Rivista "IBC" XX, 2012, 1

territorio e beni architettonici-ambientali / progetti e realizzazioni, pubblicazioni

Novità dalla flora: nelle radici di una leguminosa rinvenuta in Emilia-Romagna sono presenti batteri finora sconosciuti.
Fiori rosa, fiori di Sulla...

Alessandro Alessandrini
[IBC]

Hedysarum confertum, il cui nome italiano è Sulla minore, è una leguminosa erbacea dai bei fiori rosa, della famiglia delle Fabacee. Questa specie è presente nell'area mediterranea occidentale, con area di distribuzione molto frammentata. Nel territorio italiano è presente, rara e localizzata, solo in Emilia-Romagna, e in particolare nei colli modenesi e parmensi. È stata rinvenuta per la prima volta in Italia negli anni Trenta da Antonio Vaccari, un valente e attivissimo esploratore della flora modenese, che la scoprì casualmente su alcune argille nelle praterie aride dei dintorni di Castagneto, nel Modenese. Fu Adriano Fiori, grande studioso della flora italiana, a riconoscere che si trattava di Hedysarum humile varietà laeve, una novità per la flora italiana. Della scoperta venne data notizia in un breve articolo nel "Nuovo Giornale Botanico Italiano" del 1931.

Da allora il rinvenimento non venne confermato; la sua presenza viene tuttavia data per certa nella Flora d'Italia di Pignatti (1982), che nella cartina della distribuzione italiana indica la presenza nella sola Emilia-Romagna. Dagli anni Trenta, però, nessuno si era più preoccupato di confermare l'effettiva presenza di questa specie, che venne rinvenuta alla fine degli anni Ottanta da Luigi Ghillani sulle colline parmensi, nella zona sovrastante la confluenza tra Taro e Ceno. Questa importante novità mi spinse a cercare la pianta nei luoghi del suo primo rinvenimento e, dopo un paio di sopralluoghi infruttuosi, la ritrovai nella media valle del Panaro. Grazie all'attività di altri rilevatori dell'area modenese (Luciano Delfini, Filiberto Fiandri, Umberto Lodesani e Claudio Santini) la presenza venne poi accertata in diverse località della stessa area.

Ma più di recente la specie ha offerto ulteriori motivi di interesse. Nel quadro di un programma di indagini più ampio, studiosi dell'Università di Padova (coordinati da Andrea Squartini) hanno chiesto di essere accompagnati in una stazione di crescita di Hedysarum confertum nel Modenese, per poter prelevare campioni completi di radici. Il prelievo era necessario per analizzare i batteri presenti nei noduli radicali. Le leguminose, infatti, ospitano nelle loro radici dei microorganismi simbionti che sono in grado di spezzare la molecola dell'Azoto, producendo ioni ammonici assimilabili direttamente dalla pianta ospite. Questa particolarità conferisce alle Fabacee un indubbio vantaggio in ambienti poco ospitali; esse, inoltre, producono semi molto ricchi in contenuto proteico, essendo l'Azoto l'elemento-chiave per la produzione delle proteine. Questa caratteristica riveste un enorme interesse pratico: sono infatti molte le specie di importanza alimentare che appartengono a questa famiglia, si pensi per esempio a fagioli, ceci, fave, piselli, ma anche all'erba medica o alla soia.

In base alle analisi svolte e pubblicate in una rivista internazionale ("Plants Biosystems") è stato accertato che i microorganismi rinvenuti nei tubercoli radicali di Hedysarum confertum appartengono a un tipo finora sconosciuto e per ora indicati come Mesorhizobium sp. [specie, ndr]. Le analisi hanno inoltre accertato che i batteri non sono coltivabili al di fuori della pianta ospite. Questa particolarità è stata messa in rapporto con il carattere relittuale della specie ospite e con il suo areale fortemente frammentato.

La storia qui raccontata ben esemplifica i modi in cui lavora chi si occupa di ricerche sulla diversità floristica del territorio; negli anni recenti, infatti, grazie anche all'attività dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, si è creata una rete di rilevatori in continuo contatto, che si scambiano informazioni e si tengono aggiornati sui rinvenimenti. L'esplorazione attiva, la condivisione delle informazioni, la formazione e la manutenzione di archivi informatizzati, sono considerati strumenti fondamentali per lo studio concreto della biodiversità del territorio e per la sua migliore conservazione e gestione.

Azioni sul documento

Elenco delle riviste

    Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Cod. fiscale 800 812 90 373

    Via Galliera 21, 40121 Bologna - tel. +39 051 527 66 00 - fax +39 051 232 599 - direzioneibc@postacert.regione.emilia-romagna.it

    Informativa utilizzo dei cookie

    Regione Emilia-Romagna (CF 800.625.903.79) - Viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna - Centralino: 051.5271
    Ufficio Relazioni con il Pubblico: Numero Verde URP: 800 66.22.00, urp@regione.emilia-romagna.it, urp@postacert.regione.emilia-romagna.it