Rivista "IBC" XX, 2012, 2

immagini, media, progetti e realizzazioni, pubblicazioni, storie e personaggi

La pittura italiana nella Fototeca Zeri. Fotografie scelte. Lazio, Toscana, Marche, Umbria, Emilia Romagna, a cura di A. Ottani Cavina, con la collaborazione di M. Forlai, Torino, Umberto Allemandi & C., 2011.
Nella fototeca di Zeri

Elisabetta Landi
[IBC]

È on line la fototeca di Federico Zeri. Com'è noto, grazie alla collaborazione tra l'Università di Bologna e Unicredit, e grazie alla consulenza dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, il patrimonio documentario messo insieme dallo studioso, uno degli storici dell'arte più importanti del ventesimo secolo, è oggi accessibile. Fin da subito l'obiettivo della Fondazione Zeri è stato rendere disponibile questo nucleo di immagini con la creazione di un database digitale, il più completo sulla pittura italiana rappresentata nella raccolta di fotografie: una collezione vastissima, conseguita al lavoro del conoscitore.

Ben diecimila sono le cartelle, e 140.000 le fotografie catalogate, su un totale di 290.000 stampe. Un progetto di alto valore scientifico, che rispecchia le modalità di indagine di Zeri e ne documenta il campo privilegiato, la pittura dal XIII al XVI secolo, per la quale la quantità e la qualità delle immagini costituiscono un unicum senza equivalenti. Sono fotografie rare, antiche o tecnicamente preziose, che documentando numerosissime opere e capolavori perduti ridisegnano la mappa del patrimonio italiano sulla base di scoperte nuove, determinanti sia per l'aspetto della ricerca che per la conoscenza indispensabile alla tutela.

Di questo atlante, oggi, rende conto una pubblicazione intitolata La pittura italiana nella Fototeca Zeri, prodotta dalla ricognizione su un catalogo "così organico nella sua architettura da diventare strumento di educazione alla cultura". Curato per Allemandi da Anna Ottani Cavina, direttrice della Fondazione Zeri (sono sue le parole appena citate), realizzato con la collaborazione di Marta Forlai, il volume rende conto delle acquisizioni conseguite all'analisi della sezione italiana del patrimonio figurativo passato al vaglio dello studioso, celebrando così idealmente, con questo fondamentale contributo a stampa, l'avvio del database on line.

È una selezione di centocinquanta immagini dal XIII al XVIII secolo, le più significative, quella che propongono gli autori dei saggi: Elisabetta Sambo e Marcella Culatti per la presenza di opere italiane nella fototeca Zeri, Monica Cavicchi per i cataloghi del Metropolitan Museum di New York redatti dallo studioso, e Francesca Mambelli per una storia della fototeca. A questi si aggiungono gli interventi di giovani collaboratori della Fondazione, relativi alle presentazioni dei diversi ambiti territoriali rappresentati dalle fotografie, suddivise in cinque regioni: Lazio, Toscana, Marche, Umbria, Emilia-Romagna.

Ne emerge una panoramica ampia sul "mestiere" e sul modo di "vedere" particolarissimo dello storico dell'arte, il quale, grazie a uno sguardo selettivo capace di passare dal dipinto ai particolari significativi, "zoomando" sugli indizi rivelatori (di una mano, di un'epoca o di uno stile), ha avuto il merito di ritessere il tessuto connettivo della civiltà artistica europea, risanando le lacerazioni prodotte dalla dispersione degli oggetti. "Ogni giorno porta il suo carico di fotografie". Così era solito dire Federico Zeri, e del resto questo era il modo di lavorare dei grandi conoscitori, da Adolfo Venturi a Bernard Berenson, a Roberto Longhi, dalla fine dell'Ottocento alla metà del secolo successivo. Sono anni cruciali per la formazione delle fototeche d'arte, una vicenda interrotta dall'avvento del digitale e di più aggiornati mezzi di documentazione, che hanno inaugurato nuove modalità di ricognizione.

Di quella storia, irripetibile, testimonia l'archivio fotografico privato più grande del mondo, la Fototeca Zeri, appunto, un organismo dinamico e in espansione: dagli anni Quaranta fino al 1998, quando la morte dello studioso, congelandone la fisionomia, lo consegnò alla tutela come un documento da conservare, ma al tempo stesso uno strumento indispensabile alla ricerca. Le foto, infatti, corredate di didascalie, e le cartelle utilizzate come quaderni per appunti, raccolgono informazioni preziose: annotazioni sulla tecnica e sulla provenienza, bibliografia essenziale, percorsi attributivi, problemi iconografici annotati al verso delle stampe. Lo si potrebbe definire un archivio delle opere scientifiche mai scritte, scandito dagli incipit di saggi abbozzati che si offrono come una rassegna di spunti critici e di ispirazioni. L'ambito storiografico spazia dall'antichità all'età moderna, e dalla pittura straniera alla scultura e al disegno, passando per la natura morta, il paesaggio, le arti decorative. I generi e i settori in cui Zeri ridistribuiva sul suo tavolo di lavoro le stampe ricevute via via dal singolo amatore, dal collezionista, dall'antiquario, dalle case d'asta e dai fotografi, e tra questi immagini di Alinari, di Anderson, di Brogi, veri oggetti da collezione.

Accompagna il volume un DVD a cura di Marta Forlai, in cui la Fototeca Zeri viene presentata attraverso un montaggio che permette allo studioso di navigare tra i capolavori, apprezzandoli in ogni dettaglio.


La pittura italiana nella Fototeca Zeri. Fotografie scelte. Lazio, Toscana, Marche, Umbria, Emilia Romagna, a cura di A. Ottani Cavina, con la collaborazione di M. Forlai, Torino, Umberto Allemandi & C., 2011, 174 pagine, 35,00 euro.

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