Rivista "IBC" XVIII, 2010, 3
biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni
È il 1999 l'anno in cui inizia la collaborazione tra l'Ufficio biblioteche della Provincia di Ferrara (www.provincia.fe.it/sito?nav=88) e la sede locale dell'UDI, l'Unione donne in Italia (unionedonne.altervista.org). L'obiettivo era valorizzare la Biblioteca e l'Archivio dell'associazione, già convenzionati con l'Istituto per beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) perché dichiarati di notevole interesse storico. In quell'anno viene stipulata la prima convenzione triennale tra UDI e Provincia di Ferrara, che prevede l'erogazione di un contributo annuale mirato a valorizzare ulteriormente il patrimonio documentario posseduto nella Biblioteca e nell'Archivio, integrandolo nel contesto degli altri servizi bibliotecari del territorio provinciale.
È cominciata così la nostra collaborazione fattiva, con l'intento comune di divulgare il patrimonio documentario conservato dall'UDI, assicurando la più ampia accessibilità e fruizione dei fondi. Ciò che è stato realizzato sia dal punto di vista gestionale, con l'adozione del programma Sebina (come per le altre biblioteche della rete provinciale), sia con l'adesione al servizio "Interlibro" per il prestito interbibliotecario. La convenzione è stata successivamente rinnovata ogni tre anni, ed è ancora in essere.
Gli incontri tra le bibliotecarie dell'UDI e il personale del Centro di catalogazione provinciale sono continuati in questi anni, e non solo per risolvere problemi catalografici, gestionali e di collocazione del materiale, ma anche per la partecipazione ai corsi di formazione annuale che vengono organizzati dall'amministrazione provinciale. Nel 2005 la Provincia entra a far parte del Polo bibliotecario unificato ferrarese, in prima battuta con la rete delle biblioteche comunali del territorio, e poi, negli anni successivi, con le biblioteche convenzionate. La Biblioteca dell'UDI è entrata in Polo nel 2006, mettendo così a disposizione un patrimonio di documenti altamente specializzato, catalogato e fruibile (opac.unife.it/SebinaOpac/Opac).
[Lidia Bonini]
L'ingresso nel Polo bibliotecario unificato è stato un passaggio fondamentale per la Biblioteca dell'UDI di Ferrara (associazioni.comune.fe.it/index.phtml?id=1600). Sulla base di una prima inventariazione cartacea svolta da Chiara Frison, dalla fine del 2006 Valentina Sonzini ha eseguito la catalogazione in Polo del posseduto a tutto il 2007. La peculiarità della Biblioteca va messa in relazione con la crescita e la valorizzazione dell'Archivio storico dell'UDI ferrarese (associazioni.comune.fe.it/index.phtml?id=1025): in questo felice connubio sta il tratto più caratterizzante della sua storia e delle sue potenzialità per il futuro.
I libri venivano originariamente raccolti per motivi "pratici", ossia per approfondire, insieme con la documentazione cartacea, le tematiche di cui l'UDI si occupava nelle sue campagne politiche. Dagli anni Ottanta, quando l'Archivio viene aperto alla consultazione pubblica, inizia un impegno sistematico per arricchire il patrimonio librario come indispensabile strumento di ricerca a corredo della documentazione.
Le edizioni più "antiche", ma anche meno numerose, risalgono agli anni Cinquanta e Sessanta; sono molto più consistenti quelle dei due decenni successivi, ma a prevalere sono quelle datate dagli anni Novanta ai giorni nostri. Attraverso scambi (con istituzioni, enti, altre associazioni e biblioteche), donazioni e acquisti mirati, si è sedimentato a tutt'oggi un patrimonio di circa 3000 volumi, più una quarantina di tesi di laurea: patrimonio attraverso il quale è possibile indagare il genere femminile nei suoi aspetti sociali, giuridici, storici, politici e culturali, spaziando dai diritti alla politica, dalla salute alla scuola, dalla violenza al lavoro e alla maternità, dalla pace all'arte, al femminismo, alla storia.
