Rivista "IBC" XIX, 2011, 2
didattica, pubblicazioni
Per avere un panorama esaustivo di quello che l'Europa pensa, organizza e produce riguardo ai giovani e alle politiche culturali che a loro si riferiscono, è utile leggere il testo curato da Cristina Da Milano, Ilaria Del Gaudio, Martina De Luca, Giulia Franchi e Valentina Galloni. Il libro, I giovani e i musei d'arte contemporanea, oltre a riportare l'esperienza del progetto "European Museum Education and young people: a critical enquiry", fornisce un'inedita visione e un'attenta riflessione sul rapporto tra i giovani (dai 13 ai 30 anni) e la cultura, in Italia e in Europa. Il progetto europeo aveva l'obiettivo di valorizzare le esperienze internazionali più significative legate all'arte, ai musei di arte contemporanea e ai giovani a partire dai 16 anni, condividendo le buone pratiche attuate in differenti istituzioni e contesti.
Il museo diventa lo spazio privilegiato per una formazione che non si basa esclusivamente sull'apprendimento scolastico ma su un sistema formativo integrato che trova nuove energie in altre agenzie territoriali; da luogo contenitore di opere e manufatti si è ormai trasformato in un ambiente idoneo a favorire un apprendimento lungo tutto l'arco della vita. A un'attenzione rivolta per anni alla conservazione, si aggiunge, come nuovo oggetto di studio, proprio il pubblico, e si apre dunque un inevitabile confronto tra l'esposizione degli oggetti e un loro adeguato uso ai fini educativi. L'educazione al museo diventa quindi un'occasione per apprendere e acquisire contenuti, ma anche un percorso per conoscere sé stessi, confrontarsi con la propria identità e ricercare il proprio senso di appartenenza. Un'esperienza utile ad affrontare i cambiamenti culturali e le diverse modalità di coesistenza all'interno del contesto sociale.
Proprio da questa visione prende avvio un'indagine sulle varie esperienze europee che evidenziano aspetti comuni riguardo alla necessità che l'accesso alla cultura divenga una priorità fondamentale all'interno delle politiche culturali giovanili. Grazie al sostegno ad azioni di cooperazione e di partenariato in ambito educativo, culturale e sociale, sono state favorite nuove strategie per ridurre gli ostacoli che impediscono l'accesso dei giovani alla cultura. L'impegno dell'Unione Europea in questo settore è espresso da una serie di programmi e progetti che intendono fornire ai giovani un ruolo di partecipazione attiva e creativa, stimolando il loro ingresso nella società e sostenendo la crescita di cittadini autonomi e consapevoli.
La ricerca presentata dal volume mette in luce alcuni elementi che caratterizzano il successo delle azioni di questo tipo, definendo alcune priorità, come gli strumenti per favorire l'accesso alla cultura da un punto di vista economico, l'apertura delle istituzioni culturali alla creatività giovanile, l'uso delle nuove tecnologie, il coinvolgimento di giovani provenienti da situazioni sociali economiche e culturali differenti, il sostegno alle forme e alle espressioni artistico-culturali di tipo interdisciplinare, l'utilizzo di un approccio non formale all'educazione artistica.
Il progetto "enquire", realizzato in Gran Bretagna, è un esempio di come un lavoro in partnership può potenziare le attività educative condotte nei musei e nelle gallerie d'arte contemporanea, favorendo l'apprendimento permanente come un processo creativo e sociale. Per questo motivo sono state sviluppate attività sul territorio che prevedono la collaborazione di enti culturali e artisti, sottolineando l'idea che i musei, in particolare quelli di arte contemporanea, sono i luoghi adatti a coinvolgere i giovani e a sviluppare competenze, aiutandoli a comprendere il contesto culturale e sociale in cui vivono. Per fare questo, però, è necessario che i musei si preoccupino di avvicinare i nuovi fruitori utilizzando modi e linguaggi adeguati a facilitare un dialogo e un'interazione costanti, senza trascurare tutti coloro che si trovano in una situazione di emarginazione reale o potenziale, aprendo le porte a un pubblico più ampio e diversificato, verso un sapere democratico. "Al museo" - scriveva Adalgisa Lugli - "si chiede di diventare uno spazio accessibile alla città, utilizzabile in qualsiasi momento, una sorta di atelier di artista collettivo".
Gli autori, come ultima analisi, presentano la prospettiva italiana, con le proposte educative rivolte ai giovani dai musei; è interessante il dato da cui emerge come i più sensibili al tema dell'educazione siano i musei di arte contemporanea, sicuramente incoraggiati dalla difficoltà di comprensione dei linguaggi proposti e dalla maggiore flessibilità nel reclutamento di nuove figure di educatori museali. Il tramite privilegiato tra i giovani e i musei risulta essere ancora la scuola, anche se possiamo parlare di un rapporto tuttora sporadico, volto principalmente a utilizzare l'istituzione museale come un luogo dove approfondire gli argomenti svolti in classe. Le iniziative per i giovani al di fuori dei contesti scolastici sono limitate ed episodiche, quindi incapaci di generare ricadute positive a lungo termine. Tuttavia, anche nel nostro Paese, si stanno sperimentando nuove modalità di approccio al mondo giovanile, così come testimonia l'ampia ricognizione sui progetti realizzati dai musei di arte contemporanea sul territorio nazionale. Quest'ultima indagine completa l'esauriente e ricca pubblicazione, permettendoci di trarre dei confronti utili per riflettere su quanto è stato fatto e sul percorso da intraprendere.
I giovani e i musei d'arte contemporanea, a cura di C. Da Milano, I. Del Gaudio, M. De Luca, G. Franchi, V. Galloni, Ferrara, EDISAI, 2011, 120 pagine, 20,00 euro.
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