Rivista "IBC" XVII, 2009, 4

biblioteche e archivi / convegni e seminari, progetti e realizzazioni

"Tanti bambini, tante culture, tante letture": il quarto seminario regionale del progetto "Nati per leggere" ha affrontato il tema della migrazione e dei nuovi cittadini appena nati.
Per diventare grandi

Nicoletta Bacco
[Associazione italiana biblioteche - Sezione Emilia-Romagna]

In qualsiasi società, presso qualsiasi popolo, il modo come uomini e donne trattano i loro bambini è una delle cose più significative nella formazione della personalità dell'adulto.

(Margaret Mead)


Il seminario regionale di "Nati per leggere" si è svolto per il quarto anno consecutivo a Bologna presso l'auditorium di una rinnovata Biblioteca Sala Borsa, mettendo a confronto, come sempre, gli attori e i soggetti promotori del progetto: bibliotecari, pediatri, educatori.1 "Tanti bambini, tante culture, tante letture": il filo conduttore proposto nel titolo dell'ormai consueto appuntamento bolognese (organizzato il 23 febbraio 2009 dall'Associazione italiana biblioteche - Sezione Emilia-Romagna con il patrocinio dell'Istituto regionale per i beni culturali) ha individuato nella cultura della diversità uno dei momenti strategici di intervento e di azione.

Il seminario, come sempre, si riproponeva di far incontrare le diverse esperienze in ambito bibliotecario e pediatrico, e di renderle buone pratiche fruibili dai diversi soggetti coinvolti nel progetto. "La crescente presenza di famiglie immigrate all'interno dei servizi educativi e sanitari ci porta ogni giorno di più a confrontarci con atteggiamenti e saperi diversi dai nostri, [...] con differenti modalità di cure parentali, conseguentemente ci invita a interrogarci in qualità di operatori - bibliotecari, pediatri, educatori - sulle nostre pratiche e routine quotidiane e a rivedere i nostri saperi da un nuovo punto di vista".2

Il seminario regionale, svoltosi alla presenza di 120 iscritti, in prevalenza bibliotecari, ha affrontato il tema dell'evidente cambiamento antropologico e culturale al quale ci troviamo quotidianamente di fronte. "Elementi quali: famiglia, cultura, stato socioeconomico, eticità, personalità, sono infatti determinanti per la crescita di ogni piccolo uomo". Anna Faetani, pediatra del Dipartimento delle cure primarie dell'Azienda unità sanitaria locale di Cesena, ha introdotto il tema dell'etnopediatria proprio per mostrare come essa rappresenti un "valido strumento per aiutare gli operatori a comprendere meglio i saperi degli altri, e rispettarli, confrontarli con i propri, valutarli da un punto di vista scientifico ed eventualmente riproporli, così filtrati, a tutta la popolazione". Il termine etnopediatria, coniato già negli anni Sessanta, rappresenta un diverso approccio all'infanzia, che ha l'obiettivo di "studiare i differenti modelli di cure parentali per valutare l'effetto sulla salute globale del bambino in una prospettiva evoluzionistica e transculturale. Un lavoro congiunto, dunque, di antropologi, pediatri e psicologi che cercano di capire in che modo la cultura modifichi lo stile di cure rivolte ai bambini".3

Utilizzando i dati pubblicati dal Dossier Caritas Migrantes del 2008, Faetani ha sottolineato come i flussi migratori verso l'Italia, rilevati nell'ultimo decennio, siano tra i più alti registrati nella storia del nostro Paese.4 "Nati per leggere" non può e non deve trascurare questo aspetto: il progetto, infatti, "va oltre i suoi obiettivi espliciti, i campi di azione e le professionalità dei proponenti: è un'opera di promozione sociale e culturale a vasto raggio, e prefigura, accanto a iniziative e movimenti di opinione, una possibile rivoluzione silenziosa e trasversale nel costume".5 Non è un caso che nel corso del 2009 il Centro per la salute del Bambino, partner nel progetto dal 1999 con l'Associazione italiana biblioteche e l'Associazione culturale pediatri, abbia prodotto un nuovo dépliant informativo rivolto ai genitori in dieci diverse lingue: albanese, arabo, cinese, croato, francese, inglese, romeno, serbo, spagnolo e russo, disponibile per tutte le biblioteche e i pediatri che vogliano distribuire il materiale attraverso i progetti locali.

