Rivista "IBC" XXI, 2013, 2

musei e beni culturali / immagini, mostre e rassegne

"Weegee. Murder is My Business", Reggio Emilia, Palazzo Magnani, 3 maggio - 14 luglio 2013.
Immagini come un blitz

Carlo Tovoli
[IBC]

"Crime scene. Do not cross": chissà quante volte avete visto il nastro giallo con questa scritta, sempre presente sul luogo del delitto nei polizieschi americani. Ma c'è qualcuno che arrivava sempre prima della polizia e dei suoi ordini di tene rsi lontano, scattando foto, spesso cruente, di omicidi della malavita, tragici incidenti stradali o devastanti incendi di caseggiati popolari. Il suo nome è divenuto nel tempo sinonimo di fotoreporter d'assalto.

Si tratta del fotografo Weegee (1899-1968), vero nome Usher Felling, giunto in America dall'Austria nel 1909, e attivo a New York come fotoreporter freelance fin dai primi anni Trenta, dopo una breve esperienza come assistente di camera oscura (uno "squeegee boy", da cui il soprannome "weegee" che lo accompagnò tutta la vita). La carriera in ascesa di Weegee come fotografo negli anni Trenta coincise con il periodo culminante della "Murder Inc.", una gang che forniva sicari a pagamento ai bo ss della malavita newyorkese, per lo più italiani. Il fotografo spesso lavorava a fianco della polizia, ma aveva anche stretto amicizia con criminali di alto livello come Lucky Luciano e Legs Diamond.

"Le mie foto sono come un blitz", diceva il fotografo. Come fotoreporter freelance in un'epoca in cui New York contava almeno otto quotidiani e le agenzie di stampa iniziavano a gestire immagini fotografiche, Weegee si trovò davanti la sfida di catturare immagini uniche di eventi che facessero notizia, per poi distribuirle velocemente. Lavorava quasi esclusivamente di notte, partendo dal suo minuscolo appartamento di fronte alla Centrale di Polizia non appena la sua radio - sintonizzata sul le frequenze delle forze dell'ordine - lo informava di un nuovo crimine.

Arrivando spesso prima dei poliziotti, Weegee ispezionava con attenzione ogni scena per trovare l'angolazione migliore. Gli omicidi, sosteneva, erano i più facili da fotografare perché i soggetti non si muovevano mai e non si agitavano. Il suo nome, con il tempo, divenne letteralmente leggenda, tanto che il regista Stanley Kubrick arrivò ad affermare, riferendosi ai primi anni della sua carriera, che una delle fonti della sua ispirazione era stato proprio questo fotografo, e nel 1958 lo vol le persino come consulente per le riprese del Dottor Stranamore.

Dal 3 maggio al 14 luglio 2013 gli scatti in bianco e nero illuminati dal flash di Weegee sono stati l'oggetto di una mostra a Palazzo Magnani di Reggio Emilia. Il titolo della mostra ha ripreso alla lettera quello dell'esposizione che Weegee c urò per se stesso nel 1941, "Murder is My Business" ("L'omicidio è il mio lavoro"). In quell'anno Weegee allestì ben due mostre consecutive nella sede centrale della Photo League, l'importante associazione fotografica che promuoveva fotografie politic amente impegnate, in particolare delle classi operaie. Una visibilità che contribuì ad affermare la sua crescente reputazione come fotoreporter, tanto che iniziò ad apporre sulle sue stampe la dicitura "Weegee il famoso".

Oltre a gettare le basi di quello che verrà poi definito giornalismo da tabloid, il diffuso apprezzamento dello stile intenso della sua fotografia, che non disdegnava soggetti provenienti dalle classi più basse e racconti intrisi di umanità, portò all'acquisizione dei suoi lavori da parte del Museum of Modern Art e la sua inclusione in due mostre collettive nel museo stesso, nel 1943 e nel 1945. La mostra reggiana è stata curata da Brian Wallis, curatore dell'International Center of Photography di New York, istituzione a cui la compagna di Weegee, Wilma Wilcox, donò nel 1993 l'intero archivio del fotografo, composto da circa ventimila stampe, oltre a quotidiani, riviste e film dell'epoca.

L'esposizione reggiana ha proposto i suoi primi lavori nel contesto della loro presentazione originaria - su testate giornalistiche e in mostre storiche - e anche oggetti personali, tra cui la sua fotocamera e il cappello, oltre ai suoi più celebri cataloghi fotografici. Come ricorda il curatore Brian Wallis, "Weegee è stato spesso liquidato come fotografo ingenuo, ma in realtà è stato uno dei fotoreporter più originali e intraprendenti degli anni Trenta e Quaranta. Le sue fotografie di New York negli anni della Depressione devono essere prese in maggiore considerazione, alla pari del lavoro di altri documentaristi degli anni Trenta, quali Dorothea Lange, Robert Capa, Walker Evans e Berenice Abbott".

Azioni sul documento

Elenco delle riviste

    Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Cod. fiscale 800 812 90 373

    Via Galliera 21, 40121 Bologna - tel. +39 051 527 66 00 - fax +39 051 232 599 - direzioneibc@postacert.regione.emilia-romagna.it

    Informativa utilizzo dei cookie

    Regione Emilia-Romagna (CF 800.625.903.79) - Viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna - Centralino: 051.5271
    Ufficio Relazioni con il Pubblico: Numero Verde URP: 800 66.22.00, urp@regione.emilia-romagna.it, urp@postacert.regione.emilia-romagna.it