Si tratta, perciò, di una collezione non particolarmente vasta dal punto di vista numerico, ma altamente specializzata. Prova ne sia la quantità crescente di richieste di prestito interbibliotecario o di document delivery provenienti non solo dall'interno del Polo ferrarese, ma anche da utenti esterni, che spesso trovano qui l'unico esemplare presente nel catalogo nazionale. Specializzazione, dunque, ma anche forte specificità, in quanto la formazione della biblioteca ha a che fare con la storia e le relazioni che nell'UDI si sono intrecciate. Ogni singolo libro rimanda a occasioni e legami concreti, e si colloca in un complesso percorso culturale collettivo. La collaborazione a un convegno, la consultazione di documenti e libri per una ricerca o una tesi, l'emergere di nuove tematiche nell'agenda politica: per queste ragioni l'UDI acquista, scambia o accoglie libri.
Ed è in particolare nelle donazioni che l'aspetto della relazione emerge con più evidenza. Donne che hanno militato nell'associazione, o che l'hanno comunque "attraversata", spesso donano all'UDI i propri volumi, per renderli disponibili a un pubblico più vasto e avere la garanzia di una corretta conservazione. È il caso del fondo "Anna Bosi", una delle prime presidenti dell'UDI ferrarese nel dopoguerra, donato dalla famiglia dopo la sua morte. Costituito da classici sulla "questione femminile" degli anni Cinquanta e Sessanta e da volumi di storia e narrativa, offre uno spaccato della formazione culturale e politica delle attiviste dell'epoca.
È il caso, ancora, della donazione di Maria Grazia Lonzi, attivista dagli anni Settanta e ora responsabile di un progetto gestito dal Centro Donna Giustizia, associazione "figlia" dell'UDI. Il fondo è composto da saggi di autrici femministe e monografie sulla sessualità degli anni Settanta, ora quasi introvabili. Ma è il caso anche di singoli volumi arrivati a Ferrara da un capo all'altro d'Italia per quei legami tra donne cresciuti nella comune appartenenza al "movimento". Con particolare orgoglio si ricorda una copia di Il mondo è adolescente di Sibilla Aleramo, con una sua dedica autografa.1 Non è forse inutile segnalare che agli scritti della stessa Aleramo apparsi su "Noi donne" l'UDI di Ferrara, in occasione del proprio Sessantesimo, ha dedicato il suo tredicesimo "Quaderno".2
Ritorniamo dunque al felice connubio tra Archivio e Biblioteca di cui si diceva in principio, una sorta di circolo virtuoso che permette l'arricchimento reciproco, come dimostrano le numerose attività di valorizzazione del patrimonio culturale: pubblicazioni, ricerche, presentazioni di libri, mostre e convegni. Un circolo virtuoso che solo avvalendosi di altre due componenti riesce a essere efficace nel tempo e a realizzare la diffusione della cultura di genere: l'impegno costante a incrementare entrambe le raccolte e il dialogo con soggetti esterni per renderle fruibili e farle conoscere. Se sul primo versante si lavora con l'attenzione e la sensibilità del gruppo interno preposto alla gestione di archivio e biblioteca, pronto a cogliere gli stimoli del panorama culturale e l'interesse delle donne che frequentano l'UDI su varie tematiche, sul secondo è stato, ed è tuttora, fondamentale il rapporto con le istituzioni locali. La consultazione pubblica è sostenuta infatti da convenzioni con il Comune e la Provincia di Ferrara e, attraverso la Rete regionale degli Archivi dell'UDI, con l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna.
[Micaela Gavioli]
La Biblioteca dell'UDI di Ferrara si è sedimentata negli anni grazie all'attenzione delle donne che hanno conservato negli anni le loro produzioni editoriali, agli acquisti mirati e alle donazioni. La raccolta si colloca nel privilegiato contesto della sede dell'associazione, che è anche archivio, punto d'incontro, spazio partecipato e vissuto sotto sfaccettature diverse e, a volte, con connotazioni in parte differenti, ma sempre riferite alla dimensione femminile.