Come risulta dall'analisi di Faetani, gli immigrati contribuiscono al prodotto interno lordo italiano per il 9%, sono quindi produttori di ricchezza e, stando ai dati forniti anche dall'Istituto italiano di statistica, non è più immaginabile che il fenomeno migratorio si arresti; al contrario esso assume una dimensione stabile e strutturale, con cui tutta la nostra organizzazione sociale e culturale deve fare i conti. "Occorre un cambiamento di mentalità che ci permetta di superare la preoccupazione per un futuro che cambia e l'aprioristica avversione per le diversità";6 in questo senso il progetto "Nati per leggere" e le azioni messe in campo diventano uno straordinario strumento affinché i bambini stranieri possano essere dei costruttori di ponti tra sponde diverse, occasioni di contatto tra culture differenti, agenti del mutamento sociale. L'invito di Anna Faetani è quello di aprirsi, nei diversi progetti locali di "Nati per leggere", alla figura del mediatore culturale, deputato alla facilitazione delle comunicazioni in tutti i campi e in grado di gestire le aspettative di entrambi gli interlocutori.

Anche l'intervento dell'esperto in letteratura per ragazzi Gigi Paladin, già presente in passato al seminario bolognese, bene si inserisce in questa ricerca di un messaggio culturale adatto al cambiamento in atto. Il suo contributo sull'iconografia del diverso nei libri per ragazzi ha fornito uno spaccato analitico e prezioso dell'Italia, e non solo. La bibliografia offerta in questo senso ai bibliotecari costituisce un ottimo punto di partenza per dotare le collezioni delle biblioteche di libri illustrati di qualità e rispettosi delle diversità. Paladin ha evidenziato come le nostre biblioteche siano ancora troppo legate al "prestare attenzione" alle diversità e poco preparate a valorizzarle. Il manifesto UNESCO sulle biblioteche pubbliche è molto chiaro a questo proposito e invita le biblioteche a essere luoghi in cui le diversità vengono protette, rispettate, valorizzate.7

Secondo l'International Federation of Library Associations, sostiene Paladin, le biblioteche non dovrebbero essere solo "salotti della comunità" ma luoghi in cui il dialogo interculturale trova spazio ed è incoraggiato. I bibliotecari, e in modo particolare i bibliotecari per ragazzi, devono accrescere la loro sensibilità e competenza proprio nella scelta dei libri, e in particolare del libro illustrato, che forse, a parere di Paladin, è il miglior veicolo per trasmettere e rispettare le diverse culture. L'esperto ha poi evidenziato, attraverso una ricca carrellata di libri e illustrazioni, quali sono le opere che non dovrebbero mancare nelle sezioni ragazzi di ogni biblioteca fornendone un sintetico elenco per categorie:

· opere che trattano la diversità come tema centrale;

· opere che inseriscono la diversità nella quotidianità;

· opere tradotte direttamente da culture lontane;

· opere in lingua originale che rispecchiano la cultura che le ha generate;

· opere di confine;

· opere per diversamente abili.

Particolarmente interessante lo spunto offerto dall'intervento di Paladin sull'importanza di dotare le collezioni delle biblioteche per ragazzi di alfabetieri, considerati "i libri più culturali che un popolo possa produrre",8 perché rispecchiano esattamente quello che la cultura di quel luogo offre e non possono essere tradotti. La cura che la biblioteca deve rivolgere alle proprie collezioni per ragazzi, una cura difficile e allo stesso tempo indispensabile, passa dunque anche attraverso la valutazione sulla "leggibilità" di un libro dedicato ai ragazzi e ai bambini, ed è una responsabilità del bibliotecario.

L'attività di monitoraggio e la condivisione dei dati raccolti dai bibliotecari per ragazzi di tutta la regione per l'anno 2008 hanno costituito, ancora una volta, uno dei momenti centrali del seminario regionale "Nati per leggere". La misurazione è stata particolarmente gravosa per i bibliotecari che hanno redatto nel corso dell'anno due diversi questionari: uno presentato ed elaborato con la collaborazione di Giovanni Solimine a livello nazionale e uno regionale in uso da quattro anni e distribuito ed elaborato a cura del Gruppo regionale "Nati per leggere".

I dati raccolti dall'esame dei questionari pervenuti continuano a mettere in evidenza la sofferenza di alcune realtà provinciali, ma indicano che il progetto è in continua crescita. La provincia di Parma partecipa con 2 soli questionari, mentre quella di Forlì-Cesena, a fronte di 15 sezioni ragazzi documentate dal censimento dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna,9 invia solo 4 questionari. Complessivamente, tuttavia, aumenta il numero dei questionari inviati a livello regionale, che hanno raggiunto quota 167, mentre 92 sono quelli censiti a livello nazionale. Aumenta dunque la sensibilità e la consapevolezza verso la misurazione da parte dei bibliotecari. Dai dati raccolti a livello nazionale, e ora disponibili sul sito nazionale di "Nati per leggere",10 la nostra regione si colloca al secondo posto, dopo la Lombardia, per numero di questionari censiti, e sempre al secondo posto, dopo il Piemonte, per numero di operatori coinvolti nel progetto.

