Rivista "IBC" XXI, 2013, 1

biblioteche e archivi / media, progetti e realizzazioni, storie e personaggi

La Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna ha presentato il progetto che, con la collaborazione di Stanford University Libraries e IBC, digitalizzerà il fondo degli scienziati Bassi e Veratti.
Laura Bassi e le carte di famiglia

Margherita Spinazzola
[IBC]

In Emilia-Romagna, tra le biblioteche storiche più impegnate nel far conoscere il proprio patrimonio documentario, spicca l'Archiginnasio di Bologna, che sul proprio sito ha pubblicato la guida generale dei suoi fondi archivistici e documentari (www.archiginnasio.it). Tra questi c'è quello della celebre scienziata Laura Bassi, prima donna a laurearsi all'Università di Bologna e prima docente di Biologia e Fisica in Europa, pervenuto in dono nel 1922 e incrementato due anni dopo con la documentazione relativa alla famiglia del marito, lo scienziato Giuseppe Veratti. Il 21 marzo 2013 la Biblioteca ha presentato al pubblico il progetto di digitalizzazione dell'intera raccolta.


L'idea del fondo Bassi-Veratti on line è nata nel 2010, dalla discussione fra Stanford University Libraries, la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) e la professoressa Paula Findlen di Stanford. Lo sviluppo che ne è seguito è stato un vero progetto internazionale, dove l'Archiginnasio, detentore dell'archivio, ha messo a disposizione l'inventario e la sua approfondita conoscenza dei contenuti, della storia e dell'organizzazione dei documenti, mentre i bibliotecari di Stanford e gli specialisti di tecnologie digitali trasformavano l'inventario in uno strumento di ricerca digitale, gestendo la digitalizzazione a distanza, concettualizzando e creando l'interfaccia bilingue. L'IBC ha fornito un supporto costante all'iniziativa, grazie alla notevole esperienza maturata nei progetti internazionali.

Ripercorrere le tappe che hanno segnato il cammino dell'idea e soffermarsi sulle persone che ne sono state protagoniste è non solo un'operazione di giustizia nei confronti della complessità del lavoro e della professionalità di chi vi si è dedicato, ma anche una capitalizzazione dell'esperienza acquisita, oggi si direbbe una road map per altre simili imprese. Lo stesso interesse scientifico di Stanford fu inizialmente sostenuto in sede amministrativa proprio dall'opportunità di realizzare un progetto pilota in ambito digitale e internazionale che sarebbe servito come esempio e traccia per altre realizzazioni di diversa scala. La scintilla che ha messo in moto l'intera operazione fu un viaggio a Bologna di John W. Haeger, sinologo, enologo, ex presidente di RLG (il Research Library Group,1 protagonista degli hosting e dei servizi bibliotecari negli anni Ottanta e Novanta) e collaboratore di lunga data di Stanford University Libraries: dopo una visita all'Archiginnasio mise in relazione gli studi su Laura Bassi e sulle scienziate europee di Paula Findlen, docente all'Università di Stanford, con i più recenti progetti di digitalizzazione condotti dalla stessa università e il fondo speciale Bassi-Veratti dell'Archiginnasio.

Fu immediatamente chiaro che un eventuale progetto congiunto non avrebbe certo esaurito le memorie archivistiche della scienziata bolognese, riccamente presenti e documentate anche presso la Biblioteca Universitaria di Bologna e l'Archivio di Stato. La necessità di stringere in tempi brevi un accordo internazionale fra enti diversi, economico e operativo oltreché scientifico, fece pendere il piatto della bilancia ancora una volta verso un pilota limitato a poche amministrazioni: Stanford University Libraries, IBC Soprintendenza per i beni librari della Regione Emilia-Romagna e Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna. Non si è mai pensato a una realizzazione esclusiva, ma a una tessera che permettesse in futuro la composizione musiva di documenti depositati presso sedi diverse, studi scientifici e universitari dedicati non solo a Laura Bassi (nel rinnovato interesse nato in occasione del tricentenario della nascita, occorso nel 2011) ma alle donne di scienza in generale.


