Rivista "IBC" XX, 2012, 2
biblioteche e archivi / pubblicazioni, storie e personaggi
Un testo apparentemente minuscolo, ma così denso e capace di restituire o far scoprire, a chi non li avesse già frequentati sulle pagine dei suoi scritti e nelle aule universitarie, la passione intellettuale e il rapporto privilegiato con i libri che intesse la vita di Ezio Raimondi. I libri che ha letto, che ha scelto o che gli sono capitati, come lui afferma, lo raccontano e aprono a chi legge spazi nuovi, sorprese e anche l'allegria quieta, complice, che accompagna il suo rapporto con questi fedeli compagni, mai traditori, spesso donatori di conforto.
Esprimiamo un grazie sincero sia al professore sia al curatore, elegante e discreto, di questo prezioso, limpido scritto. Senza fatica e con il gusto di un narrare sommesso, che respira di memoria e di riservate emozioni, schiude al lettore - quel lettore a cui Raimondi è sempre stato assai interessato - la via di una formazione culturale ed etica; la semplicità di un quotidiano giovanile, corroborato di affetti e premure: si pensi a come dà luce a questa storia il rapporto con la madre.
Si rivela la casualità solo apparente di incontri, di affinità profonde, che non sono appannaggio riservato a chi viene definito "colto", che avvicinano persone e pagine, valori comuni e libri; questi spesso sono stati doni, suggerimenti, sui quali approfondire la ricerca, ma soprattutto il dialogo. Ogni libro è un'occasione di dialogo, è una prospettiva per crescere. E questa prospettiva, a volte, si sposta su un altro volume, su un altro dialogo, che distrae dal precedente, ma poi a quello ritorna. Nessi profondi e umanità differenti: Heidegger e Céline, Manzoni e Gadda; Lucien Febvre e Michail Bachtin. Uomini e libri. Momenti cruciali e figure straordinarie. Gli amati orizzonti dell'universo bolognese: tra le pedalate in collina e gli studi su Codro; le conversazioni con Franco Serra, l'amico che gli regala quel Curtius così imprescindibile nella sua formazione, ma anche nipote di Renato Serra, al quale Raimondi dedicherà studi puntuali; e ancora le domeniche del tempo maturo con Giuseppe Guglielmi. Ma altrettanto fertili le stagioni di letture e viaggi oltreoceano; un libro per tutti: il regalo del Rabelais di Bachtin da parte di un gruppo di universitari che avevano seguito i suoi corsi, al termine di uno dei soggiorni nel Nord America.
Le voci dei libri - ci piace affermarlo anche per l'editore che con lungimiranza e finezza ha scelto di realizzare questo volume - infonde una grande speranza: la forza dirompente della conoscenza e dell'autentico talento costituiscono sempre una possibilità di frantumare schemi precostituiti e apparentemente insormontabili; la storia del professor Raimondi ci sembra un bel messaggio per i giovani.
Dopo tante autorevoli recensioni su quotidiani e riviste, scrivere di questo libro su "IBC", avendo presente non solo i cumuli di libri che vivono nell'abitazione del professore, ma anche le stratificazioni di testi nel suo studio in Istituto (che tra l'altro furono causa di una caduta, fortunatamente priva di conseguenze troppo serie), è solo un modo affettuoso di ringraziarlo per le tante conversazioni nate dai libri che legge, o che ci suggerisce di recensire sulla rivista. E per la curiosità incessante e vivida di una mente che ancora ci insegna a considerare il libro un dono per la vita.
E. Raimondi, Le voci dei libri, a cura di P. Ferratini, Bologna, il Mulino, 2012, 113 pagine, 13,00 euro.
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