Rivista "IBC" XVIII, 2010, 2

musei e beni culturali / pubblicazioni

Cavalieri etruschi dalle valli al Po. Tra Reno e Panaro, la valle del Samoggia nell'VIII e VII secolo a.C., a cura di R. Burgio, S. Campagnari e L. Malnati, Bologna, Edizioni Aspasia, 2010.
Cavalieri etruschi dalle valli al Po

Carla Conti
[Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna]

Come nasce l'eccellenza del cavaliere? Da dove viene il primato di un termine che ancora oggi è sinonimo di prestigio e potere? Perché agli inizi del IX secolo prima di Cristo comincia ad affermarsi un'aristocrazia che potremmo definire "equestre", un ceto gentilizio che usa il cavallo non solo per spostarsi, o in battaglia, ma come vero e proprio status symbol e icona di distinzione sociale? È intorno a questo tema affascinante che si dipana il volume Cavalieri etruschi dalle valli al Po. Tra Reno e Panaro, la valle del Samoggia nell'VIII e VII secolo a.C., catalogo dell'omonima mostra allestita alla Rocca dei Bentivoglio di Bazzano (Bologna) fino al 5 aprile 2010.

Negli ultimi anni l'area a ovest di Felsina-Bologna è stata al centro dell'interesse degli archeologi: nuove e proficue campagne di scavo, affiancate da studi e ricerche, hanno profondamente cambiato il quadro delle conoscenze di questo territorio in età preromana. Il volume è la summa di questi studi. Curato da Rita Burgio, Sara Campagnari e Luigi Malnati, si avvale dei contributi di importanti archeologi e illustra tutti gli ultimi e più importanti lavori dedicati a quest'area. L'opera passa in rassegna tutte le testimonianze relative al cavallo rinvenute nelle valli del Reno, Samoggia e Panaro, offrendo uno spaccato di questo territorio tra l'VIII e il VII secolo avanti Cristo, periodo riferibile alla cultura villanoviana che si sviluppa nell'Emilia centro-orientale e nell'Etruria tirrenica a partire dal IX secolo avanti Cristo e che prende il nome da Villanova di Castenaso, la località bolognese dove nell'Ottocento furono effettuate le prime importanti scoperte.

La documentazione archeologica dei secoli formativi della civiltà etrusca e del periodo orientalizzante nella valle del Samoggia e nel territorio circostante è valorizzata dall'analisi del rapporto tra élite aristocratica e cavalleria (intesa come distinzione di rango), particolarmente significativa per questi territori. La collaborazione tra le soprintendenze dell'Emilia-Romagna e della Toscana e i musei civici di Bazzano, Bologna, Modena, Castelfranco Emilia, San Giovanni in Persiceto, Stellata di Bondeno, Artimino e Firenze, dà vita a una panoramica pressoché completa del territorio a ovest di Felsina, illustrando anche i rapporti con il versante opposto dell'Appennino tra l'inizio dell'VIII e l'inizio del VI secolo avanti Cristo. Si tratta di una fase cruciale per la vicenda politica e culturale dell'Etruria padana, che vede da un lato il consolidarsi del ruolo di Bologna capitale, dall'altro il persistere delle caratteristiche di autonomia delle comunità locali, specie negli scambi con l'Etruria settentrionale. La progressiva definizione dei rapporti sociali all'interno della comunità fa emergere personaggi di rango elevato che utilizzano il cavallo per un efficace controllo sul territorio, eternando la propria distinzione anche a livello funerario, con la deposizione simbolica, nei corredi, di elementi di bardatura equina, parti di carro, ceramiche e ornamenti con raffigurazioni di cavalli.


Cavalieri etruschi dalle valli al Po. Tra Reno e Panaro, la valle del Samoggia nell'VIII e VII secolo a.C., a cura di R. Burgio, S. Campagnari e L. Malnati, Bologna, Edizioni Aspasia, 2010, 303 pagine, 25,00 euro.

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