Rivista "IBC" XXI, 2013, 2
musei e beni culturali / convegni e seminari
Era l'estate del 1947, l'Italia ricominciava ad assaporare la prospettiva di una concreta possibilità di ripresa economica e morale. Era agosto e Riccione era la meta ambita di una vacanza ancora per pochi, ancora esclusiva, quantomeno appannaggio di un'agiata borghesia. In quella temperie nacque il "Premio Riccione per il Teatro", che nel 2013 ha festeggiato la cinquantaduesima edizione. Per sottolineare l'importanza che esso ha avuto nel tessuto culturale di quel dopoguerra ricco di aspettative, in occasione della rassegna "Quante storie nella Storia. XII Settimana della didattica in Archivio" il Comune ha realizzato un evento, quasi un preambolo al premio vero e proprio, organizzando un 'incontro che si è svolto il 9 maggio, presso il Museo del Territorio, sotto il titolo: "Italo Calvino negli Archivi del Premio Riccione 1947".
L'evento ha offerto la possibilità di riscoprire i dattiloscritti originali, contenenti correzioni autografe, de Il sentiero dei nidi di ragno primo romanzo del ventiquattrenne Italo Calvino. Con questo libro, incentrato sulle vicende della guerra partigiana in Liguria, lo scrittore partecipò e vinse la sezione letteraria della prima edizione del premio. La prestigiosa giuria era presieduta da una donna di grande fascino, antesignana dell'emancipazione femminile, la scrittrice Sibilla Aleramo. Gli archivi del premio propongono pure i carteggi di tanti altri autori e giurati di primo piano: Vittorini, Bilenchi, Luzi, Piovene, Alvaro, Zavattini e la stessa Aleramo
All'incontro hanno portato il loro contributo: Andrea Dini, docente di Lingua e letteratura italiana alla Montclair State University, nel New Jersey, e autore del libro Il Premio nazionale Riccione 1947 e Italo Calvino; il direttore di "Riccione Teatro", Simone Bruscia; Daniela Grossi, responsabile degli Archivi storici comunali; Davide Brullo, scrittore e critico. Un pomeriggio e una serie di visite agli archivi che sono diventate un viaggio a ritroso per proporre, soprattutto ai più giovani, alcuni degli autori del Novecento che sono basilari per la storia della letteratura italiana e che hanno contribuito a dare fama al premio.
Quella prima edizione di un'iniziativa destinata a divenire una delle più importanti nel panorama culturale italiano si collocava in una località che accendeva l'immaginario collettivo sulla vacanza balneare, sinonimo di mondanità, di divertimento, di spensieratezza. In un paese che voleva fortemente riemergere e che vedeva un'opportunità di crescita anche nel suo patrimonio intellettuale, già la composizione della giuria è un segno del prestigio dell'evento, dello spessore che si richiedeva ai contenuti.
La visita guidata agli Archivi storici del Comune di Riccione, tra cui c'è appunto il fondo relativo al "Premio Riccione per il Teatro", ha permesso la visione di un esorbitante repertorio di documenti: manoscritti, fotografie, dattiloscritti e lettere originali. Un'Italia in bianco e nero, fragile ma preziosa, come le carte vergate da eleganti scritture e come i dattiloscritti usciti da macchine da scrivere inconsapevoli della fama futura di coloro che battevano quei tasti anche per ricostruire un paese attraverso le idee.
Azioni sul documento