Rivista "IBC" XVIII, 2010, 4
biblioteche e archivi / convegni e seminari, media
"E-Book. Il futuro del libro, il futuro degli scrittori": l'idea di organizzare un convegno con questo titolo alla Biblioteca comunale di Misano Adriatico è nata da alcune domande. Cosa accadrà di biblioteche e librerie quando il libro si sarà smaterializzato? Quale sarà il nuovo ruolo delle case editrici? L'e-book permetterà ai grandi nomi della carta stampata di diventare ancora più grandi? O avvantaggerà le case editrici piccole e indipendenti? Quale sarà il ruolo degli scrittori, in questo nuovo paesaggio? L'appuntamento, organizzato dalla Biblioteca e dalla scuola di scrittura creativa Rablè di Santarcangelo di Romagna, si è svolto il 12 settembre 2010.
A rispondere a queste domande sono state invitate cinque persone: Antonella Agnoli, autrice del libro Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà per Laterza; il critico letterario Andrea Cortellessa; Francesco Cataluccio, autore del volumetto Che fine faranno i libri? edito da Nottetempo; Giuseppe Granieri, esperto di comunicazione e culture digitali; e Giacomo D'Angelo, direttore tecnico di Simplicissimus, una delle prime aziende in Italia a importare gli e-reader, il quale ha spiegato con molta chiarezza i problemi tecnici che accompagnano la nascita degli e-book.
Per Francesco Cataluccio, l'e-book non decreterà la morte del libro. Del libro cambia il mezzo. I film, del resto, sono sempre film, che li si veda sullo schermo di un cinema, di un televisore o di un computer. Cambia la fruizione, non la loro natura: l'e-book consente di portare con sé alcune centinaia di volumi, anche introvabili, e allo stesso tempo di scandagliarli per cercare alcune costanti (per esempio delle parole-chiave). Uno strumento di lavoro e di ricerca, non solo un mezzo per ridurre lo spazio e il peso dei tomi: l'e-book contribuirà ad allargare le basi materiali della cultura e consentirà a ciascuno di mettere in linea i propri libri. Così i testi prodotti cresceranno in maniera esponenziale e questo contribuirà alla nascita di nuove figure professionali che ci aiuteranno a orientarci in questo oceano di parole.
Secondo Antonella Agnoli, l'e-book ridisegnerà la funzione delle biblioteche di consumo. Quelle di conservazione continueranno a funzionare grosso modo come oggi. Muteranno le biblioteche di consumo, invece, perché i contenuti culturali passeranno sempre di più sul web. Sono queste a correre già oggi i maggiori pericoli, perché in Italia si legge poco e non si fa nulla per abbattere le barriere sociali e culturali che tengono lontane le persone dalle biblioteche. Non solo si salveranno, ma vedranno riqualificare il loro ruolo se diventeranno il luogo in cui i cittadini, soprattutto i più svantaggiati, troveranno persone capaci di aiutarli a orientarsi nell'oceano del sapere. I bibliotecari, sostiene Antonella Agnoli, hanno di fronte anni fantastici, se sapranno diventare mediatori di informazione. L'Italia è uno dei paesi occidentali in cui è più bassa la fruizione del web. Sarebbe importante che i bibliotecari si dessero come scopo quello di aiutare le persone a prendere confidenza con Internet.
A detta di Andrea Cortellessa, la comparsa dell'e-book è un evento spesso avvolto da un entusiasmo che richiederebbe maggiore cautela. L'e-reader consentirà, si dice, di sottrarsi alla tagliola della distribuzione che ha trasformato le librerie in supermercati, dove i libri di qualità restano schiacciati sotto il peso di bestseller commerciali. E poi: non ci saranno più libri introvabili. Insomma, gli entusiasti sostengono che il web è per sua natura democratico e consente di ritirare la delega ai critici letterari, ai distributori, agli editori e ai librai. Senza voler negare i vantaggi del web, è giusto però fare alcune osservazioni.
Cataluccio sostiene che l'e-book favorirà il nascere di figure professionali che ci aiuteranno a orientarci nell'oceano dei libri: ma siamo sicuri che saranno incarnate da uomini e non da robot governati da un algoritmo? Come funziona oggi Google? Digiti un argomento e lui ti propone una lista di testi scelti non in base alla qualità, ma in base a un principio quantitativo. Il rischio è che la quantità diventi sempre di più il principio che regola ogni scala di valori. Ma, in questo caso, di democrazia c'è solo la forma, non la sua sostanza. Alla fine degli anni Settanta sono apparse radio e televisioni che hanno distrutto il monopolio RAI, e non a caso si chiamavano libere. Quanto è durata la loro libertà? Meno di un decennio, poi sono state riportate sotto controllo e sono diventate private e commerciali. Ancora: siamo sicuri che l'e-book sia semplicemente un libro che si affida a un diverso supporto? Il timore è che chi legge Dan Brown lo faccia come si guarda uno spettacolo televisivo: si legge e si getta, in una fruizione passiva. Ciò che spaventa Cortellessa è l'idea che un libro diventi una sorta di spettacolo e che tutto si appiattisca, come nei palinsesti TV, su un eterno presente.
Per Giuseppe Granieri è indubbio che la rete, concedendo a tutti la possibilità di accedere a un sistema da cui è possibile attingere e diffondere testi, sia destinata ad ampliare le basi della democrazia. Ma a entrare in crisi è il concetto di qualità che abbiamo ereditato dal secolo scorso. La carta stampata era costosa e aveva grossi limiti fisici: un giornale non poteva recensire tutti i libri pubblicati e un editore non poteva pubblicare tutti i libri che voleva, se non era sicuro di poterne ricavare un utile. Ne sceglieva alcuni, selezionandoli secondo il concetto di qualità. Oggi nessuno controlla o governa Internet, che pure è diventato il sistema nervoso della nostra civiltà, proprio perché tutti possono immettervi ciò che vogliono, e il vecchio principio di qualità tende a essere sostituito con quello di pertinenza, che permette a un'opera di entrare in contatto con chi ne è interessato.
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