Rivista "IBC" XVIII, 2010, 1

musei e beni culturali / editoriali

Interrogandosi sul proprio ruolo di mediatore in un tempo di svolte e di immigrazioni epocali, il museo assume la multiculturalità come una nuova condizione dell'uomo moderno.
Il museo e l'altro

Ezio Raimondi
[italianista, presidente dell'IBC]

Quando nel 2004 l'Istituto progettò "ETNO. Indagine di rilevamento del patrimonio culturale extraeuropeo in Emilia-Romagna", che si concluse felicemente con la mostra "Lo sguardo altrove", si apriva per noi un capitolo di insospettata ricchezza, tra collezioni e raccolte qualificate spesso da una singolare e avventurosa storia, che ne rappresentava insieme un valore aggiunto. Era come ritrovare una tradizione d'interessi nascosta, un'attenzione molteplice alla prospettiva globale di un mondo lontano, estraneo alla nostra storia occidentale, percepito come un diverso a cui accostarsi studiosamente nello specchio dei suoi "realia". Da qui veniva un invito a continuare, ad approfondire con metodo moderno quell'esperienza parziale; e fu così, come ci spiega ora l'accurato e limpido dossier di questo numero, che d'intesa con altri partner della Comunità si giunse al progetto europeo "Museums tell many stories" e poi a "MAP for ID. Museums as places for intercultural dialogue".

Il 2008 era per l'appunto l'anno celebrativo del dialogo interculturale e il museo, a parte quello specificamente etnologico, si interrogava sul proprio ruolo di mediatore di culture e di messaggi in un tempo di svolte epocali con il flusso costante delle immigrazioni verso il vecchio continente, assumendo il processo inarrestabile della multiculturalità come una nuova condizione dell'uomo moderno, dove differenze e conflitti, attraverso la possibilità di nuovi rapporti umani, si aprivano all'ideale rinnovato, per dirla con un grande filosofo antico, di "coltivare l'umanità". Ciò che era implicito nella vecchia didattica del museo diveniva ora un compito principale, disciplina, vocazione necessaria del futuro.

E poiché siamo in tema di musei e delle loro pratiche formative, ritorniamo più direttamente al nostro Istituto per ricordare che in questi giorni si è presentato al pubblico un repertorio di "qualità" delle istituzioni museali dell'Emilia-Romagna, ossia l'albo in progress dei musei che corrispondono in positivo agli standard funzionali proposti dalla Giunta regionale. Tale qualità - che riguarda organizzazione, servizi, sicurezza, strategie, sperimentazioni, iniziative culturali, apertura a nuovi pubblici - viene ora attestata ufficialmente da un marchio emblematico, frutto a sua volta di un concorso che ha visto la partecipazione sorprendente di settanta giovani grafici. Così, viene da pensare, la riflessione sui compiti di un museo nel presente va di pari passo con la dinamica concreta della vita museale e con la ricerca di nuove forme comunicative. E su questa via il vecchio museo può ritrovare una nuova giovinezza, un paziente e rigoroso entusiasmo che lo rende più che mai attuale tra le tensioni e le incertezze di un tempo, di là dagli splendori mediatici, difficile e severo.

Intanto noi dell'IBC rimpiangiamo la scomparsa prematura di Riccardo Bonavita, che con l'ardore della sua giovinezza e della sua intelligenza era stato al nostro fianco, guida e coscienza critica, nell'affrontare le aspre tematiche del razzismo e dell'antisemitismo: si veda ora Spettri dell'altro. Letteratura e razzismo nell'Italia contemporanea, il suo volume uscito postumo presso il Mulino. Per questo, il dossier MAP for ID è dedicato alla sua memoria.

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