Rivista "IBC" XXIII, 2015, 2

pubblicazioni

M. Carboni,  Il credito disciplinato. Il Monte di pietà di Bologna in età barocca, Bologna, il Mulino, 2014.
Una "public company" barocca

Ivan Orsini
[IBC]

Nel volume  Il credito disciplinato Mauro Carboni concentra l'attenzione, come esplicita il sottotitolo, sul Monte di pietà bolognese dell'epoca barocca. Più esattamente si interessa dell'arco temporale compreso tra la metà del Cinquecento e i primissimi anni del Settecento. Il lavoro inquadra il momento storico della città felsinea e ne tratteggia la compagine socioeconomica, evidenziando il ruolo strategico detenuto in tale contesto dall'istituto di credito; poi focalizza lo sguardo sull'ente, sui suoi rapporti con i diversi ceti cittadini, sulla sua composizione e sulle sue dinamiche interne.

Nonostante alcune questioni non siano state indagate a sufficienza - pensiamo alle circostanze che condussero alla nascita di questa istituzione e all'elenco preciso delle filiali - il Monte di pietà di Bologna emerge con forza dalla narrazione, come un ente di importanza nevralgica. Diretto da un consesso di presidenti provenienti da organismi locali laici e religiosi, ricercò sin da subito di contemperare le ragioni della solidarietà, a sostegno delle fasce più disagiate della cittadinanza, con le esigenze economico-finanziarie e, in particolare, con la vocazione espansionistica propria di una normale azienda.

A differenza di numerosi casi italiani dalle gestioni biasimevoli - tra questi, i monti di pietà della terraferma veneta - il Monte bolognese poté sempre, di là dagli alti e bassi che comunque la storia comporta, tenere la barra del timone diritta e affrontare con polso tanto la quotidianità quanto i frangenti storici più delicati, grazie a un'amministrazione centrale assennata e poco ripiegata sui propri interessi, a una sapienza manageriale capace di adeguarsi alle sfide del domani, a un personale formato spesso al proprio interno e ora ripagato con un equilibrato sistema premiale, ora punito per i comportamenti lesivi del buon nome e della salute dell'istituzione.

Il Monte di pietà bolognese dispose, da un lato, di una dirigenza elettiva che antepose quasi sempre, alla spregiudicata ricerca del profitto, l'etica e l'aiuto al povero con il prestito su pegno, dall'altro accettò di allargare la platea dei clienti aprendo gli sportelli a persone di ceti medio-alti che di solito impegnavano gli averi per motivi meno stringenti di altre persone, ma necessitavano di liquidità immediata. Questa apertura a una clientela medio-alta contrassegnò soprattutto il Seicento.

Il libro descrive le situazioni e le dinamiche lavorative del Monte avvalendosi di un campionario assai ampio, desunto dalle fonti archivistiche, tuttavia questa corposa rassegna di esempi non appesantisce la lettura, che anzi procede scorrevole, proprio perché il rinvio a fatti e personaggi serve a dare sostanza, linfa e un orizzonte più familiare e umano a una trattazione che comunque non poteva prescindere da cifre e diagrammi. Alcune rapide e sapide incursioni nel vissuto dei suoi impiegati invitano il lettore a entrare tra le pieghe della storia e rendono possibile osservare l'istituzione quasi dal di dentro, come se fossimo colleghi o clienti dell'economo o del massaro.

Affiora un affresco che, per la scarsa documentazione rimasta, ha dei contorni inevitabilmente sfumati, ma restituisce l'immagine di quella che oggi verrebbe definita una  public company. Fu una "creatura" della comunità, diretta nell'arco dei decenni dagli esponenti delle famiglie più insigni del patriziato cittadino e dei ceti imprenditoriali: un'istituzione che, muovendosi tra l'etica della responsabilità sociale e del benessere collettivo e una sagace gestione interna, rappresentò quasi il cuore pulsante del fervore economico del capoluogo emiliano. Come diede lavoro a tanti professionisti del tempo e umili maestranze, così seppe ridare respiro e offrire nuove prospettive per l'immediato futuro a larghe frange della popolazione.


M. Carboni,  Il credito disciplinato. Il Monte di pietà di Bologna in età barocca, Bologna, il Mulino, 2014, 215 pagine, 19,00 euro.

 

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