Rivista "IBC" XVIII, 2010, 4

biblioteche e archivi / convegni e seminari, storie e personaggi

"Giovanni Ellero. Tricesimo 1910-1942. Un funzionario nell'Impero d'Africa italiana tra amministrazione coloniale e studi etiopistici", Centro internazionale sul plurilinguismo dell'Università di Udine, 29 ottobre 2010.
L'Africa secondo Ellero

Stefano Pezzoli
[IBC]

Il 29 ottobre 2010, presso il Centro internazionale sul plurilinguismo, struttura speciale dell'Università di Udine, si è svolto un seminario per ricordare il centenario di Giovanni Ellero, funzionario nell'Impero d'Africa italiana e al tempo stesso acuto praticante di studi etiopistici. L'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) ha collaborato alla preparazione dell'iniziativa in quanto tutte le fonti documentarie relative a Ellero sono custodite presso istituzioni culturali bolognesi: quelle dei suoi testi e appunti scientifici nell'archivio del Dipartimento di discipline storiche geografiche e antropologiche dell'Università; quelle personali, principalmente lettere e fotografie, tra i fondi speciali della Biblioteca comunale dell'Archiginnasio.

Nato a Tricesimo (Udine) il 17 luglio 1910, Giovanni Ellero si laureò in Giurisprudenza a Bologna nel 1931, in Scienze politiche e sindacali a Ferrara nel 1933, e in Filosofia, di nuovo a Bologna, nel 1935. Qui, nello studio del civilista Enrico Redenti, conobbe Pia Maria Pezzoli, che sposò nel 1936, anno in cui, vinto un concorso da funzionario di governo, partì con la moglie per l'Eritrea. In varie sedi, come "residente", svolse compiti civili, militari e di amministrazione della giustizia. Come studioso ebbe modo di collaborare alla "Rassegna di studi etiopici" e al "Bollettino della R. Società Geografica Italiana". Prigioniero degli inglesi, perì il 28 novembre del 1942, durante il trasferimento nell'Africa del Sud.

In seguito alla donazione del suo lascito documentario da parte degli eredi di Pia Pezzoli, si sono sviluppati diversi studi etnologici su Etiopia ed Eritrea e un approfondimento sull'esperienza coloniale della borghesia colta del nostro Paese: il volume, curato da Giovanni Dore, è stato pubblicato nel 2004 nella collana IBC "Emilia-Romagna Biblioteche Archivi" della Soprintendenza per i beni librari e documentari (Scritture di colonia. Lettere di Pia Maria Pezzoli dall'Africa orientale a Bologna. 1936-1943).

Il seminario è stato aperto da Roberta Altin, antropologa dell'Università di Udine, che ha richiamato l'esigenza di una ridiscussione dello sguardo coloniale, in modo da comprendere anche gli occhi di chi, come Ellero, aveva mediato fra occupanti e popolazioni locali, e quindi reinterpretare una memoria collettiva che è insieme di europei e indigeni: la prassi conoscitiva di Ellero permette infatti di analizzare la storicità dell'Africa, di smontare le rappresentazioni stereotipate, di ridiscutere i rapporti e le connessioni anche per affrontare il neorazzismo odierno. Valeria Isacchini - autrice del libro L'onda gridava forte, sull'affondamento del bastimento Nova Scotia nell'Oceano Indiano, in cui lo studioso scomparve - ha evidenziato come, prima della Convenzione di Ginevra del 1949, non vi fossero regole precise per gli internati civili nei campi di prigionia e ha ricostruito la vicenda di chi, come lui, resistente agli inglesi, fu deportato.

Giovanni Dore ha parlato della pluralità delle memorie coloniali e della molteplicità degli archivi, da cui a volte affiorano inaspettati depositi privati. Di Ellero ha ricordato i contatti scientifici col noto antropologo Carlo Conti Rossini, un incontro col celebre etnologo dell'Africa Frederick Nadel, e una sorprendente testimonianza, recentemente raccolta dalla memoria di un indigeno, a proposito di un pozzo che il funzionario friulano aveva fatto scavare. Attraverso la proiezione di immagini autoprodotte in colonia, mezzo di autorappresentazione del ruolo, di comunicazione dell'ambiente e pratica del turismo esotico, Dore ha ricordato l'ampiezza delle funzioni e il raggio d'azione del funzionario sul territorio, trattando anche del ruolo degli intermediari, snodo fra potere locale e potere coloniale: in un ambito in cui era fondamentale tradurre e interpretare, Ellero, caso raro fra gli italiani, si pose il problema di apprendere la lingua locale.

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