Rivista "IBC" XVII, 2009, 3

biblioteche e archivi / convegni e seminari, mostre e rassegne, pubblicazioni

Medici e pazienti nell'antica Roma. Atti del convegno internazionale, Rimini, 12 giugno 2008, a cura di S. De Carolis e V. Pesaresi, Rimini, Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Rimini, 2009.
Dica 'triginta tres'

Valeria Pesaresi
[Biblioteca comunale "Publio Francesco Modesti", Saludecio (Rimini)]

Il 20 giugno 2009, a Rimini, in occasione della XI edizione di "Antico/Presente. Festival del Mondo antico", è stato presentato il volume Medici e pazienti nell'antica Roma, a cura di Stefano De Carolis e di Valeria Pesaresi. Il testo raccoglie gli atti del convegno internazionale di medicina antica tenutosi il 12 giugno 2008, in apertura della precedente edizione del Festival (antico.comune.rimini.it). Il convegno - ideato da Stefano De Carolis (dirigente medico e referente per la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale dell'Azienda unità sanitaria locale di Rimini) e da Marcello Di Bella (direttore della Biblioteca Gambalunga e coordinatore dei Musei comunali di Rimini) - ha ricevuto il patrocinio della Società italiana di storia della medicina e dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna. Suddiviso in due sessioni, ha ospitato importanti archeologi e studiosi di Storia della medicina antica, riuniti per confrontarsi su alcune problematiche ancora irrisolte, connesse con la riminese domus "del chirurgo". Sotto la direzione di Stefano De Carolis, si sono succeduti gli interventi di Jacopo Ortalli, Lorenzo Braccesi, Luciana Rita Angeletti, Stefano De Caro, Valeria Cicala, Mario Vegetti, Danielle Gourevitch e Ralph Jackson.

Il volume si apre con un magistrale articolo introduttivo di Jacopo Ortalli, in cui vengono riassunti i principali argomenti di discussione trattati durante il convegno: il ruolo dei medici e dei guaritori a Roma, la "questione" della scuola medica riminese, l'origine greca del presunto "chirurgo". La prima sezione del libro, Idee e Pratiche, raccoglie quattro saggi di autorevoli studiosi di storia della medicina antica: Luciana Rita Angeletti, Danielle Gourevitch, Ralph Jackson e Mario Vegetti. Attraverso i loro contributi viene definito il ruolo della professione medica a Roma, intesa sia come arte che come scienza. Nell'articolo Alla ricerca dell'eccellenza: la professione medica a Roma, Luciana Rita Angeletti e Valentina Gazzaniga analizzano due casi di alta specializzazione medica al tempo dei Romani, tratti da contesti archeologici: la trapanazione del cranio del bambino di Fidene e la frattura del bambino di Ercolano. Danielle Gourevitch approfondisce il delicato rapporto tra il medico e il pater familias nella cura dei figli malati (Il bambino malato tra padre e medico: tre casi emblematici secondo Galeno). Ralph Jackson, nel saggio Il ruolo dei guaritori di città nel mondo dell'antica Roma, esamina la figura del guaritore romano, soffermandosi in particolare sulle competenze del "chirurgo" riminese che si evincono dall'eccezionale corredo chirurgico rinvenuto nella domus. L'articolo di Mario Vegetti, infine, analizza le peculiarità del rapporto tra medico e malato nella medicina antica: quali le differenze con la società attuale?

La seconda sezione del volume, Focus sulla domusdel chirurgo, racchiude la trascrizione della tavola rotonda pomeridiana del convegno, durante la quale gli studiosi e gli storici si sono confrontati sulle problematiche, alcune ancora irrisolte, emerse dall'analisi della domus. Il "chirurgo" riminese era di origine ellenica? Quali le argomentazioni a favore di questa ipotesi? Esisteva una scuola medica riminese? Quali apporti ci fornisce l'inedito testo di Galeno recentemente scoperto? L'ambulatorio del chirurgo era equivalente a un valetudinarium? Quale era la funzione dei 150 strumenti chirurgici e del cucchiaio di Diocle? Il praefurnium all'interno della domus veniva utilizzato per scopi medici? Quali le analogie con Pompei? Sono alcune delle domande a cui gli studiosi hanno provato a rispondere, in un vivace dibattito che offre numerosi spunti di riflessione e che delinea nuove e interessanti ipotesi sul contesto archeologico riminese.

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