Ognuno dei contraenti portava con sé una dote cospicua di esperienze e competenze professionali non sovrapponibili. Stanford, in quanto università, ha un'importante tradizione di studio nel campo della storia della scienza e degli studi di genere, che hanno condotto Paula Findlen a dedicarsi anche a Laura Bassi, con l'attenta frequentazione delle raccolte bolognesi e un'attiva collaborazione con le studiose dell'Alma Mater di simili discipline, quali Marta Cavazza e Raffaella Simili. Come biblioteche, invece, sotto la guida di Michael A. Keller (contemporaneamente a capo anche delle Risorse informative accademiche ed editore di HighWire Press e Stanford University Press), Stanford si distingue per la pubblicazione, l'hosting, la messa in rete e la conservazione di risorse digitali destinate agli studiosi; uno dei più recenti progetti di punta e di massima apertura verso collezioni esterne è la "Parker Library on the web",2 relativa al fondo dell'arcivescovo di Canterbury, vissuto nella prima metà del XVI secolo, i cui preziosi volumi sono conservati presso il Corpus Christi College di Cambridge. Nella realizzazione del progetto, Stanford si è avvalsa anche dell'esperienza di Cathy Aster, project manager di una lunga serie di iniziative anche internazionali, quali la digitalizzazione degli archivi della Rivoluzione Francese presso la Bibliothèque Nationale de France, e di Sarah Sussman e dei suoi collaboratori delle French and Italian Collections di Stanford University Libraries.

L'Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna, diretta da Pierangelo Bellettini, è stata ovviamente protagonista con la Biblioteca dell'Archiginnasio, presso la quale è conservato il fondo speciale Bassi-Veratti, descritto nell'inventario curato da Patrizia Busi, archivista della Biblioteca.3 La collaborazione con Stanford ha consentito la ripresa e l'approfondimento del lavoro che aveva, in prima istanza, attirato l'attenzione statunitense. La conoscenza delle collezioni e l'attenzione al mondo degli studi non solo biblioteconomici sono stati il contributo imprescindibile di Anna Manfron, mentre Ruggero Ruggeri sorvegliava gli aspetti informatici legati alla digitalizzazione dei materiali e la fruibilità in rete del prodotto finale.

Quale ruolo dunque per l'Istituto per i beni culturali? Fermi restando i compiti istituzionali di indirizzo e tutela, l'IBC ha messo a profitto l'ultradecennale esperienza nel campo della gestione di progetti europei, garantendo le comunicazioni con la squadra statunitense e adoperandosi in loco per la redazione degli accordi, la revisione degli elaborati e le necessarie traduzioni.


Il primo atto, tutto italiano, è stato infatti quello di esaminare una serie di accordi internazionali di digitalizzazione, perché, come giustamente afferma Mauro Guerrini, "si fa presto a dire Biblioteche Digitali".4 Era chiaro infatti che una motivata adesione all'idea proposta da Stanford dovesse innanzitutto chiarire gli aspetti legati al costo del progetto e alla fruibilità dei risultati, strettamente connessi alla definizione dei diritti e alla gestione nel tempo. Per formalizzare questi aspetti, è stata sottoscritta una Lettera di intenti fra Istituzione Biblioteche, Stanford University Libraries e IBC Soprintendenza, frutto di un intenso lavoro di discussione, e limature necessarie per un accordo fra amministrazioni lontane nella forma e nello spazio.

Siglata il 3 maggio 2012, la lettera è stata la carta costituzionale del progetto, definendo i ruoli dei tre partner, la titolarità del diritto delle immagini digitalizzate (dell'Archiginnasio, con diritto non esclusivo d'uso da parte di Stanford) e dei metadati, il diritto di traduzione, le caratteristiche del prodotto digitale attraverso l'adattamento ad hoc del software e della piattaforma di Stanford, l'hosting definitivo sul server di Stanford, opportunamente collegato all'Archiginnasio (che deterrà una copia dell'intero lavoro digitalizzato), la revisione dettagliata di alcune parti dell'inventario esistente, l'uso legittimo delle immagini da parte degli utenti, la loro riproduzione per scopi non commerciali su singola e specifica autorizzazione. Inoltre, vi si precisa che Stanford avrebbe incaricato un'azienda italiana delle riprese fotografiche e che l'Archiginnasio avrebbe esercitato sulla stessa la necessaria vigilanza.

Nel frattempo, Stanford si attivava per la ricerca di sponsor interessati a finanziare il progetto, trovandoli in due fondazioni, la Gladys Krieble Delmas Foundation e la Marini Foundation,5 e in un donatore individuale, Guerrino De Luca. Un passo importante è stata la nomina come project manager di Cathy Aster, già impegnata in vari progetti di Stanford tuttora in corso, la quale ha tenuto tutti i contatti con i partner italiani e i soggetti coinvolti a vario titolo negli Stati Uniti, sviluppando quanto avviato da Michael Keller e John Haeger.


