Rivista "IBC" XIX, 2011, 2
Dossier: Imago - Catalogo di opere grafiche on line
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A partire dal nome, il Museo modenese della Figurina evoca una tipologia di oggetti universalmente noti, dei quali si tende a coltivare un'idea ben precisa, spesso carica di ricordi e immagini personali. Questa estrema familiarità fa in modo che i visitatori, seppur appartenenti a generazioni diverse, da una parte si entusiasmino nel ritrovare l'album dei ricordi o la serie di figurine preferite e magari introvabili, dall'altra si sorprendano nello scoprire come le collezioni del Museo - in minima parte esposte, per la maggiore conservate in archivio e a rotazione presentate in mostre temporanee tematiche - rappresentino un mondo ben più ricco e complesso di quanto si immagini. Se è vero che, seppur approssimativamente, tutti sappiano in cosa consista una figurina, più difficile risulta darne una definizione univoca, in grado di contemplarne tutte le varianti, come ben argomenta Lucilla De Magistris in un contributo significativamente intitolato Le figurine: poche regole e molte eccezioni (nel volume: Figurine! Pubblicità, arte, collezionismo e industria 1867-1985, Modena, Edizioni Panini, 1989).
A tal fine è nato il Museo della Figurina, inaugurato a Modena alla fine del 2006, e interamente dedicato alla conservazione, allo studio e alla valorizzazione di una tipologia di materiali tanto vasta quanto insolita, fino a non molti anni fa considerata quasi esclusivamente di interesse collezionistico e difficilmente ipotizzabile all'interno di una struttura museale pubblica, interamente dedicata a essa. È soprattutto grazie alla lungimiranza del suo principale promotore, Giuseppe Panini, che il Museo vede la sua nascita e il suo sviluppo, inizialmente all'interno dell'azienda fondata insieme ai fratelli Benito, Franco Cosimo e Umberto, e poi presso il Comune di Modena, al quale è stato donato nel 1992.
Al suo interno conserva una delle più consistenti e significative collezioni di figurine storiche esistenti al mondo, ma anche una grande quantità di altri materiali, affini per tecnica e funzione, quali menu, bolli chiudilettera, calendarietti da barbiere e molti altri, per un totale di circa cinquecentomila esemplari. Negli intenti di Giuseppe Panini, infatti, la raccolta doveva non solo documentare la storia della figurina dalla sua nascita in poi, ma più in generale essere dedicata alla piccola stampa a colori, in particolare pubblicitaria. Un binomio, quest'ultimo, non casuale, ma legato allo sviluppo stesso della figurina, nata grazie all'invenzione di una tecnica di stampa, la cromolitografia, che ha reso possibile la produzione di una grande quantità di immagini a colori a costi contenuti. Si tratta di una vera a propria rivoluzione, foriera di nuove potenzialità comunicative ed espressive, che le diverse ditte, i negozi e i grandi magazzini proliferanti a partire dalla seconda metà dell'Ottocento non esitano a sfruttare, favorendo la nascita di numerose litografie soprattutto in Francia e in Germania. Per quel che riguarda la scelta dei soggetti, si passa rapidamente da immagini di fantasia e decorative a temi legati a tutti i campi dello scibile umano: dalla storia alla geografia, dalla letteratura alla lirica, dalle scienze naturali alle innovazioni tecnologiche, e molti altri ancora.
Bastano questi pochi cenni per intuire quali potenzialità si celino nelle collezioni conservate in Museo e la complessità della messa a punto di una scheda di catalogazione, rispettosa degli standard internazionali, nonché in grado di contenere tutte le informazioni presenti sui materiali: titoli, disegnatori, stampatori, editori, ditte pubblicizzate, caratteristiche tecniche, soggetti. Si tratta di informazioni non facilissime da estrapolare e definire univocamente: basti pensare al ruolo dell'editore, che perlopiù coincide con quello dello stampatore, ma in alcuni casi specifici con la ditta pubblicizzata, che è al contempo committente dell'immagine. Non è secondario, inoltre, il problema della soggettazione, che sconta il divario tra iconografie consolidate e innovazioni legate alle esigenze persuasive della pubblicità.
D'altra parte, la catalogazione è stata una delle prime sfide che il museo, nel passaggio da collezione privata a pubblica, si è trovato ad affrontare. Avviata nel 1996 grazie al contributo della Soprintendenza regionale per i beni librari e documentari, dopo un'attenta analisi delle problematiche legate alla tipologia di materiali, sfociata nella predisposizione di una scheda apposita, la catalogazione ha già portato alla compilazione di circa trentamila schede pubblicate sul catalogo on line Imago, dedicato alle opere grafiche e cartografiche di biblioteche, archivi e musei dell'Emilia-Romagna (imago.sebina.it/SebinaOpacIMAGO/Opac).
Tale consistente lavoro di analisi, che ha reso evidenti nodi tematici e problematiche fondamentali, è stato inoltre funzionale alla predisposizione del progetto museografico che si è concretizzato nell'attuale allestimento. Dopo aver attraversato un suggestivo "tunnel delle meraviglie", il visitatore accede alla sala espositiva, allestita con sei armadi espositori, concepiti come grandi album da sfogliare, grazie agli otto sportelli laterali estraibili, che consentono di sfruttare lo spazio al massimo e di visionare questa sequenza: "Gli antecedenti: la ricorrenza di temi iconografici dalle stampe antiche alla figurina contemporanea"; "La cromolitografia: l'invenzione della cromolitografia e il procedimento di stampa dal bozzetto alla figurina"; "La nascita e la diffusione: dall'esordio francese della figurina nella seconda metà dell'Ottocento sino all'avventura italiana dei concorsi a premio negli anni Trenta del XX secolo"; "La Liebig: la collezione storica più famosa del mondo"; "Non solo figurine: cigarette cards, calendarietti, bolli chiudilettera, menu, segnaposto, etichette d'albergo e altre collezioni minori"; "La figurina moderna: le figurine sportive e gli album dal secondo dopoguerra".
A ogni armadio corrisponde un tema specifico, correlato agli altri ma in sé completo, scandito da stampe e oggetti originali, per un totale di 2500 pezzi. Accanto all'esposizione permanente, una vetrina di 12 metri ospita le mostre temporanee, dedicate ad argomenti sempre diversi: dalla fantascienza alla réclame, dai miti astrologici alla biodiversità. Ogni mostra presenta centinaia di figurine, proiettate anche sul maxischermo della sala, ed è accompagnata da pubblicazioni dotate di ricchissimi apparati iconografici e testi di approfondimento. In sala è inoltre presente uno spazio multimediale per approfondire a video il percorso espositivo e accedere al catalogo Imago.
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