana Anguissola, giornalista e scrittrice, di cui ricorre quest'anno il cinquantesimo anniversario dalla scomparsa: a lei è stato dedicato un reading con accompagnamento musicale sul sagrato della chiesa di San Giovanni in Canale, vicino alla casa dove visse la propria giovinezza. A Sant'Alberto, la casa di Olindo Guerrini ha organizzato un aperitivo letterario dedicato alla poetessa cinquecentesca Gaspara Stampa.
In sintesi, l'edizione 2016 ha consentito di riscoprire, attraverso una chiave di lettura divulgativa, le varie espressioni, talora più auliche e talora più popolari, della letteratura emiliano-romagnola attraverso una ricerca incardinata sulla topografia dei luoghi e sulla geografia degli spazi. Così, figure pur antitetiche come quella di Giovannino Guareschi o del già citato Giorgio Bassani, assieme concorrono a restituirci le sfaccettature di una letteratura e di una antropologia della pianura tra il Po e la via Emilia, dalle sfumature ora delicate ed ora sapide, ora cariche di colorata ironia ed ora capaci di profonde forme di introspezione. Lo stesso può dirsi per i narratori della montagna (come Guido Cavani e il compositore di "Maggi" e partigiano Romolo Fioroni), le cui opere consentono di intuire il senso e l'identità della cultura e della società dell'Appennino. Anche la riscoperta dei luoghi degli scrittori fioriti nelle antiche corti e nelle antiche accademie contribuisce alla valorizzazione di esperienze letterarie che nelle terre dell'Emilia-Romagna svilupparono forme di eccezionale qualità.
L'esito degli appuntamenti della rassegna 2016 fa ben sperare per le prossime edizioni; se, tuttavia, può sembrare prematuro trarre delle conclusioni definitive alla fine di un evento che è arrivato solo alla seconda annualità, e quindi è ancora, per così dire, alla ricerca di una propria compiuta fisionomia, è tuttavia possibile trarre alcune suggestioni per le future edizioni. Appare, ad esempio, interessante la stretta collaborazione tra IBC e realtà locali (istituzioni, associazioni culturali..), alle quali è stata affidata l'ideazione e l'organizzazione dei singoli eventi in loco. Ciò ha consentito da un lato il radicamento e spesso ha sollecitato l'interesse nel pubblico locale alle manifestazioni, anche con il prezioso coinvolgimento delle scuole, che in certe occasioni - come presso Villa Saffi di Forlì - sono stati soggetti attivi nella gestione degli eventi. Non di rado questo lavoro comune ha anche consentito un proficuo incrocio degli eventi della rassegna con le ricorrenze e le iniziative previste sul territorio. Questo non toglie tuttavia che l'Istituto possa in futuro ritagliarsi un ruolo più propositivo e attivo, anche in vista di un consolidamento e di una maggiore visibilità di "Dove abitano le parole". E per il 2017, manco a dirlo, i lavori sono già in corso!
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