Rivista "IBC" XX, 2012, 4
territorio e beni architettonici-ambientali / inchieste e interviste, itinerari, leggi e politiche, pubblicazioni, storie e personaggi
Belpaese Malpaese, l'ultimo volume di Vittorio Emiliani, esprime fin dal titolo il suo carattere ambivalente. Denuncia dei molti pericoli che minacciano il nostro patrimonio culturale e il paesaggio, da un lato, e insieme racconto appassionato della bellezza che ha creato nei secoli il mito, ora sempre più appannato, del Belpaese. Dai taccuini di un cronista. 1959-2012 recita il sottotitolo, e di taccuini assai particolari si tratta, evidentemente, sia per quanto riguarda lo spettro temporale, sia per quanto riguarda l'ampiezza dei temi trattati. Dalle indagini sulla ricostruzione postbellica che identificano, spesso con grande anticipo, le storture di uno sviluppo destinate a ripercuotersi nei decenni futuri, alle speranze suscitate da un'evoluzione democratica che ha raggiunto grandi risultati a cavallo fra i decenni riformisti (gli anni Sessanta e Settanta) per poi ripiegare verso un modello arcaico e devastante, responsabile di una dissipazione delle risorse culturali e ambientali, e del territorio in genere.
La capacità del giornalista d'inchiesta, in grado di condensare nel breve spazio di un articolo il risultato di analisi derivate da fonti molteplici, disorganiche, cogliendone i temi fondamentali, è la cifra che percorre tutta la produzione dell'autore ed è l'elemento, non ultimo, che contribuisce a restituire all'intero volume una fortissima organicità. Caratteristica sottolineata dalla coerenza stilistica di un linguaggio limpido e saggiamente polemico (per usare le parole introduttive di Ezio Raimondi), capace di instaurare un "rapporto dialogante" con il lettore e di comunicare un affetto critico nei confronti di cose e personaggi.
Così i diversi capitoli in cui è suddiviso il volume disegnano oltre mezzo secolo di storia italiana, prima attraverso la lente del giornalista di prestigiose testate - "Comunità", "Il Giorno" (all'epoca di Enrico Mattei), "L'Espresso", "Italia Domani" -, poi dal versante dell'intellettuale direttamente impegnato per la difesa dei beni culturali e del fondatore del "Comitato per la Bellezza". La bellezza, non per caso, ritorna in chiusura del percorso tracciato dal volume, come strumento non utopico, ma finalmente innovativo, di un diverso modello di sviluppo. È il tentativo di gettare il cuore oltre l'ostacolo, superando con la forza della passione - ma della ragione insieme - la grave decadenza generale del paese (come si intitola il capitolo dedicato alla sfascio delle politiche sul territorio degli ultimi lustri).
L'Italia che emerge da queste pagine - molto spesso sconosciuta nelle sue mille risorse, capacità, competenze - è un paese cresciuto in maniera dirompente, in pochi decenni, seguendo troppo spesso le sirene della rendita fondiaria parassitaria e che, dopo alcuni lustri di reale progresso sociale, si è frantumata in mille localismi e particolarismi e si è appiattita nell'appagamento suicida di un benessere personale, quasi sempre in contrasto con quello collettivo.
Da oltre cinquant'anni Vittorio Emiliani non cessa di denunciare i limiti di questo modello di sviluppo e di indicarci l'unica possibile via di uscita dalla situazione di crisi sistemica in cui ci troviamo impantanati. Non è un caso, dunque, che Belpaese Malpaese costituisca un ulteriore capitolo della collana "IBC" della Bononia University Press che ospita anche i testi dedicati ad Antonio Cederna e Lucio Gambi, collocandosi in linea di perfetta continuità con l'opera di quei due intellettuali e sulle loro riflessioni a difesa del paesaggio e dei nostri beni culturali.
V. Emiliani, Belpaese Malpaese. Dai taccuini di un cronista. 1959-2012, Bologna, Bononia University Press, 2012, 440 pagine, 23,00 euro.
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