I dati regionali indicano un tendenziale aumento del prestito libri registrato sulla fascia di età oggetto del rilevamento (0-5 anni), in modo particolare nelle aree provinciali di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Piacenza e Rimini. Una segnalazione curiosa, e confortante, arriva dal questionario inviato dalla Biblioteca ragazzi di Cesena, che segnala tra i primi dieci lettori nell'anno 2008, per numero di prestiti, quattro bambini al di sotto dei 5 anni. Mentre si consolidano i dati sulla collaborazione tra bibliotecari e pediatri, e aumentano gli "angoli del libro" presenti negli ambulatori pediatrici, un dato fra tutti, interpretando i dati del questionario regionale, preoccupa: la diminuzione della distribuzione del kit di lettura da parte dei pediatri.

Nel corso della rilevazione del 2006 la distribuzione del kit di lettura era stata sperimentata nell'87% dei progetti locali, mentre la rilevazione del 2008 porta questa percentuale al 68%. Le evidenze scientifiche dimostrano che il dono del libro aumenta l'interesse del bambino per la lettura di tre volte rispetto al bambino che non lo ha ricevuto.11 Non è un caso, dunque, che il dono del libro da parte del pediatra sia sempre stata considerata l'azione per eccellenza del progetto "Nati per leggere". Il dono del libro diventa indispensabile per i figli di genitori in condizioni socioeconomiche svantaggiate e ciò è tanto più rilevante in un Paese come l'Italia, con basse percentuali di alfabetizzazione e con crescenti quote di bambini a rischio sociale.

L'impegno del gruppo regionale di "Nati per leggere" è quello di sollecitare la nostra regione a farsi carico di questo importante messaggio e di inserire entro il 2010 il progetto tra le sue priorità. Come invita a fare anche il documento della commissione dell'Organizzazione mondiale della sanità sui determinanti sociali, che raccomanda ai governi di assicurare per tutti i bambini programmi di qualità nei settori della salute, della nutrizione, del supporto genitoriale e della promozione della lettura.12


Note

(1) Sul sito www.natiperleggere.it tutte le informazioni sul progetto nazionale e sui progetti locali; il prossimo seminario regionale di "Nati per leggere" si terrà a Bologna il 25 febbraio 2010, presso la Biblioteca Sala Borsa Ragazzi (si veda anche: www.bibliotecasalaborsa.it/ragazzi/natiperleggere/). Sul progetto e sulle edizioni precedenti del seminario si vedano: N. Bacco, M. G. Casadei, M. Pellati, Nati per leggere, "IBC", XIV, 2006, 2, pp. 8-10; N. Bacco, Prossimo casello? Leggiamo, "IBC", XV, 2007, 4, pp. 19-22; N. Bacco, La voce del lettore, "IBC", XVI, 2008, 4, pp. 18-19.

(2) E. Balsamo, Bambini immigrati e bisogni insoddisfatti: la via dell'etnopediatria, in La Casa di Tutti i Colori, Mille modi di crescere. Bambini immigrati e modi di cura, Milano, Franco Angeli Edizioni, 2002, pp. 99-161.

(3) Ibidem, p. 100.

(4) Caritas Migrantes, Immigrazione. Dossier statistico 2008. XVIII rapporto, Roma, Edizioni Idos, 2008 (s2ew.caritasitaliana.it/pls/caritasitaliana/v3_s2ew_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=1090).

(5) Dalla relazione non pubblicata di Giorgio Tamburlini al Congresso nazionale dell'Associazione culturale pediatri "I bambini e il dottore", Cesenatico, 8-10 ottobre 2009 (www.acp.it).

(6) Dalla relazione non pubblicata di Anna Faetani al Seminario regionale "Nati per leggere", Bologna, 23 febbraio 2009.

(7) Il Manifesto per le biblioteche pubbliche dell'Organizzazione delle nazioni unite per l'educazione, la scienza e la cultura è consultabile sul sito: www.aib.it/aib/commiss/cnbp/unesco.htm.

(8) Dalla relazione non pubblicata di Gigi Paladin al Seminario regionale "Nati per leggere", Bologna, 23 febbraio 2009.

(9) Per i dati del censimento delle biblioteche di ente pubblico dell'Emilia-Romagna si veda il sito dell'IBC: www.ibc.regione.emilia-romagna.it/wcm/ibc/menu/dx/02biblioteche.htm.

(10) Per il censimento nazionale "Nati per leggere", a cura di Giovanna Malgaroli, si veda il sito: www.natiperleggere.it.

(11) Si vedano in proposito gli studi di "Bookstart", il programma nazionale che provvede alla consegna gratuita di una confezione di libri a ogni bambino del Regno Unito: www.bookstart.org.uk/show/feature/Press-and-research/Bookstart-research.

(12) Si veda il sito: www.who.int/social_determinants/thecommission/en/.

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