La biblioteca è un contenitore in grado di accogliere e accostare universi che la completano e le conferiscono ulteriore significato, rendendola un riferimento costante e, insieme, un punto di partenza. Proprio per questo, intorno a essa, ruota quello che potremmo chiamare un autentico capitale sociale: il patrimonio culturale condiviso, basato sulla solidarietà fra soggetti sconosciuti (in questo caso fra donne) e capace di favorire l'accesso alla conoscenza, un modo comune di intendere e di vivere le cose, una condivisione dei processi di partecipazione civile.
Possiamo così cogliere l'importanza che gioca, in questo universo di scambio, una biblioteca come questa per le donne che negli anni l'hanno vista crescere, arricchirsi, e partecipare infine al polo del sistema bibliotecario provinciale. Il coinvolgimento delle istituzioni ha favorito l'entrata in circolo del sistema di conoscenze dell'UDI di Ferrara, garantendo quella visibilità che, nel piccolo della Casa delle donne, la biblioteca non avrebbe potuto avere.
Il lavoro di risistemazione e di catalogazione del materiale si è basato sul recupero di descrizioni già preesistenti nel sistema bibliotecario provinciale. Accanto agli esemplari recuperati in linea, però, in molti casi si è dovuto procedere al recupero dell'informazione direttamente dal catalogo on-line del Servizio bibliotecario nazionale e a una catalogazione ex novo per gran parte dei documenti. Da ciò, in primo luogo, si rileva che la Biblioteca dell'UDI di Ferrara possiede anche pubblicazioni che non erano mai state catalogate su tutto il territorio italiano, e che sono infine presenti e consultabili presso l'UDI di Ferrara; in seconda istanza si deduce che la Biblioteca possiede anche edizioni non presenti in nessun'altra struttura del Polo bibliotecario provinciale.
Entrando a far parte di un sistema bibliotecario partecipato, insomma, la Biblioteca dell'UDI di Ferrara ha riconfermato che spesso piccoli giacimenti culturali nascondono tesori e, con il suo materiale particolare, costituito in buona parte da letteratura grigia prodotta nei decenni dalla sede locale, ha contribuito sensibilmente ad accrescere la disponibilità di documenti sulla storia delle donne e dell'associazionismo femminile italiano, non solo nella provincia ferrarese, ma su tutto il territorio nazionale.
Avere reso fruibili le collezioni di una biblioteca come quella dell'UDI - che è molto più di una raccolta libraria, ma un vero e proprio laboratorio del pensiero - qui a Ferrara ha incrementato il peso specifico culturale della cittadinanza, che dal 2008 può accedere a questi spazi e a questi materiali, entrando al contempo in contatto con l'attività dell'UDI e del Centro Donna Giustizia. Aiutare a capire come ci si muove in questo universo di donne militanti è anche una delle funzioni della Biblioteca. Essa, infatti, non è solo uno spazio dove si scambiano dati e documenti, ma una dimensione in cui l'informazione viene trasmessa come elemento di formazione, un luogo di passaggio di conoscenze elaborate e filtrate dall'esperienza di un gruppo di donne che macina da anni tematiche femminili.
La Biblioteca dell'UDI è un ottimo strumento per conoscere la Ferrara del secondo dopoguerra e la storia delle donne dalla Liberazione al '68, fino alle lotte che anche qui, come in tutta Italia, stiamo ancora portando avanti. Non è solo puntando gli occhi sulla nostra città, però, che si può cogliere la peculiarità di questa biblioteca: converrà piuttosto pensare a quell'universo di energie e curiosità che è desideroso, per non dire smanioso, di ritrovare luoghi simili, analoga partecipazione e un contesto altrettanto ricco.
[Valentina Sonzini]
Note
(1) S. Aleramo, Il mondo è adolescente, Milano, Milano-Sera, 1949. La dedica, datata 1952, recita: "Alle donne dell'UDI di Ferrara, brave e care, il mio augurio fervido, e il mio grato ricordo".
(2) S. Aleramo, Scritti militanti. "Noi donne" 1949-1957, Ferrara, Cartografica, 2005 ("Quaderno" dell'Archivio Storico dell'UDI di Ferrara, 13). Il volume è stato realizzato da Federica Scagliarini consultando il periodico, di cui l'archivio ferrarese conserva una delle raccolte più complete.
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