Rivista "IBC" XIX, 2011, 2

Dossier: Imago - Catalogo di opere grafiche on line

'Scatti' contemporanei. Opere fotografiche di Linea di Confine

Daniele De Luigi
[IBC]

Con il completamento della catalogazione delle collezioni appartenenti all'Associazione Linea di Confine di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, la fotografia contemporanea ha fatto il suo ingresso in Imago (imago.sebina.it/SebinaOpacIMAGO/Opac). Si tratta di una presenza significativa, per più di un motivo. In primo luogo, per il valore intrinseco delle fotografie conservate presso la sede dell'Ospitale di Rubiera: 2756 opere realizzate da più di quaranta artisti fotografi europei e americani, diversi dei quali di fama internazionale. Lo è inoltre per lo sviluppo dello stesso catalogo, perché si pone come punto di riferimento per il futuro inserimento di collezioni dello stesso genere, e perché è un'ulteriore dimostrazione della grande flessibilità di cui sa dar prova lo strumento di catalogazione, in grado di accogliere nuovi insiemi di opere dalle caratteristiche sui generis rispetto a quelli già esistenti.

Per capire questo aspetto si dovrebbe anzitutto chiarire di cosa parliamo quando viene usata la definizione di "fotografia contemporanea", compito invero non così semplice nonostante l'ampia diffusione di questa espressione. Non si tratta, è evidente, di una delimitazione temporale, come il termine potrebbe far supporre (sebbene in parte sia anche questo), ma nemmeno di una connotazione relativa ad aspetti stilistici, formali o contenutistici. Nata in analogia all'espressione "arte contemporanea", potremmo dire, in due parole, che indica quella fotografia aliena da scopi funzionali ancillari verso altri campi o discipline, e che si inserisce nel contesto delle arti visive attraverso la ricerca linguistica, espressiva e concettuale, spesso compiendo un'implicita riflessione sulla propria natura.

L'esperienza di Linea di Confine si inscrive in questo solco proseguendo, allo stesso tempo, la tradizione della committenza fotografica pubblica come strumento di indagine indipendente sui cambiamenti del territorio, che in Emilia-Romagna, a partire dalla fine degli anni Sessanta, ha il suo illustre capostipite nei censimenti affidati a Paolo Monti dall'allora Soprintendenza per i beni artistici e storici di Bologna, e un referente altrettanto importante nelle iniziative animate da Luigi Ghirri negli anni Ottanta.

Il progetto di Linea di Confine nacque nel 1990 per iniziativa di William Guerrieri, che ne è tuttora il coordinatore, con alcuni contributi determinanti: quello del fotografo Guido Guidi, per esempio, che nel 1989 aveva condotto sul territorio di Rubiera un workshop che sarebbe divenuto il modello di tutti i successivi Laboratori di fotografia; e quello di Paolo Costantini, studioso di grande cultura e acume, che fu a capo del comitato scientifico fino alla sua prematura scomparsa nel 1997. L'associazione (costituita nella forma attuale nel 2000 dai Comuni di Boretto, Carpi, Correggio, Fiorano Modenese, Luzzara, Rubiera, Scandiano e dal Consorzio del Parco Fiume Secchia) ha commissionato, in vent'anni di attività, numerosi incarichi per realizzare progetti fotografici sul paesaggio contemporaneo lungo e intorno alla Via Emilia, lasciando una totale libertà espressiva che ha permesso l'emergere di preziose implicazioni estetiche, sociali, politiche e culturali. Tra i nomi figurano: Lewis Baltz, Axel Hütte, Stephen Shore, John Davies, Michael Schmidt, John Gossage tra gli stranieri; fotografi italiani divenuti poi tra i nostri maggiori rappresentanti, come Olivo Barbieri, Walter Niedermayr, Paola De Pietri, Francesco Jodice, e altri che sono tuttora tra gli autori emergenti più interessanti, come Andrea Botto e Stefano Graziani.

La conoscenza preliminare della natura e delle caratteristiche della collezione - costituita quasi interamente dalle indagini sul territorio, a cui si aggiungono alcune donazioni e fotografie provenienti da operazioni editoriali curate dall'associazione - ha permesso di strutturare la catalogazione e di pianificare l'organizzazione dei materiali, che comprendono opere video, dittici fotografici, allegati derivanti dall'allestimento delle esposizioni, fotografie in diversi formati ed edizioni.

La catalogazione è stata così eseguita per serie di immagini, partendo dall'assunto che, sebbene le fotografie abbiano ciascuna un valore autonomo, è nell'unitarietà della sequenza, nell'interezza del lavoro compiuto dal fotografo che si coglie il senso dell'opera. Alcune serie di immagini fanno poi parte di un'ulteriore serie superiore: è il caso dei progetti di ricerca Via Emilia. Fotografie luoghi e non luoghi 1 e 2, e Linea veloce Bologna-Milano, in cui più fotografi sono stati invitati a realizzare una serie di opere in modo da offrire una visione complessa e articolata del tema. In fase di creazione dei soggetti - anch'essi applicati alle serie di immagini - sono state affrontate le problematiche sollevate dalla particolarità del contenuto delle fotografie, in cui all'aspetto documentario si sovrappongono, giungendo talvolta a obliterarlo, gli esiti della ricerca linguistica ed espressiva messa in atto dagli autori. L'intera collezione è stata digitalizzata - parte dall'Associazione stessa, parte da Zeno Orlandi e Andrea Scardova (Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna) - e riversata nel catalogo on line Imago, dove per ogni scheda di serie (ovvero per ogni singolo progetto fotografico) è possibile visualizzare, in uno sguardo d'insieme, l'intera sequenza delle immagini.

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