Una volta scelto nell'Encoded Archival Description (EAD) il formato per la codificazione dei dati archivistici, e acquisiti gli approfondimenti redatti per l'occasione da Patrizia Busi, Stanford si è occupata della ingestione, stampando altrettanti fogli di lavoro quanti i pezzi descritti, che sarebbero diventati, con il loro codice a barre, gli identificativi delle singole riprese digitali. Non è stato un lavoro semplicissimo e ha richiesto una serie di aggiustamenti e un controllo puntuale, riga per riga, documento per documento. Per chi scrive e, dopo avere tradotto l'inventario ne ha affiancato l'autrice in questa operazione di abbinamento, è stata un'operazione che davvero ha dato la misura della qualità e quantità di lavoro che si andava facendo.

Le carte fatte rivivere dall'archivista e compulsate una per una per il controllo dei dati cantavano una storia che si snoda ben oltre il nome della protagonista, una storia che parla di successi accademici come di beghe finanziarie, di corrispondenti più o meno noti come di famigliari alle prese con un nome insigne, di conti della spesa, di quotidianità e di cambiamenti. Le pagine di Ferdinando Veratti - cognato di Laura Bassi, unica fonte a cui far risalire tutto quanto si sa del suo annus mirabilis, il 1732, nel quale assurse alla gloria accademica - trasudano un palese orgoglio tutto petroniano nel contenuto e nella forma. Le suppliche del figlio Paolo esprimono la frustrazione del vivere con mezzi ben diversi rispetto a quelli goduti ai tempi dei genitori e tradiscono la difficoltà di una vita spesa all'ombra del materno fulgore. Ma ci sono anche le tracce della vita, nomade per il tempo, di Francesco, padre di Ferdinando e di Giuseppe, il marito di Laura, quelle dei corrispondenti illustri come Luigi Galvani, e andando avanti negli anni si arriva fino alla tenerezza di una dichiarazione d'amore per una Margherita, pronipote Veratti, indirizzata come si conveniva al tutore e non all'interessata.

Finito questo lavoro, potevano cominciare le riprese fotografiche, eseguite dalla ditta AdActa.6 I tecnici hanno lavorato dalla metà di settembre alla metà di dicembre, con una postazione installata presso la Sala Manoscritti della Biblioteca. Ogni giorno ricevevano dal personale di sala gli esemplari, tutti riportati in un registro di controllo e, ogni sera, le immagini di alta qualità andavano a Stanford che, nella notte italiana, provvedeva a una prima verifica, la quale non di rado richiedeva un paziente reset delle apparecchiature all'inizio del lavoro la mattina successiva a Bologna. Un secondo controllo avveniva su hard disk esterno spedito in maniera tradizionale.

Gli ultimi mesi sono stati dedicati dai tecnici di Stanford all'elaborazione della pagina web e alla presentazione dei dati,7 coinvolgendo anche l'utenza potenziale, che esprimeva così le proprie aspettative di ricerca e gradimento.

Per un'ultima volta, preme ricordare che almeno 40 persone di diversa lingua, formazione e interesse professionale, hanno lavorato insieme, armonizzando tempi di lavoro in nessun caso dedicati unicamente al progetto. Non poteva essere altrimenti, ma ci vorrebbe una grande festa, un'agorà reale e non solo virtuale. Grazie a tutti.


Note

(1) en.wikipedia.org/wiki/Research_Libraries_Group.

(2) parkerweb.stanford.edu/parker/actions/page.do?forward=home.

(3) P. Busi, Il fondo speciale "Laura Bassi e famiglia Veratti" nelle raccolte manoscritte della Biblioteca dell'Archiginnasio. Note e inventario, "L'Archiginnasio", XCVI, 2001, pp. 255-326.

(4) M. Guerrini, R. Maiello, Si fa presto a dire "Biblioteche digitali". Un confronto fra Google Book Search ed Europeana, "La Bibliofilia", LXII, 2010, 1, pp. 76-93.

(5) www.delmas.org/; www.marinifoundation.org/index.htm.

(6) www.adactanet.it.

(7) bassiveratti.stanford.edu.

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